«Il cinghiale non è una specie pericolosa» sostiene Marco Francone

Lo scrive nella sua Lettera aperta alla Direttrice dell’Ente di gestione delle aree protette del Po e alla Direttrice dell’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato inviato da Marco Francone, Responsabile LAV Lega Anti Vivisezione Onlus Sede di Torino, che contiene la sua Lettera aperta alla Direttrice dell’Ente di gestione delle aree protette del Po e alla Direttrice dell’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali, relativamente al previsto abbattimento dei cinghiali.

Civico 20 News, nel confermare la sua tradizione di tribuna libera e aperta, ovviamente ospiterà le voci di critica e di proposte alternative a questa problematica (m.b.).

 

Lettera aperta alla Direttrice dell’Ente di gestione delle aree protette del Po e alla Direttrice dell’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali

 

Oggetto: Parchi, da riserve a cimiteri per animali

 

Buongiorno Direttrici delle aree protette dei Parchi Reali a e del Po,

abbiamo letto del vostro accordo per l’abbattimento di cinghiali e vi proponiamo dunque alcune riflessioni. Non è l’abbattimento la soluzione del “problema cinghiale”. I danni arrecati alle coltivazioni agricole e gli incidenti stradali sono causati dall’attività venatoria.

 

1) IL VERO PROBLEMA È LA CACCIA.

La responsabilità della diffusione del cinghiale è del mondo venatorio.

La caccia è la causa del proliferare dei cinghiali con i conseguenti danni all'agricoltura, soprattutto se fatta con l'uso dei cani. Con l’apertura della caccia aumentano gli incidenti stradali e gli animali cercano rifugio anche nelle aree urbane. I cani costringono i branchi ad uscire dalle zone boscate dove non causano danni, li disperdono e li disgregano. Di fronte ai branchi terrorizzati e in fuga nessuna recinzione elettrica posta a difesa delle colture è in grado di resistere. Gli individui adulti vengono preferibilmente abbattuti dai cacciatori per la maggiore quantità di carne che si rende disponibile. Il mercato lecito e quello clandestino alimentano questo circolo vizioso. Le femmine adulte perdono il controllo del branco, si perde la sincronizzazione dell’estro, i giovani migrano, vanno ad occupare altri areali e si riproducono anzitempo. Il cinghiale da specie stanziale diventa specie erratica: in questo modo, invece di ridursi, a causa della caccia, le popolazioni di cinghiale crescono in maniera esponenziale.

Ogni anno aumentano gli animali abbattuti ed i carnieri concessi ai cacciatori, ma contemporaneamente aumentano i danni alle coltivazioni e gli incidenti stradali.

L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e per la Ricerca Ambientale) ha recentemente diffuso i dati relativi agli ultimi 7 anni: gli abbattimenti dei cinghiali sono aumentati del 45%, la popolazione continua a crescere e contestualmente anche i danni alle attività agricole.

 

2) I CINGHIALI SONO STATI INTRODOTTI DAI CACCIATORI

In Piemonte negli anni Settanta il cinghiale non esisteva, è stato introdotto per fini venatori. II mondo venatorio ha gravissime responsabilità e se gli agricoltori pensano che i cacciatori possano risolvere i loro problemi sono degli illusi, perché i cacciatori non hanno alcun interesse a vedere ridotto il numero delle loro prede.

COME RISOLVERE IL PROBLEMA?

- Anzitutto escludere l’attività di caccia e soprattutto l'uso dei cani.

- Vietare l'allevamento e il trasporto dei cinghiali poiché le

immissioni abusive continuano ad esserci.

- Vietare la commercializzazione della carne dei cinghiali per non

alimentare la richiesta del mercato.

- Difendere le colture con i moderni recinti elettrificati che sono

molto efficaci e il cui costo si è nel tempo ridotto moltissimo diventando economicamente convenienti. Sono garantiti per 10 anni, se correttamente utilizzati e manutenuti. Sono alimentati da batterie caricate da pannelli solari installati con accorgimenti antifurto.

- Utilizzare i dissuasori acustici ad ultrasuoni. Il suono, udibile solo dagli animali, non viene emesso in continuazione, ma solamente quando un animale di una certa dimensione è nel raggio d’azione della macchina. Il suono emesso è sempre diverso, così l’animale non si abitua e si allontana sempre (il dissuasore è collegato a una batteria alimentata da pannello solare con sistema antifurto).

- Non lasciare incustoditi i rifiuti organici

Bisogna evitare di lasciare incustoditi i contenitori dei rifiuti organici

durante la notte, e devono essere messi all’esterno solo di giorno.

- Intensificare la contraccezione

La telecontraccezione viene realizzata iniettando a distanza negli animali il vaccino GONACON con apposito fucile. Questo metodo è stato recentemente perfezionato ed ora è possibile con una sola fiala avere un effetto durevole per anni. Naturalmente non è da sottovalutare l’impegno dovuto alla cattura dell’animale e alla sua marcatura visibile da distanza per evitare un secondo intervento contraccettivo non voluto.

La riduzione dei danni e il risparmio conseguito incoraggia nella scelta dei farmaci contraccettivi: il Ministero della Salute ha pubblicato, lo scorso giugno, il bando pubblico “per la selezione di un progetto di sperimentazione per l’uso per via orale del prodotto GONACON dei cinghiali”.

La possibilità della distribuzione con diffusori meccanici dei mangimi antifecondativi è ancora in via di sperimentazione, tuttavia riteniamo che gli sforzi in questa direzione debbano essere incoraggiati.

IL CINGHIALE NON È UNA SPECIE PERICOLOSA

Il cinghiale è una specie elusiva e timorosa dell’uomo, e quindi non è una specie che si possa definire pericolosa. Può diventare aggressiva solamente se viene minacciata e per difendere i piccoli. Alla vista dell’essere umano il cinghiale si allontana. A correre i rischi maggiori sono i cani dei cacciatori che inseguono e aggrediscono l’animale il quale, impossibilitato a fuggire, non raramente li sventra o li ferisce gravemente. A rischio è anche il cacciatore quando con lo sparo ferisce solamente l’animale.

Vi è una stima di circa 2 milioni di cinghiali presenti sul territorio nazionale e molto rari sono i casi di aggressione agli esseri umani. Quando questi si verificano vi è sempre all’origine un comportamento irresponsabile dell’uomo. È molto maggiore il numero di morti causati dai bovini domestici. La vera vittima, qui, è il cinghiale.

La verità è che spesso si crea la paura del cinghiale per poterlo andare a cacciare.

È necessario che le amministrazioni pubbliche prendano atto che solo la sperimentazione di nuovi approcci potrà consentire il raggiungimento del desiderato equilibrio tra gli animali selvatici e l’uomo.

Torino, 24 maggio 2023 Giornata Europea dei Parchi

Marco Francone

Responsabile LAV Lega Anti Vivisezione Onlus

Sede di Torino

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Articolo pubblicato il 30/05/2023