Il Silenzio dei Campanacci

Un viaggio tra monti e memoria (di Alessandro Mella)

Si dice sempre, non a torto, che dei libri bisogna leggere i testi e non limitarsi a “guardare le figure” ed è un concetto sempiterno e di grande valore.

Ma potrebbe non essere sempre così perché a volte i volumi raccolgono l’opera di artisti che hanno scelto, come linguaggio comunicativo, l’immagine. L’attimo fermato sulla pellicola o nella memoria digitale.

Ed allora questi percorsi di memoria, cultura, natura e vita richiedono prima di tutto l’attenzione dello sguardo, dei pensieri che la fotografia suscita, dei ricordi che l’immagine permette di ripescare nei cassetti della memoria d’ognuno di noi.

Roberto Cavallo non mi sentirei di definirlo scrittore, forse questa definizione non la sentirebbe calzante nemmeno lui, preferirei definirlo “artista” perché al gusto per la fotografia egli unisce lo spirito di chi vuole comunicare, divulgare e condividere i moti dell’anima. E questa, mi si permetta, è arte. La letteratura parla per parole, l’arte lo fa per immagini siano esse dipinte nei più disparati stili o frutto del talento del fotografo.

Roberto, con questo libro, ha documentato un cammino che l’ha portato ad esplorare le Valli di Lanzo, a conoscerne le persone, le vicende, il lavoro faticoso di chi la montagna “la vive”, con un occhio privilegiato e libero dai pregiudizi e dalle barriere visive e spirituali del villeggiante. Paesaggi, animali, genti, boschi e selve, nevi e rocce, tutto è personaggio di un mondo che a volte sembra sfiorirsi un poco offuscato da nubi incombenti di soffocante modernità. Un mondo con cui lui ha certato e trovato armonia e sintonia.

C’è della melanconia nei toni di grigio delle centinaia di fotografie che Cavallo ha raccolto nelle trecento pagine di quest’opera? Forse sì, ma credo ci sia molto di più. C’è la gioia dei bambini nel fieno reciso d’estate, c’è la gerla carica in spalla ad un montanaro, ci sono i ghiacci, ci sono le tome sulle assi, c’è qualcosa di ognuno di noi. In un lungo ritratto vero e vivo, pulsante. I toni di grigio trasmettono un senso di vitalità crescente e non di decadenza triste e mesta come sarebbe scontato aspettarsi. Roberto documenta una montagna viva, che resiste, che non si arrende, che guarda con fiducia ad un futuro che, non ne dubito, tornerà e forse sta già un poco tornando.

Nella fatica degli artigiani e dei pastori si coglie l’essenza stessa della vita sui monti, su quelle montagne che tanto offrono ma tanto prendono e tanto pretendono. E poi i borghi, gli angoli, gli oggetti, le piccole cose che piccole sembrano ma non sono mai.

Nell’eleganza raffinata dei ristoratori c’è la voglia di aprirsi al mondo, nella devozione popolare la tradizione che resiste e nei musici la passione ardente al punto che dalle immagini sembra di sentir emergere le note delle corente alpestri. Così che basterebbe chiuderli un istante, gli occhi, per immaginarsi i balli e le feste nelle frazioni.

Impressionanti, poi, le bellissime fotografie delle acque nei torrenti e nei laghi, un tempo ricchezza delle Valli di Lanzo, oggi residua risorsa contesa ed ambita da non pochi soggetti alcuni dei quali accecati da illusori sogni d’opere titaniche e babeliche. Come se i monti non avessero subito abbastanza violenza architettonica nel tempo.

Nel “Silenzio dei Campanacci” ognuno di noi troverà spunti di riflessione, ricordi e qualche immagine che gli parlerà più di un’altra.

Personalmente sono rimasto a lungo a contemplarne una, quella dell’artigiano viucese intento a riparare la sua gerla, il gabassi, uno strumento di vita e lavoro sempre caro al mio cuore fin dall’infanzia.

Sì, anche io ho viaggiato con la memoria e la fantasia attraverso le centinaia di pagine e di fotografie di Roberto Cavallo. Questo libro continua a sembrarmi una sorta di mezzo di locomozione per muoversi in qualcosa che ci rappresenta, ci tocca, smuove la nostra anima, stuzzica i ricordi. Punzecchia il nostro spirito facendoci anche fare un po’ i conti con noi stessi. Come uno specchio in cui ritrovarsi e ritrovare quelle radici che a volte, distratti come siamo, sembriamo aver dimenticato.

Vi pare poco? Io non credo!

Alessandro Mella

Roberto Cavallo

 

 

Il Silenzio dei Campanacci

Art Photo – 2022 - Pagine 300 p. Rilegato

EAN 9788894551136

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Articolo pubblicato il 28/03/2023