Un pomeriggio di simpatia per i Caffè Culturali, a Viù (Torino)

Incontro con lo scrittore Piervittorio Stefanone

A Viù (Torino), proseguono le iniziative dei Caffè Culturali Viù, la rassegna letteraria organizzata con il concorso di Pro Loco ed Amministrazione Comunale presso il Caffè Rocciamelone di piazza XXIV Maggio 6.

Sabato 22 aprile, alle ore 17.00, sarà ospite lo scrittore Piervittorio Stefanone con due dei suoi volumi pubblicati per i tipi di Baima Ronchetti Editrice nella collana Biblioteca degli Scrittori Piemontesi.

Ad intervistare l’autore ci sarà il divulgatore storico Alessandro Mella.

Il primo volume sarà quello dal titolo “Storie bizzarre di un dottore in vacche”: «Storie bizzarre, tenere e spassose di un veterinario che ha tessuto un feeling tenace con gli animali, grandi e piccoli, che ha avuto la fortuna di incontrare nel suo cammino.

Una professione scelta e scaturita da un’esperienza vissuta in tenera età, accanto a un bue rosso che a causa di una grave patologia non si era potuto salvare.

Cani, gatti, buoi, vacche, muli: di ognuno di essi un ricordo, con molti di essi avventure divertenti, successi e insuccessi, tenerezza e stupore per creature dalla spiccata personalità.

Quello degli animali e dei loro “padroni” è un mondo variopinto, interessante, da cui imparare e prendere spunto per tratteggiare racconti dai risvolti ora teneri, ora comici. 

“Mi rendo conto che l’esser stato un dottore in vacche è stato qualcosa di più che esercitare una professione: è stata un’impresa grandiosa, un privilegio, qualcosa che mi avrebbe fatto scoprire uomini e bestie con i loro reciproci rapporti che si svelano incredibili e molto spesso esilaranti”».

L’altro libro sarà invece “Gente di lassù”, una bella raccolta di storie delle nostre montagne: «In queste pagine l’autore riscopre la vita di un paesino sperduto tra i monti dove le baite, i pascoli e i boschi raccontano le storie di coloro che ci hanno vissuto nel lento trascorrere del tempo.

Gente ruvida, che sembra uscita da un tronco scolpito a colpi d’accetta, ma allo stesso tempo tenera.

Ricordi sbiaditi di personaggi e di luoghi che vengono ritratti nella loro genuina essenza con una vena di humour: uomini e donne che appartengono a un mondo che non esiste più.

Fa da sfondo ad ogni racconto la convinzione che dalla montagna non si finisce mai d’imparare, anche se è un’insegnante severa che forse ha cattivi allievi.

Preservare le tradizioni di queste terre dovrebbe essere un imperativo per l’uomo contemporaneo, che raramente sa riconoscere il fragile valore dell’ambiente alpino e delle sue genti».

Appuntamento, dunque, a sabato 22 aprile alle ore 17.00 per un bel pomeriggio di cultura, letteratura, memoria e simpatia!

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Articolo pubblicato il 21/04/2023