Gerry Di Fonzo: ricordando la Camargue

I ricordi di un artista "Camargue, di getto"

Con Genny e amici decidiamo di andare al sud della Francia, per noi pinerolesi è poco piu in la di una destinazione periferica, per via di similitudini: vicinanza geografica (un tempo i confini francesi della Provenza arrivavano fin in bassa Val Chisone), nel nostro idioma molti francesismi, il patois vera lingua di origine provenzale, le similitudini ambientali e altre affinità che hanno i montanari che desiderano il mare. L' itinerario è come al solito in divenire, in auto le tende canadesine da due posti, superata senza dargli il giusto tempo la città di Arles, procediamo per il mare.

La Camargue di Maggio è la prossima meta, tutto il mese Les Saintes Maries de la Mer vede crescere il numero di abitanti giorno per giorno, per raggiungere nella terza settimana l' apice che sfocia con una marea di umanità nella festa della Santa Sarah (Sara-la-Kali), Sarah la nera, Santa pagana della comunità Gitana, questo raduno tradizionale vede arrivare nella regione molte famiglie gitane provenienti da tutto il mondo.

Noi andiamo sempre con il desiderio di fare un viaggio di conoscenza umana, in accampamento con loro per una decina di giorni con molte e intense esperienze. Nella mescolanza umana si incontra la ricchezza nelle diversità, una sorta di carotaggio sociale, dalle mendicanti, pseudo chiromanti, piccola borghesia, nobiltà agghingatissima o sobriamente elegante, in sfilata per la tradizionale bagnata propiziatoria della Santa, uomini nobili a cavallo e le loro donne a piedi.

Già allora molti fotografi, non quanto adesso. Le emozioni dagli sguardi dei bambini, non sono descrivibli a parole, ognuno di noi li vive in modo diverso, la proiezione di se stesso, la formazione, l'appartenenza di censo, la sensibilità, le aspettative...e altre ricchezze o povertà di pensiero fanno si che l'esperienza della conoscenza sia cosa unica e personale.

Notti lunghe fino all'albeggiare sul mare, vissute intensamente nei vicoli, nelle piazzette tra un drappello e l'altro ad ascoltare le chitarre manouche, flamenco, sguardi, gioia, brezza marina, profumi inebrianti di macchia mediterranea, sensazioni...come fare a dipingere un quadro esaustivo? Non è fattibile, ci sono molte variabili personali, la più elastica è l'età e il periodo storico in cui si vivono certe esperienze, come un libro rileggendolo in età diverse, lui nel bene e nel male è cresciuto con noi.

Il ricordo indelebile che mi porto dentro sono gli sguardi, i volti, le facce, molti occhi che non mi hanno mai imbarazzato. La conoscenza dell'altro è arricchente, nella misura in cui ognuno di noi è disposto a mettere a nudo la propria anima.

 

Gerry Di Fonzo

 

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Articolo pubblicato il 25/05/2023