Roma – Vittorio Cini: l’ultimo Doge, un personaggio ancora da studiare

La personalità di Vittorio Cini, celebrata in una mostra e un libro-catalogo pubblicato da IL Cigno GG Edizioni con la riedizione dello scritto della nipote Anna Guglielmi Avati e un saggio di Giordano Bruno Guerri

Dopo le sedi espositive dei musei di San Salvatore in Lauro di Roma e Palazzo Bonacossi di Ferrara, la mostra ispirata a ” Vittorio Cini . L’ultimo Doge al Vittoriale ”, definizione data da Idro Montanelli, approda al Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera.

L’esposizione nasce  dalla volontà di Francesco  e Riccardo Avati,  è rimarrà  disponibile al pubblico  fino al 10 settembre 2023. Si vuole raccontare la figura di Vittorio Cini sotto una nuova luce, offrendo ai visitatori una rilettura “pluridimensionalità del personaggio”, attraverso alcuni significativi documenti originali, e la proposta di una trentina di opere di diversi artisti contemporanei italiani e internazionali, selezionati dal curatore Marco di Capua , alcuni di questi capolavori sono stati realizzati appositamente per l’evento e per rievocare la  personalità di Vittorio Cini.

Nel mese di luglio 2023 verrà  poi realizzata un’asta di beneficenza assieme a Christie’s  e molte di queste opere in esposizione verranno vendute,  il   ricavato sarà devoluto a  “Alliance for African Assistance Italy”, per il reinserimento nella società, in Italia di donne che hanno subito violenza.

L’evento espositivo è accompagnato da un volume, la copertina una  elaborazione grafica di Umberto Mariani, Senza titolo, realizzata nel  2013,  in materiale vinilico e sabbia su lamina di piombo, pubblicato dalla casa editrice Il Cigno GG Edizioni .

Il  libro- catalogo (Foto) , propone la riedizione dello scritto di Anna Guglielmi Avati sul nonno Vittorio Cini, un saggio critico sull’esposizione di Marco di Capua, ma anche un prezioso contributo di Giordano Bruno Guerri -  Presidente del Vittoriale degli Italiani -  che  scrive:”Vittorio Cini è una delle figure più interessanti del Novecento  Italiano – Idro Montanelli lo definì l’ultimo Doge – eppure non è abbastanza studiato. Eppure la sua vita è di quelle che si possono definire “da romanzo “.

Nella premessa Francesco Avati spiega perché ha studiato la vita  e l’opera di Vittorio Cini, per due ragioni.”Innanzitutto a causa dell’interesse stesso della vita e dell’azione di quest’uomo. Chi era? Che cosa ha fatto di così interessante? Cini ha svolto un ruolo di primaria importanza negli eventi storici e politici dell’Italia degli anni del Fascismo. Ha conosciuto molto bene Mussolini, uomini importanti di vari governi internazionali, il Papa, ministri, e molti altri. … per primo ha osato dire a Mussolini quello che molti pensavano, senza avere il coraggio di esprimersi”.

Vittorio Cini  Ministro delle Comunicazioni nel Consiglio dei Ministri del 19 giugno del 1943 affrontava Benito Mussolini facendogli presente che non poteva continuare come aveva fatto negli ultimi tre anni a lasciarsi sorprendere dagli eventi! Il popolo italiano era povero e allo sbando.. . chiedendogli di far cessare quell’inutile guerra al fianco di Hitler!

Per questa sua posizione, dopo l’8 settembre 1943 Cini venne arrestato dai tedeschi e deportato nel campo di concentramento di Dachau.  Vittorio Cini, il suo nome molti lo legano al fascismo, altri lo ricordano con uno dei più valorosi imprenditorie mecenati che l’Italia non abbia mai avuto. Idro Montanelli lo definì “L’ultimo Doge di Venezia”. Dov’è la verità? Attraverso una ricerca approfondita, Anna Guglielmi Avati prova a far luce sulla vita di Vittorio Cini.  

Foto copertina libro

“Vittorio Cini .L’ultimo Doge al Vittoriale”di Anna Guglielmi Avati, con saggio di Giordano Bruno Guerri, pp.203 ill. colori e b/n Edizioni IL Cigno GG, Roma 2023

   

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Articolo pubblicato il 13/04/2023