Torino - Gli schiaffi della N.A.T.O.

Sempre più in bilico la normalizzazione dei rapporti tra la superpotenza dell'est e l'Occidente

Con l'accoglimento della Finlandia nell'Alleanza Atlantica, l'America, che della N.A.T.O. è l "azionista di maggioranza", ha dato un ultimo ceffone alla Russia, ha aggravato la già  tesa situazione internazionale  e compiuto un altro passo non trascurabile verso un allargamento del conflitto in Ucraina, che potrebbe essere prodromico  ad un conflitto ben più vasto e dagli esiti tragici.

         

Mai come in questo momento tornano alla mente le dure ma pertinenti parole di Sua Santità Papa Francesco sulla "N.A.T.O. che è  andata ad abbaiare alla porta di Mosca" .

 

Con l'adesione della Finlandia al Patto Atlantico, e con la futura eventuale adesione della Svezia, l'accerchiamento della Russia da nord a sud da parte dell'Occidente, evento da sempre paventato, è completo e foriero di conseguenze che non potranno che essere nefaste e tali da impedire sostanzialmente e sine die una normalizzazione dei rapporti tra la superpotenza dell'est e l'Occidente .

           

Che la mossa dell'Alleanza Atlantica (leggi U.S.A.) sia una provocazione palese è  evidente: a differenza di quanto avvenne agli albori del secondo  conflitto mondiale con il tentativo di invasione del Paese finnico da parte dell'Unione Sovietica, oggigiorno una simile evenienza appare più  che fantascientifica alle luce di due banalissime considerazioni: duramente impegnata sul fronte ucraino, la Russia non avrebbe alcun interesse (né prospettive) in un tentativo di invasione  della Finlandia e, soprattutto, nella malaugurata ipotesi di un simile tentativo, anche senza l'adesione finnica alla N.A.T.O. l'Occidente non avrebbe pretesto migliore per avventarsi contro l'orso  russo, anche se da lì in poi l'olocausto nucleare diverrebbe una quasi certezza .

               

Considerazioni queste che non possono non essere ben chiare a ciascuno degli attori della vicenda, impossibile pensare al contrario, ma che ovviamente  vengono bellamente ignorate dall'autonominatosi "gendarme del mondo" U.S.A. e dai suoi servi sciocchi dell'Unione Europea, ormai lasciatisi obnubilare da un incomprensibile "cupio  dissolvi" che sta costando molto caro al vecchio continente soprattutto sotto il profilo economico e, come già  detto, dall'allontanarsi sempre più di una  ripresa dei rapporti con la Russia che è  fondamentale se non si vuole ricreare il clima di tensione e guerra fredda dei tempi dell'Unione Sovietica. 

               

Come reagirà la Russia a questa ennesima provocazione è difficile da prevedere anche perché le opzioni sul tavolo appaiono ben scarse se non nulle: un prevedibile incremento delle truppe con armamenti convenzionali e nucleari ,  al confine con la Finlandia è ovvio, altra opzione non esiste e bisogna dare atto all'America di essere riuscita, ancora una volta, a mettere un avversario con le spalle al muro .

             

Attenzione però: la storia ci insegna (con l'esempio del Giappone all'alba del secondo conflitto mondiale praticamente costretto all'ingresso in guerra dalle sanzioni imposte dall'America) che non è  mai cosa saggia precludere ogni via  d'uscita all'antagonista e soprattutto infliggergli  umiliazioni cocenti perché  le reazioni  potrebbero essere tragiche .

               

Sin'ora, il tanto vituperato (in Occidente!) Putin ha saputo tenere i nervi saldi, dimostrando ben maggiore senso di responsabilità della sua controparte di Washington e tentando di circoscrivere il più  possibile il conflitto ai soli territori Ucraini contesi; ci si augura che le provocazioni  occidentali non superino quell'invisibile "linea rossa" che rappresenta il confine tra un precario "status quo" e una tragedia mondiale che rappresenterebbe la fine di tutto .

 

Leonardo Incorvaia

 

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Articolo pubblicato il 06/04/2023