
L'Opinione di Luigi Cabrino
Fin dal 2014 con l’esplosione della crisi nel Donbass e Crimea sono stati molti gli occidentali, e italiani, ad arruolarsi nelle milizie filoucraine, ma anche filorusse; molti ragazzi in cerca di emozioni forti che dopo il febbraio 2022 hanno lasciato la zona di guerra, il gioco si era fatto troppo serio.
Ma fin dall’inizio della nuova fase, più cruenta, della guerra nel 2022 si sono rincorse voci di militari dei paesi NATO, Italia compresa, arruolati nelle truppe ucraine.
Voci subito screditate come fake news, roba da complottisti, specialmente dopo che Toni Capuozzo, all’incirca un anno fa, a marzo- aprile 2022 durante la battaglia per la conquista dell’acciaieria Azovstal, aveva avanzato il forte dubbio che, rintanati nell’acciaieria assediata dalle truppe di Mosca, ci fossero ufficiali e militari dei paesi NATO.
Inutile dire che il giornalista, con esperienze di inviato di guerra da far impallidire molti dei opinionisti specializzati in guerre che operano comodi dietro il PC a casa, fu subito screditato come complottista, ovviamente filorusso.
Ma proprio in quelle stesse settimane testate giornalistiche non certo filorusse (rainews su tutte) pubblicavano reportage sui combattenti italiani in servizio nelle forze ucraine.
Non a caso, fin dal febbraio 2022 gli ucraini hanno fatto pubblico vanto della brigata internazionale composta esclusivamente da soldati stranieri, e non pochi occidentali hanno combattuto nel famigerato battaglione Azov.
Poi alcuni prigionieri di guerra britannici, con curricula militari di tutto rispetto; dopo servizi giornalistici su cecchini europei, poi interviste a soldati ( e soldatesse) italiani; su tutte Giulia Schiff, con un passato di ufficiale dell’Aeronautica Militare arruolata nelle forze ucraine.
Ancora pochi giorni fa l’ottimo Semprini, inviato de La Stampa, ha pubblicato sul quotidiano torinese un servizio con intervista ad un veterano di operazioni di guerra originario della Sardegna impegnato nelle operazioni di sabotaggio dell’esercito ucraino; anche in questo caso non certo un ragazzino in cerca di emozioni forti, ma un vero e proprio professionista militare.
C’è da dire che su queste presenze di soldati italiani nella guerra in Ucraina né il precedente governo, né quello attuale, sono mai stati chiari.
Possiamo essere o meno d’accordo con l’invio di armi all’Ucraina, ma almeno in questo caso i passaggi parlamentari sono stati rispettati.
Il clima nella guerra tra Russia ed Ucraina non pare migliorare, ipotesi di trattative e negoziati – per quanto vengano avanzate da stati non certo campioni di pacifismo e rispetto dei diritti umani come la Cina - vengono escluse a priori dagli USA.
Forse è il caso che il governo faccia chiarezza sul ruolo di questi soldati italiani in servizio nelle forze ucraine, e lo stesso facciano gli altri paesi NATO prendendone le distanze; non sarebbe bello trovarci in guerra contro la Russia senza saperlo.
Luigi Cabrino
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Articolo pubblicato il 29/03/2023