Parlare per non dire nulla?

Usi impropri e dissacranti del linguaggio

Propongo ai Lettori qualche esempio di come sia possibile utilizzare in modo diversamente canonico il linguaggio corrente. La politica, la scrittura ironica e persino la poesia possono prestarsi a degli utizzi piuttosto originali delle varie lingue, snaturando il senso comune delle parole.

Quel gergo indecifrabile fatto di parole che si sovrappongono e si combattono, affastellate come scartoffie sulle disordinate scrivanie di improbabili archivisti, sembra nato solo per creare confusione e disorientamento.
Dante Alighieri utilizzava la Poesia per esprimere contenuti segreti o esoterici, abilmente nascosti da significati letterari, allegorici o morali. Si trattava di una autentica necessità, dovuta al rischio concreto di finire sui fornelli di quella Inquisizione che appestava l’aria l’olezzo di carne bruciata.
Dante stesso sapeva che un autentico Maestro non doveva solo insegnare all’allievo significati e metafore di matrice simbolica, ma soprattutto doveva stimolarlo al Lavoro di decifratura, indispensabile alla autentica comprensione dei testi.
Ora il linguaggio, soprattutto quello politico, assurge ad altro ruolo, ovvero a quello di maschera impenetrabile che soffoca volutamente qualsiasi tentativo di comprensione, esprimendo contenuti vuoti che possono essere compresi in modi differenti, a volte anche da persone con la stessa formazione culturale.
Gli usi impropri di vocaboli rari, di termini declinati in altre lingue, o di frasi prese a prestito da Autori spesso sconosciuti… hanno lo scopo di rendere piacevole la lettura o l’ascolto, senza donare, volutamente, alcuna chiave di chiara interpretazione.


“Le eccentriche sinergie interpretative che accompagnano lo svelarsi di panorami economici, frutto di accurate analisi multimediali, concorrono alla realizzazione di forme metastabili legate a processi interni di complessa rilevanza tecnologica.
Coloro che parteciperanno al progetto XXY conosceranno nei dettagli gli eventi che hanno determinato, con le necessarie competenze e le più originali espressioni di una autentica creatività commerciale, gli scenari che proprio in molti paesi della vecchia Europa hanno saputo e voluto adottare con ottimi profitti.
Come sostenne G. Gutterford, "ogni momento può essere quello decisivo e ogni opportunità dovrà fare i conti con la tempestività di una risposta che possa portare a risultati favorevoli."
Nonostante le divergenze interne, divergenze ampiamente previste dai modelli teorici, le risposte potranno avere valenze sinergiche anche nei confronti di quelle situazioni, che a maggior ragione sono definite “difficili”.

Tenendo debitamente conto che le future generazioni potranno, se lo vorranno, creare quelle interferenze positive, adatte a migliorare il Progetto per riproporre in Futuro quell'Humus cilturale che saprà alimentarle con rinnovata creatività.”


Mi perdoneranno i Lettori per questa profusione di sciocchezze, volutamente prive di significato… ma era solo per fare un esempio.
Parole e significati non sempre riescono a sposarsi, altre volte sembrano configgere apertamente per dar forma a dei “Non Contenuti”, in grado di mascherare ciò che si decide di tener nascosto.
Ciò che ascoltiamo soprattutto dai media potrà anche apparire interessante e ben costruito, addirittura accattivante o seducente, tuttavia molto spesso i contenuti che vengono trasmessi risultano mascherati dalle parole con funzione puramente decorativa che tradiscono trabocchetti interpretativi aventi lo scopo di confondere i concetti.

Differenti aspetti legati al "senso" delle parole, vengono proposti dall'utilizzo umoristico dei termini, dove i significati seri cedono il passo ai calenbour o ai giochi di parole che ci disorientano per un attimo come autentici Koan Zen.
I Maestri del Calenbour sono spesso Maestri di enigmistica, dove significati e giochi di parole si fondono per creare, a volte, piccoli capolavori.


Stefano Bartezzaghi, il notissimo giornalista e scrittore pilastro de “La Settimana Enigmistica”, ha pubblicato molte frasi riconducibili ad autentici Calambour, eccone alcuni esempi:
“Informare è dare una forma all’opinione pubblica: i media non sono semplici trait d’union fra un emittente e un pubblico ma ambienti, e prima ancora che informazione devono offrire avvolgimento e coinvolgimento.”
“Non si indaghi sui reatisessuali dei notabili. Distinti signori, d’istinti s’ignori.”
“Lo rigano con l’origano.”

 

Un altro grande cultore dell’Arte del Significato ambiguo delle parole è sicuramente Alessandro Baricco, pubblichiamo qualche citazione dal suo capolavoro “Oceano Mare:
“La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso, il destino, quando, d’un tratto, esplode.”
“Voi avete dei cattivi ricordi, dottore. E dei cattivi ricordi guastano la vita. “È una vita cattiva, Marie, che guasta i ricordi.”
“Io verrei qui e vi porterei via, per sempre.” Sorride, Ann Deverià. “Riditemelo Bartleboom. Proprio in quel tono lì, vi prego. Riditemelo.”
“Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi.”
“Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio… Tutto quell’infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.”
“Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni.”
“Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto: il mare chiama.”


Ovviamente non si tratta solo di calembour ma di autentica poesia… le Parole usate ad arte possono ingannare o far sorridere, ma in qualche caso aiutano a vivere.

Altri esempi di "giochi di parole" potrebbero essere: "Che Dio ce ne Scampi e Totani..."   "Essere nell'occhio del Ciclope"... "Mi sembra il dio Bifronte - per indicare il Parmi-Giano..." ... e via così ... per strappare un piccolo sorriso.

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Articolo pubblicato il 02/11/2023