
Si è chiusa l’inchiesta diocesana per la sua causa di canonizzazione
L’Arcidiocesi di Torino comunica che è giunta a conclusione l’inchiesta diocesana per la causa di canonizzazione del Servo di Dio cardinale Anastasio Ballestrero, già arcivescovo di Torino dal 1977 al 1989, del quale il 21 giugno 2023 ricorre il 25° anniversario della morte.
Venerdì 23 giugno 2023 alle ore 16, in Cattedrale, l’arcivescovo di Torino Mons. Roberto Repole celebrerà una S. Messa in sua memoria e in ringraziamento per la sua opera di pastore nella nostra arcidiocesi. Parteciperanno numerosi vescovi, in carica ed emeriti, della Regione ecclesiastica di Piemonte e Valle d’Aosta (CEP). Al termine della Messa si svolgerà la sessione finale dell’inchiesta diocesana, con la firma delle ultime dichiarazioni, la chiusura dei plichi e la loro sigillatura. Saranno presenti alla cerimonia: il delegato episcopale per la Cause dei Santi, don Giuseppe Tuninetti, il Promotore di Giustizia, il Notaio e il Postulatore Generale.
L’evento è realizzato d’intesa con il Postulatore Generale dell’Ordine dei Carmelitani, padre Marco Chiesa OCD, e con il medesimo Ordine religioso dei Carmelitani della Provincia Ligure, della quale fa parte anche la nostra città. La celebrazione è aperta a tutti i fedeli che abbiano piacere di partecipare.
Ripercorriamo, dunque, la sua biografia.
Anastasio Alberto Ballestrero nasce a Genova il 3 ottobre 1913, primo dei cinque figli di Giacomo Ballestrero e Antonietta Daffunchio.
Entra nell'Ordine dei Carmelitani Scalzi e il 6 giugno 1936 è ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di Genova, cardinale Carlo Dalmazio Minoretti. Partecipa al Concilio Vaticano II in quanto Superiore Generale dei Carmelitani, incarico che ricopre per 12 anni, dal 1955 al 1967.
Il 21 dicembre 1973 viene eletto Arcivescovo di Bari e Canosa, con consacrazione episcopale il 2 febbraio dell’anno successivo. Nel 1975 predica gli esercizi spirituali a papa Paolo VI e alla Curia vaticana. Il 1º agosto 1977 è chiamato a succedere al cardinale Michele Pellegrino e venne nominato Arcivescovo di Torino. Papa Giovanni Paolo II lo eleva al rango di cardinale nel Concistoro del 30 giugno 1979. Dal 1979 al 1985 è anche Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.).
Il 5 febbraio 1980 ufficializza la costituzione della Caritas diocesana torinese, dopo un periodo sperimentale durante il quale era stata gestita dall'ingegner Giorgio Ceragioli. In quell'occasione ne nomina direttore don Piero Giacobbo, sostituito nel 1986 da don Sergio Baravalle.
Le sue lettere pastorali e i due convegni ecclesiali diocesani che si tengono durante il suo episcopato (“Evangelizzazione e promozione umana” e “Sulle strade della riconciliazione”) hanno una notevole influenza sul cammino della Chiesa torinese di quegli anni.
Il 14 novembre 1983, dopo la decisione dell'ultimo Re d'Italia, Umberto II, di donare la Sindone alla Chiesa cattolica, viene nominato custode del Sacro Lino; in tale veste rende note le discusse risultanze degli esami effettuati da più laboratori scientifici sulla reliquia, con il metodo del carbonio-14.
Lascia l'incarico di Arcivescovo di Torino il 31 gennaio 1989.
Morirà a Bocca di Magra, nella casa di spiritualità carmelitana dove si era ritirato, il 21 giugno 1998 all'età di 84 anni. È stato sepolto nella cripta dell'eremo del Deserto di Varazze.
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Articolo pubblicato il 20/06/2023