Alluvione e colpe politiche: parte lo scaricabarile
Ieri sera nella trasmissione di rete 4 condotta da Veronica Gentili, tutti concordi che NON bisogna fare polemiche sull'alluvione nella Regione Emilia Romagna. Come per altri eventi del genere si scrive e si dicono tante cose; troppa pioggia in un territorio delimitato, è stata una "bomba d'acqua", la colpa è del cambiamento climatico, ecco la parola magica, io ne aggiungo un'altra, la parola "talismano", come diceva il prof Plinio Correa de Oliveira, basta pronunciarla e tutto è a posto.
Ormai certo giornalismo, ambientalismo ecocatastrofista, butta frasi a getto continuo e pensa di risolvere tutto con il riscaldamento globale e la "transizione ecologica". Colpa del Co2, colpa dell'uomo che utilizza l'auto, che mangia carne, etc. affermano i novelli cavalieri dell'apocalisse. Come sempre, di fronte ad una calamità di vaste dimensioni, come la duplice alluvione, a pochi giorni l’una dall’altra, che ha travolto l’Emilia Romagna da Bologna a Rimini, e che ha colpito la zona settentrionale delle Marche, inizia la caccia ai colpevoli.
"E in parte è anche giusto. Ci sono delle responsabilità umane, che vanno appurate, ma che molto spesso sono più profonde delle banalità che gli sciacalli mediatici stanno strombazzando per accelerare la “transizione ecologica”". (Luisella Scrosati, Alluvione, un colpo alle nostre false certezze e richiamo a Dio, 20.5.23, lanuovabq.it)
Ma oltre alle responsabilità di chi ha gestito il territorio, occorre anche porsi altre domande radicali. Ancora una volta, anche in questo tragico evento, si tocca con mano la fragilità della nostra vita, che può essere spazzata via in un attimo dalle forze della natura. Inoltre constatiamo che le nostre pretese di tenere tutto sotto controllo sono un bluff. La realtà è ben diversa, ci fa capire che dipendiamo da Dio e che la conversione, il cambiamento non proviene dall'ecologismo che ci dice di usare meno plastica o di fare la raccolta differenziata.
Tuttavia siccome io non sono un politico, non faccio parte del Governo, non sono un giornalista, ma sono libero di pensare e di esprimere un giudizio anche se mediato come è capitato altre volte, utilizzo la parte finale della riflessione che ha offerto un editoriale de Lanuovabq.it (Ruben Razzanti, "SINISTRA E ALLUVIONE. Alluvione e colpe politiche, parte lo scaricabarile", 20.5.23, lanuovabq.it) Sembra che per la Regione Emilia Romagna, guidata dal Pd di Bonaccini e di Schlein non hanno speso 8,4 miliardi di euro per la mitigazione del rischio idrogeologico mai utilizzati e fermi nelle casse statali dal 2018. Quindi le risorse c'erano per mettere in sicurezza il territorio ma non sono state spese.
Peraltro scrive Belpietro su La Verità che si dimentica che Bonaccini è da otto anni commissario al dissesto. Quasi quasi che è colpa della Meloni dell'alluvione. Perchè non ha fatto la danza della pioggia prima o non averla fatta dopo per fermarla.
"Il governo Meloni sta facendo quello che può, rinviando le scadenze fiscali, contributive e giudiziarie per le aziende e le persone colpite dall’alluvione in Emilia Romagna e varando aiuti per i lavoratori e le aziende, in particolare quelle agricole.
Ma c’è anche chi, nelle file del Pd, per difendere Bonaccini, prova ad azzardare che con un governo regionale di centrodestra anziché di sinistra ci sarebbe stata una vera e propria catastrofe, molto più devastante di quella che sta interessando in queste ore l’Emilia Romagna. Sono frasi figlie del peggiore populismo e qualunquismo, che ricordano quelle dell’ex premier Giuseppe Conte, dell’ex Ministro della salute, Roberto Speranza e dell’ex segretario Pierluigi Bersani durante il Covid: “Se al governo ci fosse stato il centrodestra avremmo avuto molti più morti, anzi avremmo avuto i cadaveri per strada”.
Ma sulla base di cosa si possono fare simili affermazioni? Senza dimenticare la crocifissione subita, sempre durante la pandemia, dal governatore lombardo, Attilio Fontana e dalla sua squadra, accusata delle peggiori inefficienze e nefandezze, quando invece si era capito che gli errori nella gestione dell’emergenza sanitaria erano stati commessi a livello centrale, a cominciare dal boicottaggio delle cure domiciliari.
Ora la sinistra ci riprova a scaricare le responsabilità sugli altri, ma la verità è che quello che sta accadendo in Emilia Romagna disintegra anche il mito del buon governo di quella Regione evidenziandone storture e limiti. Se poi, come pare, la delega regionale alla protezione civile è stata per lungo tempo nelle mani dell’ex vice governatore Elly Schlein, allora si può proprio dire che il cerchio si chiude".
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Articolo pubblicato il 23/05/2023