L’obelisco degli eroi: Il monumento ai caduti di Bibiana (Torino)

Di Alessandro Mella

All’indomani della Grande Guerra le molte ferite lasciate nella società, i lutti entrati in tutte le case, spinsero la gente a cercare soluzioni ai problemi più urgenti e gravi.

Tuttavia, dopo il commovente rito laico della traslazione del Milite Ignoto al Vittoriale, la maggior parte delle amministrazioni comunali d’Italia iniziò a pensare a come realizzare un proprio ricordo per i caduti della rispettiva comunità.

Sorsero quindi, nei primi anni ’20, decine di stature ed opere artistiche erette a memoria dei martiri del conflitto vittorioso.

Anche la piccola comunità di Bibiana, nel torinese ma a poca distanza dal saluzzese, avviò una sottoscrizione finalizzata all’acquisto di un monumento a ricordo dei propri combattenti.

Nell’autunno del 1922 l’opera fu materialmente realizzata ed il comune organizzò una solenne cerimonia per inaugurare l’obelisco innalzato nella piazza centrale:

IL MONUMENTO AI CADUTI. Domenica p. v. 12 corrente mese, Bibiana inaugurerà solennemente il monumento che la pietà e la riconoscenza dei concittadini vollero erigere sulla pubblica piazza in onore dei suoi settantacinque gloriosi morti per la patria.

Alle ore 9,30: distribuzione delle medaglie alle madri dei combattenti; Ore 10: Scoprimento e benedizione del monumento; Ore 10,30; messa al campo; Ore 11: Discorso ufficiale detto dall’on. Villabruna. Alla cerimonia è assicurato l’intervento delle autorità militari e civili della provincia. (1)

E l’evento riuscì magnificamente con tutto il paese in festa, tante uniformi e divise tra la folla, i brillanti oratori ed i bambini delle scuole.

Un paese imbandierato con tricolori sabaudi ai balconi e per le vie.

Fu senz’altro un momento edificante:

INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO AI CADUTI. Domenica scorsa, Bibiana tutta ha dato ai suoi figli morti in guerra, un’indimenticabile dimostrazione di affetto e riconoscenza. Alle ore 9 la vasta piazza era tutto formicolio di gente; vi si vedevano le rappresentanze di numerose società con bandiera,  una compagnia di Alpini con musica, un gruppo di Carabinieri, i premilitari. Dopo la messa al campo parlarono, applauditissimi, il Priore di Bibiana, l’on. Giretti, l’on. Villabruna, il Cap. Camosso, il geom. Oliverio e il Sig. Barotti. I ragazzi delle scuole elementari cantarono tra l’entusiasmo generale l’Inno al Piave. Ebbe quindi luogo all’albergo dei Falcone il pranzo a cui parteciparono le autorità e alcuni invitati. (2)

Ancora oggi il monumento sorge ove quei cuori generosi lo vollero e con la sua presenza esso contribuisce a tener viva la memoria degli eroi di un secolo fa ma anche quelli delle guerre venute dopo, della Resistenza e di tanti momenti difficili della nostra storia patria.

La stele è in marmo, con finiture in bronzo, sui lati riporta i nomi dei caduti ed a sua protezione è posta una catena sorretta da colonne marmoree e da ogive di proiettili d’artiglieria poste sui lati.

Si tratta di un’opera molto spartana, sobria, un piccolo obelisco che si innalza verso quel cielo che si prese tanti bibianesi dalle trincee, dai campi di battaglia, dagli ospedali da campo, dalle pietraie del Carso e dai ghiacciai dolomitici.

Oggi i paesani passano, distratti da mille preoccupazioni, da una società soffocante che lascia poco spazio ai pensieri, forse qualcuno ogni tanto si volta e sorride ritrovando il nome caro di qualche antenato.

Fissato sul candore del marmo a perenne memoria di chi sacrificò la propria vita per dare all’Italia quell’unità sospirata e la tormentata libertà.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Lanterna Pinerolese, 45, Anno XLI, 11 novembre 1922, p. 2.

2) Ibid., 47, Anno XLI, 25 novembre 1922, p. 21.

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Articolo pubblicato il 12/04/2023