Femminicidio. La Polizia ci dice che...

A colloquio con la Polizia di Stato analizzando i dati della Divisione Anticrimine.

All’indomani della Festa Internazionale della Donna celebratasi l’8 marzo scorso abbiamo avuto un’interlocuzione con la Questura di Cuneo che ci ha dato delle informazioni, per nulla confortanti, sui femminicidi.

Le Agenti con le quali abbiamo potuto parlare all’apposito gazebo allestito sotto il Palazzo Municipale ci hanno fatto sapere che “l’Osservatorio privilegiato delle Divisioni Anticrimine ci consente, anche quest’anno, di poter leggere in una ottica di analisi finalizzata all’applicazione delle misure di prevenzione e a nuove possibili strategie per prevenire la commissione di reati, alcuni eventi tra cui, appunto, i cosiddetti femminicidi, traducendo gli eventi anche in dati statistici”.

Parlare di femminicidio spesso non descrive appieno il fenomeno ed allora si ritiene necessario chiarirne la natura utilizzando la definizione ufficiale coniata dalla Convenzione di Istanbul che così recita: “donne uccise in quanto donne, o perché non sono le donne che la società vorrebbe che fossero”.

Questa definizione apre uno scenario di riflessione che non può e non deve assolutamente passare sotto traccia. Secondo la Polizia di Stato, infatti, “vengono fatti rientrare nella casistica dei femminicidi, i casi in cui la donna è stata uccisa dal partner o ex, per la mancanza di accettazione della separazione, gelosia incontrollabile anche successivamente al divorzio, non accettazione di una nuova storia d’amore oppure dal padre che non accetta il rifiuto della figlia di seguire i costumi religiosi/culturali familiari”.

Tutte storie che fanno accapponare la pelle e che ci mettono dinanzi ad una forma d’amore malato che non può trovare giustificazioni o accettazioni di sorta.

I casi presi in esame dagli specialisti della Divisione Anticrimine della Polizia di Stato sono molteplici ed hanno in comune il fatto che “è sufficiente una richiesta di separazione, un sospetto sulla fedeltà della propria compagna o una lite perché il soggetto predominante, in questi casi quello maschile, si senta legittimato ad agire. Entrano allora in gioco elementi come la brama di possesso, l’impossibilità di accettare un rifiuto o di controllare gli istinti violenti, tipici di quella ‘ideologia di matrice patriarcale’ che è al centro della definizione di ‘femminicidio’: l’uccisione della vittima ne è una conseguenza”.

Dalla Polizia di Stato ci viene detto che “sono oltre 7500 i soggetti a cui è stato notificato un ammonimento per violenza domestica o atti persecutori dal 2020 ad oggi: solo 1 di questi si è poi reso autore di quello che definiamo femminicidio”.

Questo sta a significare che se si richiede l’intervento delle Forze dell’Ordine, e ci si mette al sicuro nei percorsi di tutela della vittima, si può evitare il peggio e non si finisce sui giornali come vittima di un atto che definire “schifoso” è riduttivo.

Il Capo della Polizia e Direttore generale della Pubblica Sicurezza, Lamberto Giannini, vuole lanciare un monito alle donne di tutta Italia dicendo senza mezzi termini che “le donne e gli uomini della Polizia di Stato sono quotidianamente impegnati a mettere in campo ogni risorsa necessaria per combattere la violenza contro le donne, analizzando il fenomeno sotto tutti i punti di vista, cercando di individuarne le cause per poter intervenire in tempo, prima che sia troppo tardi. Ogni operatore ha ben chiaro che l’esigenza di perseguire i colpevoli deve andare di pari passo con l’obiettivo di tutelare, con tempestività, le vittime di questi reati particolarmente odiosi, nei quali la violenza si consuma in contesti familiari, domestici, di relazione”.

Nel ringraziare quanti si adoperano per combattere e stigmatizzare qualsivoglia forma di violenza, concludiamo con la speranza che questo fenomeno vada a scemare e che il nostro Paese torni ad essere un luogo civile, accogliente e vivibile per le cittadine del gentil sesso.

Certamente torneremo sul tema perché la peggior cosa che si possa fare è quella di tacere.

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Articolo pubblicato il 12/03/2023