Il Rigassificatore di Vado Ligure bocciato e "rimandato" da ISPRA

Una lunga relazione di 96 pagine documenta rischi e criticità del contestatissimo progetto ligure

Proseguiamo con gli aggiornamenti relativi a uno dei progetti più discussi e contestati della Regione Liguria.
Ci riferiamo, ovviamente, al Progetto Rigassificatore Golam Tundra e alle opere a terra, relative allo stoccaggio di gas nel Comune di Bergeggi.
Questa volta ad alzare la paletta contro l’opera fortemente voluta dal Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è l'ISPRA, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, soggetto competente in seno alla Conferenza dei Servizi.


In un faldone di 96 pagine, l’ISPRA, mette in forte evidenza numerosissime criticità, specificando i rischi di un progetto debole sotto molti aspetti.
Non si tratta proprio di una bocciatura definitiva, ma piuttosto di una richiesta di sostanziali modifiche relative a quello che sembra essere un progetto incompleto e carente da molti punti di vista.


Come abbiamo già sottolineato in altri, precedenti articoli, vi sono caratteristiche meteomarine che rendono insicura l’istallazione della nave rigassificatore in una zona delicata come quella di Vado Ligure-Savona-Bergeggi.
Ispra stessa scrive:

"Data l'importanza dell'opera e il contesto ambientale particolarmente esposto a mareggiate di grande intensità, il progetto di studio idrodinamico attualmente proposto risulta insufficiente ... È imperativo pianificare un'analisi approfondita". Si suggerisce in particolare di ampliare lo studio meteomarino considerando anche gli eventi estremi. "Occorre che il progettista verifichi, in via preliminare, le condizioni di potenziale esposizione della Fsru Tundra, delle strutture di attracco e trasferimento ... a potenziali eventi di tsunami".


Si tende spesso, per varie cause piuttosto comprensibili, a sottostimare i rischi e le criticità di progetti che sembrano studiati in modo frettoloso da tecnici non sempre adeguati a valutare i rischi di opere, forse, troppo grandi e complesse.
La dimostrazione è presente nelle 96 pagine di puntuali sottolineature che dovranno essere affrontate ed elaborate.
Proponiamo al Lettore una sintesi che si svilupperà in più articoli del Documento in oggetto, evidenziando alcuni punti particolarmente critici e significativi.
In questa prima analisi accenneremo ai problemi sismici e biologici, relativi a flora e fauna sia terrestre che marina e alla loro esposizione agli inquinanti scaricati dalla Golam Tundra. Per comprensibili ragioni questo articolo, come quelli che seguiranno, sarà molto tecnico e i contenuti ricchi di dati, estrapolati da alcuni punti della lunghissima relazione di ISPRA.


Accedendo al presente Link sarà possibile consultare il documento completo e ufficiale di ISPRA:
 


Criticità legate alla biologia ed ecologia dell’area interessata:
L’area di intervento a mare ricade nel Santuario per la Protezione dei Mammiferi marini “Pelagos” (cod. EUAP1174) istituito ai sensi della L. No. 391 dell’11/10/2001. 
Nell’area di intervento alla distanza di circa 2,5 km a nord e a sud del tracciato della condotta sottomarina è stata segnalata la presenza di due praterie di Posidonia oceanica
Nell’area di intervento lungo il tracciato della condotta è stata inoltre segnalata la presenza di Cymodocea nodosa su matte morta di Posidonia, che non verrebbe comunque interessata da opere di escavo in quanto la posa della condotta sarà realizzata con la tecnologia trenchless. 
È possibile la presenza di banchi a Coralligeno nel tratto di fondale dove è previsto il posizionamento di una parte dei sistemi di ancoraggio per la FSRU. Pag 3


PMA, Piano di Monitoraggio Ambientale:
Si richiede di approfondire, in via preliminare, l’analisi della eventuale formazione di “schiume”, potenzialmente generate dall’immissione in mare delle acque provenienti dal processo di rigassificazione, fornendo un modello che tenga conto oltre che dei parametri fisici della colonna d’acqua e tecnici dello scarico, anche della componente organica (particellato sospeso e/o fitoplancton), che potrebbe concorrere alla loro formazione. 
La documentazione progettuale dovrà essere integrata anche con le specifiche sugli accorgimenti tecnici ed operativi necessari a prevenire, limitare e contenere la loro formazione, nonché le azioni di mitigazione che potrebbero essere messe in atto, se si dovesse presentare questo fenomeno. 
Inoltre, in presenza di “schiume” si richiede di eseguire, in accordo con gli Enti di controllo, campionamenti e determinazioni fisiche, chimiche ed ecotossicologiche per valutare eventuali rischi per l’ecosistema acquatico.
Problemi di natura geologica e sismica hanno e possono interessare l’area in oggetto:


