La Cina adultera il miele invadendo i mercati

Frode alimentare scoperta in Germania.

Spesso ci siamo occupati di temi legati all’agricoltura, all’allevamento o alla necessità di difendere e tutelare il prodotto “Made in Italy”. Lo abbiamo fatto non per campanilismo preconcetto ma per tutela del consumo e della filiera garantita da disciplinari normati e da leggi stringenti.

Oggi parleremo di un prodotto eccezionale dal punto di vista nutritivo ma, ahinoi, molto contraffatto dalle grandi industrie alimentari: il miele.

Il mensile tedesco “Dein Spiegel” ha svolto un’importante inchiesta sul tema e ha fatto delle scoperte a dir poco inquietanti. Questa inchiesta nasce dal fatto che i cittadini tedeschi sono fra i maggiori consumatori di miele d’Europa. Ci sono tedeschi che non acquistano un pacco di zucchero da anni.

Secondo stime fatte dalle associazioni dei consumatori locali, un cittadino tedesco consuma, in media, un chilogrammo di miele ogni anno. Qui nasce il problema. Riescono le api tedesche a produrre una quantità così ingente di nettare dorato? La risposta è no.

Chi studia le api e il loro ciclo vitale sa bene che – come scrive la giornalista Paula Kuppers – “in tutto il suo ciclo di vita, un’ape produce al massimo due cucchiaini di miele e il procedimento è lungo e laborioso. Ci vogliono quattro mesi prima che il miele possa essere estratto. Prima le api devono raccogliere il nettare dei fiori, portarlo negli alveari e lì continuare a passarselo l’una con l’altra per poi farlo seccare a forza di colpi d’ala”.

Tutto questo, ovviamente, non permette un’autonomia produttiva ed è per questo che la Germania, per far fronte alle richieste dei consumatori, importa dall’estero l’80% del miele necessario.

Come spesso accade, il Paese a cui tutti si rivolgono per ottenere ciò che gli manca è la Cina. La Repubblica Popolare Cinese – attualmente – è il maggior produttore di miele al mondo e lo è anche per il fatto che non segue attenti e rigidi disciplinari; estrae, tanto per fare un esempio, troppo presto il prezioso nettare dai favi per poterlo “lavorare” a suo piacimento.

A tal riguardo la Kuppers scrive che “a quel punto il miele è ancora molto liquido e può essere facilmente allungato con sciroppo di zucchero economico, per esempio di mais o barbabietola, fino a che non raggiunge la consistenza giusta”.

Questo procedimento non è dannoso per la salute ma lo è per il portafoglio dal momento che il “miele adulterato” viene immesso sul mercato e commercializzato come se fosse puro. Ovviamente chi compie questa operazione lo fa per arricchirsi oltremodo alle spalle dell’ignaro consumatore finale.

Molte grandi aziende tedesche, per non buggerare il consumatore, hanno scelto di non acquistare più miele proveniente dalla Cina che, però, si è industriata spedendo il prodotto in Malesia o in Russia dove viene invasettato e spedito in tutto il mondo. Il compratore, in questo modo, non sa che il miele proviene dalla Cina e lo acquista con maggior fiducia.

Come abbiamo già detto, il miele allungato con lo sciroppo di zucchero non è nocivo per la salute. Venderlo non dichiarando il procedimento effettuato configura però il reato di frode alimentare in commercio.

Oltretutto, per evitare problemi ai soggetti con allergie alimentari, tutto ciò che viene venduto come cibo va etichettato con dovizia di particolari. La trasparenza è d’obbligo.

Questo sistema fraudolento di contraffazione fa sì che gli apicoltori siano sempre di meno e che il prodotto puro sia sempre più difficilmente competitivo dal punto di vista economico.

Il circolo è vizioso perché se diminuiscono gli apicoltori, diminuiscono anche le arnie con le famiglie di api. Questo è molto dannoso per gli esseri umani.

Paula Kuppers, nella sua inchiesta, scrive infatti che “le api sono essenziali per la specie umana. Gran parte delle piante che contribuiscono a sfamarci si riproduce solo perché è impollinata dalle api. Tra queste ci sono le mele, le fragole, il caffè e la colza da cui si ricavano la margarina e l’olio di colza.

Senza il lavoro delle api, le persone dovrebbero nutrirsi in modo più monotono, per questo gli insetti sono tra gli animali d’allevamento più diffusi insieme a maiali, vitelli e polli. Ecco perché è importante salvaguardarle”.

Quale può essere, dunque, una soluzione?

Sicuramente, quando si acquista il miele bisogna farlo dopo aver letto attentamente l’etichetta e la provenienza del prodotto. Meglio spendere qualche centesimo in più, acquistando da un produttore locale, piuttosto che risparmiare e portare a casa un prodotto non controllato, adulterato e figlio di una politica speculativa messa in atto da una nazione senza scrupolo alcuno.

Torneremo senz’altro sul tema e condivideremo con voi quanto scoperto.

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Articolo pubblicato il 08/03/2023