Marocco. Stupro di gruppo ai danni di una minorenne

Per la Magistratura marocchina la "giusta" punizione consiste in 12 mesi di reclusione.

Sempre più spesso ci capita di parlare con persone indignate per la gestione della giustizia e per le condanne blande che vengono inflitte a seguito di atroci reati.

Oggi siamo a considerare come nel 2023 il Marocco mal gestisca i reati compiuti ai danni delle donne.

E’ notizia di questi giorni, infatti, che un magistrato del Tribunale di Agadir ha emesso una sentenza di soli 12 mesi per uno “stupro di gruppo ai danni di una minorenne”.

Le cronache ci dicono che la ragazza in questione aveva solo 15 anni ed “è stata ripetutamente violentata da cinque adulti e un minorenne, a Tata, nel Sud del Marocco”.

A seguito degli stupri la ragazzina è rimasta incinta e ha dato alla luce un bambino.

Tra i suoi carnefici anche l’allenatore della squadra di calcio femminile nella quale ella si allenava e giocava.

Le Forze di Polizia – come fa sapere l’Agenzia “ANSA” – “hanno subito ricostruito i fatti e sono facilmente risalite ai sospettati, quattro dei quali devono scontare un anno di carcere, mentre al più giovane sono stati inflitti otto mesi di carcere minorile. Il sesto si è dato alla fuga”.

Notizie come questa riempiono i giornali internazionali dal momento che all’estero – e specialmente nei Paesi di fede islamica – la donna ha un ruolo molto marginale all’interno della società e, non di rado, viene vista come un “oggetto da poter usare a piacimento”.

Il problema è che soggetti con questa mentalità deplorevole emigrano anche in Europa e, di conseguenza in Italia. Non a caso il Garante dei Detenuti del Lazio, in un rapporto dal titolo “Quante sono le persone straniere presenti nelle carceri italiane” del 7 novembre 2022, ha scritto: “Va segnalato che i cittadini marocchini detenuti in Italia si collocano al primo posto della classifica per nazionalità, rappresentando il 20% del totale dei detenuti stranieri”.

In un momento nel quale il nostro Paese sta facendo i conti con un’emergenza immigrazione, figlia delle politiche lassiste della Sinistra degli ultimi undici anni, è necessario dare “un giro di vite” all’accoglienza indiscriminata onde evitare che anche qui le nostre ragazze, sorelle, mamme e nonne debbano essere vittime di stupri, violenze sessuali, molestie ed altri indicibili reati a sfondo sessuale.

E’ ancora vivo nella memoria dei più lo stupro compiuto da un marocchino ai danni di una 35 enne, in uno degli ascensori della Stazione Centrale di Milano. Era la fine di aprile 2023.

La vittima, una ragazza di origine marocchina, è stata trovata in stato confusionale da una Guardia Particolare Giurata in servizio presso la stazione ferroviaria. L’incaricato di pubblico servizio ha immediatamente allertato gli Agenti della Polizia Ferroviaria che hanno messo in moto la procedura del “Codice rosso”, facendola prontamente soccorrere da un’ambulanza del 118.

Non è stato, purtroppo, un caso isolato visto che all’inizio del mese di aprile, sempre a Milano, questa volta in Corso Como, “una ragazza venne avvicinata da un marocchino di 37 anni, convinta a seguirlo e infine stuprata in Piazza Einaudi dove la giovane resta in balìa dell’aguzzino per tante lunghissime ore” come scrive il giornalista di Rete4 Nicola Porro.

L’Italia non può permettere che le cattive abitudini e i crimini permessi – oltreché blandamente puniti – in Marocco diventino la normalità anche da noi.

Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi (nella foto a sinistra), sta lavorando alacremente per cercare di circoscrivere, arginare ed estirpare il problema alla radice ma va detto – senza paura di smentita – che nelle città in cui ad amministrare v’è il “Partito Democratico” si tende a minimizzare e a negare il dualismo “immigrazione/criminalità”.

Il risultato delle Elezioni Amministrative 2023 ha premiato con forza il Centrodestra, guidato da Giorgia Meloni, nella speranza che la nostra legislazione diventi decisamente più dura e che si possa mettere un punto all’immigrazione irregolare ed incontrollata che sta distruggendo il nostro tessuto sociale ed economico.

Torneremo senz’altro sul tema.

 

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Articolo pubblicato il 02/06/2023