La costa Ligure è stata storicamente interessata da vari eventi di tsunami, innescati da sorgenti sismiche e anche da eventi di frana (Maramai et al., 2014. Euro-Mediterranean Tsunami Catalogue (EMTC)-https://doi.org/10.13127/tsunami/emtc.1.0). 
In particolare, lo tsunami indotto dal terremoto del 23 febbraio 1887 ha prodotto effetti di rilievo lungo le coste Ligure e Toscane, con valori di runup fino a 1,5 metri ed effetti di intensità 3 (abbastanza forte – Ambraseys, 1962). 
Il modello di pericolosità adottato in ambito SiAM, indica condizioni di pericolosità affatto trascurabili per le coste della Liguria e fenomeni di potenziale inondazione abbastanza estesi per il settore di Vado Ligure (http://sgi2.isprambiente.it/tsunamimap/). 
Le caratteristiche morfologiche dei settori costieri emersi e di quelli adiacenti sommersi, la presenza di foci fluviali che alimentano gli accumuli sulla piattaforma continentale di sedimenti sciolti, la presenza del canyon di Vado Ligure, sono tutti elementi che giocano un rilevante ruolo predisponente per fenomeni gravitativi che possono evolvere in mare e generare fenomeni di maremoto.  Pag 29.


Problemi di natura ecologica e biologica dovuta alla presenza di Vertebrati nell’area terrestre interessata dalle opere di trasferimento del gas nella zona di Vado Ligure, Quiliano, Altare:
In riferimento agli aspetti faunistici, l’inquadramento della componente viene effettuato solo sulle classi dei Vertebrati terrestri ed è basato su dati dei formulari standard dei siti Natura 2000, della banca dati LIBIOSS e degli strumenti di pianificazione. 
Relativamente ai formulari, non sempre i dati contenuti sono aggiornati alla letteratura più recente. Delle diverse specie animali citate nello studio, non vengono evidenziate quelle minacciate (sensu IUCN), né quelle il cui stato attuale di conservazione è particolarmente critico
Non vengono altresì segnalate le specie animali incluse nell’allegato D del DPR 357/97, che Pagina 42 di 95 richiedono una protezione rigorosa anche al di fuori dei siti Natura 2000. 
Non essendo state (ancora) svolte indagini faunistiche ad hoc, le valutazioni dello stato ambientale attuale e degli impatti non sono basate su una conoscenza (per quanto possibile) attuale dell’area in esame. Pagg 41 - 42


Flora. In fase di caratterizzazione non è stata condotta l’analisi floristica, volta a rilevare le specie vegetali presenti nelle aree interessate dalle opere ed in particolare quelle soggette a sottrazione e frammentazione di habitat. 
Ciò non permette di evidenziare l’eventuale presenza di specie di interesse conservazionistico con particolare riferimento alle specie minacciate di estinzione, protette dalla legge regionale di tutela della flora spontanea e di interesse comunitario. 
La caratterizzazione di base del corridoio di studio, la carta della vegetazione e la valutazione degli impatti sono basati su differenti sistemi di classificazione della vegetazione: nel primo caso gli habitat Corine Biotopes, nel secondo classi di vegetazione su base per lo più fisionomica, nel terzo, per la fase di cantiere categorie Corine Biotopes, mentre per la fase di esercizio categorie miste (Querceto a roverella frammisto a castagneto, Ambiente boschivo, Area prativa). 
Questa disomogeneità non permette di capire con chiarezza quali fitocenosi siano interferite e la loro localizzazione nella carta della vegetazione
Non c’è una indagine di dettaglio per verificare l’eventuale presenza di habitat tutelati dalla Direttiva europea 92/43/CE (che sono tutelati anche al di fuori della Rete Natura 2000). 
L’elaborato cartografico PG-VEG-D-35680 citato nell’ambito della caratterizzazione vegetazionale del corridoio di studio non è presente nella documentazione. Pag 46


