Francesco Tibaldi: Uno dei primi eroi della libertà

Di Alessandro Mella

Questa storia è una delle tante che la guerra fratricida del 1943-1945 ha procurato al nostro paese.

Momenti e mesi terribili in cui la violenza corse di casa in casa, di borgata in borgata, di frazione in frazione in turbinio quotidiano di paura e speranze.

Com’è noto, l’implosione del regime fascista il 25 luglio 1943 aveva condotto il governo presieduto dal maresciallo Badoglio verso l’armistizio con gli alleati. Accordo che fu, frettolosamente, annunciato anzitempo il giorno 8 settembre.

Dopo le prime coraggiose reazioni dei militari del Regio Esercito, alla prepotenza del furibondo ex alleato tedesco, sorsero le prime formazioni partigiane, le quali presero ad organizzarsi già nello stesso autunno del 1943.

Anche se l’impulso maggiore venne, successivamente, dai Bandi Graziani con cui si dispose l’arruolamento forzato di molte classi nell’esercito della Repubblica Sociale.

Decisione che spinse molti giovani ad unirsi ai partigiani piuttosto che cedere alla costrizione.

Tuttavia, molti ragazzi, sebbene cresciuti nell’educazione ferrea del regime, riuscirono ad emanciparsi ben prima di quell’evento.

Francesco Tibaldi nacque a Torino il 17 aprile del 1922 figlio di Luigi e di Anna Gauda, i quali andarono a vivere a Borgaro (Torino) presso il vicolo parrocchiale. (1)

Forse per reazione spontanea a tanti anni di indottrinamento, forse per spirito ribelle e combattivo, sta di fatto che già nei primissimi giorni di ottobre del 1943 egli si unì alla 1ª Divisione Garibaldi nel Ciriacese-Canavese.

Doveva essere un ragazzo assai coraggioso e determinato, i ritratti del tempo ci mostrano un giovane dalla fronte alta e dallo sguardo sicuro. Un uomo che sapeva il fatto suo e che si era liberato di anni di retorica per sperare in un futuro migliore.

Un futuro che, purtroppo, egli non vide perché il suo martirio era davvero dietro l’angolo ed un destino ingeneroso ed ingrato l’aspettava.

Per comprendere i fatti ci vengono in aiuto le ricerche condotte da Franco Brunetta alcuni fa.

Nell’autunno del 1943, infatti, si erano create delle tensioni tra le varie formazioni partigiane ed in particolare tra azionisti, militari e comunisti.

Gli scontri, i disarmi reciproci, gli eventi ostili si fecero così frequenti da far temere il peggio.

Ed il peggio venne quando, il 23 dicembre 1943, il nostro Francesco e Giovanni Ferrando furono fermati presumibilmente da una formazione in disaccordo. Arrestati e poi uccisi. (2)

La questione pare, almeno ai miei occhi, un poco complessa.

La scheda di Giovanni Ferrando, catturato e assassinato con il nostro Francesco, riporta sul retro: “Ucciso dal tenente OMISSIS della ex GAF a Chiaves, il 23/12/43”. (3)

Lo stesso nome dal Brunetta viene dato per assente in quei giorni.

Dal momento che questo aspetto non è del tutto chiaro ho preferito ometterne il nome a tutela dell’interessato che, all’epoca, potrebbe esser stato indicato come esecutore dei due martiri senza esserlo stato davvero.

Quel che sembra sempre più chiaro è che la morte di questi due partigiani non avvenne per mano tedesca o di formazioni repubblicane, ma nel quadro di regolamenti di conti e antagonismi tra le stesse formazioni della Resistenza.

Tutto questo nulla toglie al valore del sacrificio di questi giovani che scelsero, in piena libertà di coscienza e non per estrema situazione, di mettersi in gioco per l’avvenire del paese.

Anche se la loro morte avvenne nell’ambito di una vicenda torbida e poco lusinghiera essa non può e non deve essere dimenticata.

Non è la provenienza del colpo fatale a fare l’eroe: è la causa che ne ha animato il cuore!

Ed oggi nel giovane comune di Mappano una via ricorda il nostro Francesco Tibaldi, forse il primo caduto della Resistenza nelle Valli di Lanzo.

Alessandro Mella

NOTE

1) Comitato regionale piemontese per l’accertamento delle qualifiche partigiane, scheda Francesco Tibaldi tramite il portale Partigiani d’Italia.

2) Il Risveglio della Resistenza, Franco Brunetta, Edizioni Il Risveglio, Ciriè, 2010, p. 21.

3) Comitato regionale piemontese per l’accertamento delle qualifiche partigiane, scheda Giovanni Ferrando tramite il portale Partigiani d’Italia. Per “GAF” si intende la Guardia alla Frontiera del Regio Esercito Italiano.

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Articolo pubblicato il 08/05/2023