Iscrizioni di Emanuele Tesauro nell’Aula Maior del Palazzo Civico di Torino

Di Luca Guglielmino (Seconda Parte)

Dipinti del soffitto

Nella tavola più ampia al centro viene rappresentato Eridano re d’Egitto, che altri chiamano Api, il quale, occupato il regno dei Liguri fonda la città così come è scritto: Il re egizio Eridano fonda sulle sponde del re dei fiumi l’Eridano, la città egizia detta del Toro, nell’anno 819 prima di Roma.

Negli spazi minori del soffitto

I - Pipino, principe degli Auguri e re d’Etruria, sottrae i Taurini agli Egizi 400 anni prima di Roma.

II - Belloveso, dopo aver sbaragliato gli Etruschi, domina sui Taurini e dà il nome alla Gallia Cisalpina, nell’anno 167 dopo la fondazione di Roma.

III - Appio Claudio trasferisce il dominio taurino dalle mani dei Galli a quelle dei Romani, nell’anno 477 dopo la fondazione di Roma.

IV - I Romani donano a Cozio un regno alpino e fondano ai piedi delle Alpi la città di Torino, capitale del Regno, nell’anno 750 dopo la fondazione di Roma.

(Fatti tratti dal Pingone)

I dieci dipinti della fascia parietale superiore

Probabilmente si tratta di una fascia dipinta simile a quella dell’Aula Minor o Sala Congregazioni e quindi di tabulae pictae o quadri, dipinti.

Nel primo dipinto è visibile il sanguinoso scontro di Annibale con i Taurini, che reca tale iscrizione: (il primo è sempre un cartiglio e quelle con il numero sono note del Tesauro)

I - Annibale fa esperienza con la più erta delle cime delle Alpi per poi passare alla pianura taurinense e qui gli sfuggì di mano la vittoria: in tale circostanza perse molti uomini. Nell’anno 219 a.C.

1.Lasciò nel territorio dei Taurini 36.000 uomini, un ingente numero di cavalli ed elefanti; Annibale lo riconosce per bocca sua. (cfr. secondo il testo delle Inscriptiones Livio Libro I dec. 3 che in realtà è il XXI, N.d.T.).

II - La fedeltà della città dei Taurini, ottiene dal divo Giulio i privilegi inerenti una colonia, quella Giulia, affinché la Gallia Transalpina o Chiomata, riceva la denominazione di Cisalpina o Togata.

1.Il dipinto mostra Giulio Cesare mentre dona ai Taurini la sua insigne colonia: li fa poi cittadini romani. Calius Secund. Muster. Plin (Plinio il Giovane?). I Taurini in quel secolo battono monete (addirittura parla di nomismata che sono monete bizantine d’oro dell’epoca giustinianea derivati dai solidi N.d.T.). con l’effigie di Giulio Cesare e sul retro tali monete recavano il toro con la dicitura Colonia Iulia e questo era pure l’insegna dei vessilli.

2.I cittadini di Torino, secondo il costume romano, assunta la toga e tagliati i capelli, assieme all’abito mutarono il nome. (Cioè, da transalpini divennero cisalpini, pur restando Taurini. 1 e 2 sono note del Tesauro a spiegazione del cartiglio. N.d.T.).

III - Augusto, trionfatore delle Alpi, con l’aggiunta del proprio nome, rende più elevata la Colonia Iulia nei confronti delle altre. (Nell’anno 11 d.C.).

1.Come partecipe alle lotte, volle che Torino fosse pure partecipe del nome di Augusto. E ricevuto il titolo dai Romani, lo rese alla comunità cittadina. Da quel momento la città fu denominata Augusta Taurinorum. (Dione Cassio Lib.31 e 54. Plin, 1-3 c. Dione Cassio non ne accenna e il libro 31 è frammentario mentre solo al 53 parla di Augusta Praetoria ma non di Augusta Taurinorum. In realtà Plinio ne parla al libro 2-123 e viene solo citata, N.d.T.).

IV - Gli augusti Taurini resero immacolata, per mezzo dell’Apostolo Barnaba, la fede cristiana, che da quell’epoca non venne mai più denigrata - Nell’anno 51 d.C.

1 Intorno a quell’anno l’apostolo Barnaba seminò la Parola di Cristo in tutta la Cisalpina e fondò la Diocesi di Milano (ex Baronio…)

2 Una volta che ebbero acquisito la fede in Cristo, mai si legge che i Taurini scesero a compromessi, ma sarebbero invece stati un baluardo contro gli innovatori, come testimonia sia la storia antica che recente. Guai all’Italia se rinunciasse a tali valori!

V - La santa eroina Giuliana seppellisce le spoglie dei SS. Eroi Solutore, Avventore e Ottavio. A salvaguardia della salute dei cittadini. Nell’anno 306.

1.Martiri della Legione Tebea portatrice di Croce, conseguirono la palma del martirio sotto Massimiano (Ex Hist. Massimiani, Notarij eius dui, et Guilielm. Baldess. Hist Theb).

