
Una bella storia da raccontare in questi tempi storici abbruttiti dalle peggiori mani dell’umanità
L'artista chierese Sergio Cherubin e la sua Associazione Drum Theatre, dopo vent’anni di lavoro a favore di giovani interessati da alcune forme di disabilità e il loro inserimento nell’universo "ipotetico" della normalità, a ogni nuova occasione non smettono di stupire; neppure pochi giorni fa.
Il dinamismo e la creatività che caratterizzano l’entusiasmo di Sergio Cherubin si arricchiscono sempre di nuove iniziative. Dopo essere giunti in finale ad Italia’s got talent, dopo essere stati ricevuti sul palco di Papa Francesco davanti a 100.000 persone, dopo aver accompagnato con i loro tamburi l’alzabandiera dei Carabinieri all’apertura delle Paralimpiadi e altri innumerevoli manifestazioni di appartenenza e di inclusione di giovani “diversamente uguali”, questa volta Sergio Cherubin se n’è inventata un’altra, grazie a un “tamtam” tra gli angeli del mondo, persone di buona volontà e quelle cose che non capitano mai per caso.
Link progetto Drum Theatre; https://www.facebook.com/
Occasione scaturita da un giro di contatti partiti dai responsabili del Museo Dell’Auto di Torino e rimbalzati alla Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica; costituita a Torino nel 2018 dalla famiglia, per onorare la memoria del navigatore di rally, vincitore del campionato europeo nel 1972 e quello italiano nel 1974, sempre su Fiat 124 Abarth, rispettivamente in coppia con Raffaele Pinto e con Maurizio Vetrini; oltre che imprenditore, architetto e lungimirante designer nel campo dell’orologeria, e non solo, scomparso nel 2010.
La Fondazione è un entusiasta ente no profit che si propone di valorizzare l’eccezionale collezione di vetture creata negli anni da Gino Macaluso, promuovendo a livello nazionale e internazionale iniziative quali mostre, eventi e lezioni, in collaborazione con musei, università e scuole superiori, con l’obiettivo di rinnovare nei giovani la passione per lo sport motoristico e il car design. Memorie cariche di quel fascino odor dell’olio, dell’alluminio e del ritorno di fiamma, parto della genialità di formidabili tecnici e strumenti per il coraggio di indomiti piloti, che le vetture in bella mostra ancora conservano nella loro irripetibile e glorifica storia.
Nella presente occasione, i responsabili della Fondazione Gino Macaluso avevano invitato a visionare i bolidi da corsa un gruppo di bambini ucraini ospitati nel reparto oncologico dell’ospedale Regina Margherita di Torino, accompagnati da mamme, assistenti e una traduttrice.
Un invito concordato con Casa UGI, l’Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini, nata a Torino nel 1980. Gli stessi responsabili della Fondazione Gino Macaluso, venuti a conoscenza dell’innata abilità di Sergio Cherubin nel sapersi relazionare con ogni problematica fisica e psichica che discrimina alcuni giovani, lo hanno invitato per movimentare l’evento.
Anticipando l’arrivo dei ragazzi e della loro visita all’officina, Sergio Cherubin, è giunto al mattino scordato dal suo fedele scudiero, il giovane Davide Mariano, incredibile miniera di sentimenti custoditi nella sua sindrome di Down. In breve tempo la coppia di artisti ha coinvolto il personale presente, mettendo in opera tutti gli strumenti utili per la sua imboscata sonora. Un trabocchetto a sorpresa che avrebbe coinvolto tutti soltanto qualche ora dopo.
Al termine della visita guidata, il drappello di ragazzi e accompagnatori, alcuni meccanici e i rappresentanti della famiglia Macaluso, organizzatori e ciceroni dell’evento guidato, si sono radunati in un grande capannone che ospita molti bolidi da rally che hanno scritto la storia di questo sport. In quel punto, dotato di un’acustica quasi ecclesiastica, Cherubin, maestro dei suoni, complice l’entusiasmo di alcuni meccanici, poche ore prima aveva allestito la sala delle percussioni, adoperando, come sua consuetudine, materiali e oggetti presenti in loco, impensabili per essere trasformati in strabilianti strumenti acustici.
La kermesse di percussioni è stata introdotta dal ritmico salire di giri di un quattro cilindri dalla voce arrabbiata, modulato sull’acceleratore dal sapiente piede di un collaudatore, complice ed entusiasta, poi è stato il turno di tubi e di bastoni, di metalli sibilanti e del cupo rimbombo dei bidoni…
Nelle mani di Sergio Cherubin e del fedele Davide, ogni materiale svela la sua sonorità latente. Basta intuirla, provocarla e poi diffonderla nell’aria, e suscitando stupore, impianti di scarico legati tra loro, cerchioni superleggeri, taniche della benzina e un volano appeso a una gru per sollevare i motori, una volta percossi con sapiente ritmo tribale, hanno restituito le loro note interiori; una vibrazione armonica che forse nemmeno le molecole dei materiali e quelle forme vuote, concave o convesse, sapevano di poter diffondere nell’atmosfera.
L’imprevista potenza del suono, l’armonia, il ritmo e l’eco che rimbalza, quindi si somma e poi ritorna, hanno coinvolto grandi e piccini, trasferendo gioia e vitalità tanto alle persone presenti, quanto ai vecchi bolidi in pensione, poliedrico scenario quasi vivente e partecipe anch’esso, risvegliato dal letargo e dal ricordo di un rombo diverso, più esplosivo, ma non per questo meno armonioso se ben gestito nel suo brutale urlo nel salire e scendere di giri, nella danza interiore di valvole e pistoni, nel furioso roteare di un alleggerito albero motore.
Bella storia da vivere e da raccontare, sinergia tra l’attrattiva animalesca dei mostri a motore e le tonalità di suoni ancestrali che fanno vibrare il pensiero e il sangue che arriva fino al cuore. Momenti apparentemente nati per caso, ma non è così. C’è bisogno di armonia, di emozione, di memoria, di una grande sinergia che si compatti intorno a una bellezza che spalanca l’animo, prerogativa degli animi buoni e semplici custoditi in giovani diversamente uguali, maestri di amore e sorridenti sentimenti.
Un bel pomeriggio alla Fondazione Gino Macaluso, quasi un magico antidoto per questo tempo storico inaridito da disumane brutalità, dove genti innocenti piangono e pregano per pace e uguaglianza. Anche la grande madre Terra, esausta di soprusi e saccheggi, reclama il ritorno di un mistico omaggio al nostro mondo, che Dio o chi per lui, ci ha lasciato tra le ingrate mani. Un pianeta vivente con il quale dobbiamo tornare a vibrare in naturale armonia.
Pensieri vaganti, mentre la sala si svuota e il silenzio della sera ritorna tra i bolidi, anch’essi trascinati in un mondo onirico, costellato di suoni graffianti ed epici duelli tra macchine potenti e valorosi cavalieri. Un mondo che a molti appassionati manca.
Cronistoria di una giornata sviluppata sulle note genuine e improvvisate che diffondono emozione. Più di un buon motivo per organizzarne un’altra in quel tempio di auto storiche, forse anch'esse stupite quante nuove sensazioni possono darsi appuntamento in uno spazio intriso di armoniosa, meccanica bellezza conservata a testimonianza di altre vibrazioni forti, di sport e di storia scolpite nel tempo.
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Articolo pubblicato il 30/10/2023