Per quanto riguarda gli habitat marini e le comunità bentoniche presenti in prossimità dell’opera in progetto, il riferimento principale da cui sono estrapolate le informazioni è costituito dalla mappatura degli habitat consultabile sul sito della Regione Liguria: “Atlante degli Habitat Marini Regione Liguria (2020)”
Con particolare riferimento all’habitat 1170, l’ambiente coralligeno viene indicato come uno degli habitat maggiormente rappresentato nell’area di studio (paragrafo 7.3.1). ÿ Sezione IV: “Stima dei potenziali impatti ambientali e misure di mitigazione”. 
Nel capitolo 6 e nella Tabella 6.6 il proponente indica le interazioni tra il progetto (Interventi/Opere Offshore) e il fattore ambientale Sistema Paesaggistico: • IT1323271 “Fondali Noli – Bergeggi e IT1323202 “Isola Bergeggi - Punta Predani”: In fase di cantiere le interazioni possono essere dovute a: presenza fisica del cantiere, dei macchinari e dei mezzi per l’installazione del terminale FSRU e del sistema di ancoraggio e della torretta; posa della condotta di allacciamento FSRU Alto Tirreno - tratto a mare. 
In fase di esercizio le interazioni possono essere dovute a presenza fisica del terminale FSRU Alto Tirreno e del sistema di ancoraggio. Nel capitolo 6 e nella Tabella 6.7 il proponente indica le interazioni tra il progetto del metanodotto di allacciamento FSRU di Vado Ligure e il fattore ambientale Sistema Paesaggistico: • IT1323271 “Fondali Noli – Bergeggi”: In fase di cantiere, in considerazione della distanza dall’area tutelata della tipologia stessa di opere da realizzare, si escludono impatti ambientali significativi in fase di cantiere. 
… il proponente esplicita come le possibili interferenze relative al Terminale FSRU con gli habitat marini, riguardano essenzialmente il sistema di ancoraggio costituito da 6 linee di ormeggio distribuite uniformemente con 60 gradi tra le linee. 
Secondo la cartografia degli habitat reperita sul portale della regione Liguria, nell’area in cui verrà ubicata la FSRU si evidenzia la presenza di frammenti di biocostruzioni. 
… Vengono prese in considerazione le formazioni a Pagina 54 di 95 coralligeno e le specie di interesse conservazionistico/comunitario presenti sulle secche costiere di Vado Ligure, secche a maggiore profondità di Vado Ligure, Scoglio “dei Maledetti”, Secca del Mantice, Canyon di Noli. Nel paragrafo 8 vengono analizzati gli elementi relativi all’habitat 1170 inerenti i già citati Siti Natura 2000 a mare limitrofi all’area di studio. Viene successivamente esaminata l’Area Marina Protetta “Isola di Bergeggi” ed in particolare gli habitat di interesse comunitario ricompresi nella relativa perimetrazione esterna, utilizzando la mappatura: “Atlante degli Habitat Marini Regione Liguria” (2020)   Pagg 54-54


Sulle caratteristiche meteomarine, fra i punti più discussi, Ispra scrive:                                                                                                                                          "Data l'importanza dell'opera e il contesto ambientale particolarmente esposto a mareggiate di grande intensità, il progetto di studio idrodinamico attualmente proposto risulta insufficiente ... È imperativo pianificare un'analisi approfondita". Si suggerisce in particolare di ampliare lo studio meteomarino considerando anche gli eventi estremi. "Occorre che il progettista verifichi, in via preliminare, le condizioni di potenziale esposizione della Fsru Tundra, delle strutture di attracco e trasferimento ... a potenziali eventi di tsunami". 
Osservazione 5. Nel capitolo 6 ed in particolare nella Tabelle 6.6 3 6.7 (Studio Impatto Ambientale - Sezione IV) non viene riportata l’Area Marina Protetta “Isola di Bergeggi” (codice EUAP 0911) tra l’elenco delle aree naturali protette che possano riscontrare eventuali interferenze con il progetto in esame...  


… Nel paragrafo 8 del documento “REL-100-E-00101 – Studio Impatto ambientale”, nelle valutazioni relative ai Siti Natura 2000 direttamente o indirettamente interessate dalle attività di progetto e dismissione, non vengono considerate le nuove riperimetrazioni proposte dalla Regione Liguria, complementari alla nuova proposta di delimitazione del pSIC per la tutela del Tursiope nel Mar Ligure, approvata con deliberazione della Giunta regionale n.414 del 5 maggio 2023. 8. Nel capitolo 6 del documento “REL-AMB-E-000006_PMA – Piano di Monitoraggio Ambientale”, alla sezione 6.3 “Fondali Marini” vengono prese in considerazione esclusivamente le Pagina 57 di 95 componenti macrozoobentoniche nelle aree di intervento.  Pag 56


Come si può notare la relazione molto accurata di ISPRA, prende in esame tutti gli aspetti critici di un progetto, a detta di molti, nato male, in fretta e senza i requisiti minimi di sicurezza.
Prossimamente esamineremo altri punti della relazione sopracitata. 

 

Fotografie di G. Guerreri
 

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Articolo pubblicato il 13/11/2023