2.Nel 1537, essendo imminente l’eccidio dei cittadini di Torino per mezzo di un’aggressione notturna, quei tre eroi che la città venerava da tempo come protettori, respinsero dalle mura gl’infidi aggressori con le loro splendenti immagini. (Ex Phil. Pingone sub illo anno)

3.Raccolti quindi i loro corpi, si abbellì religiosamente il tumulo e l’edicola nel pomerio della città, che poi San Vittore, vescovo di Torino, ingrandì con una basilica avente propri possedimenti e proventi annuali e nello stesso sacrario la pia fondatrice venne seppellita; ora il tutto è custodito in modo assai degno, nell’augustissimo tempio dei Gesuiti.

VI - Nel Concilio di Torino viene schiacciata l’eresia priscilliana e la città, da sola, guarisce la terra tutta. Nell’anno 397.

1.Viene convocato tale Concilio sotto gli auspici di Papa Siricio, che la Pittura, sorella della Poesia, presenta con i propri occhi, benché costui sia assente; Tuttavia, nel Concilio viene letta una lettera dell’Archinotario Pontificio e nel contempo alcune lettere del defunto S. Ambrogio, in cui quella setta viene maledetta. (ex Concily Taurinen. Actis c.5)

VII - L’umanità del re barbaro riportò in vita la distrutta Augusta, da parte del traditore dell’impero, Stilicone, con una minore conformazione, ma con maggiore prosperità. Nell’anno 420.

1.In tale circostanza, il suocero dell’Imperatore Onorio (ossia Stilicone N.d.T.), dopo aver compiuto molte gesta nobilissime, alla fine, sospinto il genero perché innalzasse il proprio figlio Eucherio a pubbliche cariche, appoggiò i Goti che aveva sbaragliato e per facilitare l’ingresso in Italia a questi, che già erano infuriati, non esitò a passare sulle macerie dell’Augusta nostra.

2.Alarico re dei Goti, salvato ingiustamente da Stilicone, acquisito il regno cisalpino, ricostruì Augusta Taurinorum, baluardo al di qua delle Alpi, sempre a pianta quadrata, ma con minore grandezza.

3.Infatti si può dire che dal suo ceppo derivino i re d’Italia.

VIII - Massimo di Torino, veramente insigne per dottrina, fa risuonare la sua voce e manda strali con la penna, contro la fallace dottrina di Eutiche. Nell’anno 451.

1.Costui fu un celeberrimo vescovo di Torino, chiarissimo splendore della Chiesa sia con gli scritti che con l’eloquenza, del quale cantò gli elogi il Baronio, in quell’anno.

2. Si meravigliarono del suo insegnamento, tre Concili, l’Arausicano, il Romano e il Milanese, sotto Papa Leone, ove soprattutto levò la voce e inviò strali con la penna contro i dogmi corrotti di Eutiche (che l’autore conferma e la pittura esprime).

IX - La regina longobarda Teodolinda, dovendo salire al trono, a tutti preferisce Agilulfo. Duca di Torino, reputato degno del talamo nuziale, nell’anno 591.

1.Donna assai pia, figlia del re di Bavaria Garibaldo, vedova del re longobardo Autari, così si accinse a regnare per decreto dei nobili, a condizione che si scegliesse un marito che sarebbe diventato re. Ella, non stimando più degno per sé e per il regno, invita Agilulfo con una scusa, e quando le viene baciata la mano regale, avvicinandosi a lui, gli porge la bocca e in cambio lo rende marito e re. (Paolo Diacono III- 35 ipseque author in libro De Ital. Regib.)

2. Conquistata dall’amenità di tale luogo, al tempo stabilito trasportò l’augusta sede del regno nella nostra Augusta Taurinorum. (Presso il medesimo.)

X - Flavio Agilulfo e Teodolinda, trasportata la corte a Torino, dedicano la cattedrale metropolitana a San Giovanni Battista detto il Precursore, patrono del regno, con il devoto plauso dei cittadini e anche con il semplice divertimento dei contadini. Nell’anno 602.

Ammira la varietà di questa tavola. Una prima pietra augurale viene immessa nelle fondamenta del tempio: il principe artefice ne presenta il suo modello artistico, simbolo reale d’autorità degli astanti: i cittadini approvano religiosamente l’opera, altri, tra i contadini, con rito da Coribanti, agitano tirsi con grappoli di uva, altri incitano i buoi decorati di nastri e altri ancora, esultano di gioia sui carri dipinti. Tutto è pieno di gioia.

1.Prima tra tutti quella religiosissima regina, nominò a proprio protettore Giovanni il Battista e lo invocò come custode di tutto il regno longobardo e protettore del luogo e quando a Monza, per la quale aveva predilezione, onorò del medesimo patrono la celeberrima cattedrale, ove ripose nell’apposita cappella la Corona Ferrea, simbolo d’iniziazione dei re longobardi; così che, con lo stesso sentimento religioso, in seno alla nostra Augusta Taurinorum, capitale d’Italia, unì alla solenne dedica della basilica, la protezione dello stesso Santo. (Sigon. Pingon, idemque author, lib. De Ital. Reg.).

2.Nello stesso giorno della festa del Precursore si perpetuò l’usanza di fare una commemorazione popolare e festosa ma quello zelo religioso si è poi smorzato nel giro di pochi anni. 

Luca Guglielmino

Fine della seconda parte - Continua

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Articolo pubblicato il 12/03/2023