Storia dell’Ospedale Gradenigo di Torino

Sorto il 29 gennaio 1900, grazie al medico veneziano Giuseppe Gradenigo

Lunedì 29 gennaio 1900, in via Reggio 2, affacciato sulla Dora e distante poco più di un chilometro dall’attuale sede, apre i battenti l’Ospedalino Gradenigo, “Ambulatorio gratuito per i poveri, clinica a pagamento per gli infermi e scuola di specializzazione in Otorinolaringoiatria”. A volerlo, fondarlo e dirigerlo è il professor Giuseppe Gradenigo (Venezia, 29 settembre 1859 – Treviso, 15 marzo 1926), docente ordinario all’Università di Torino. In questa sede accademica, il 1° giugno 1889 assume la direzione della sezione otorinolaringoiatrica dell'ambulatorio policlinico (1889-94), che si trova nell’antica sede dell’ospedale San Giovanni, poi della clinica otorinolaringoiatrica (1894-1917). Egli è figlio del conte veneziano Pietro Gradenigo, titolare della cattedra di clinica oculistica dell'Università di Padova, e di Ernesta Canto.

Nel 1890 Giuseppe Gradenigo diventa insegnante di otologia (1) e rinolaringoiatria; nello stesso tempo, inizia a svolgere l'attività clinica utilizzando i dieci posti letto messigli a disposizione, per i ricoveri e gli interventi chirurgici, presso alcuni locali della clinica chirurgica generale diretta da Antonio Carle (2). L'inadeguatezza dei mezzi e l'angustia degli ambienti lo inducono a fondare l'ospedale privato Gradenigo, che all’inizio funge da casa di cura per infermi solventi, da ospedale gratuito per i poveri e da scuola di perfezionamento in otorinolaringoiatria.

Nel 1893, con Emilio De Rossi, fonda la rivista Archivio Italiano di Otologia, Rinologia e Laringologia.

Nel nuovo ospedale lavorano da subito, accanto a lui, le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, già operanti tra le corsie dell’Ospedale San Giovanni e qui messe al servizio di una struttura nata nel segno di “scienza e carità”.

Suor Clementina Campagnani (1864 – 1942) svolge un ruolo decisivo nell’individuazione di una nuova sede, necessaria ad accogliere il gran numero di malati e bisognosi che vi si rivolgono. Viene scelta, come sede, la villa esistente tra le vie Porro e Ricasoli, nel quartiere Vanchiglietta, appartenuta a un sedicente principe russo (espulso per spionaggio, secondo le cronache dell’epoca) e poi a un ingegnere torinese. Suor Clementina è la prima a immaginarne la destinazione: “Il villino per i pensionanti di prima categoria; il rustico per l’ambulatorio e la scuola otorinolaringoiatrica; il terreno fabbricabile per i poveri”. Il “nuovo” Gradenigo apre, quindi, in via Porro 2, nel gennaio 1904.

Durante gli anni del primo conflitto mondiale, il professor Giuseppe Gradenigo presta servizio, con il grado di tenente colonnello medico, nelle strutture universitarie da lui dirette e presso il suo ospedale privato, che “militarizza” per l'assistenza ai feriti di guerra: per far fronte ai particolari problemi prospettati dagli eventi bellici, si occupa di patologia di guerra reale e simulata e, in collaborazione con il fisiologo Amedeo Herlitzka (3), crea il laboratorio psicofisiologico per indagini selettive sui candidati aviatori, del quale cura il funzionamento in qualità di ispettore di sorveglianza.

Egli è anche autore di lavori a carattere storico-medico, tra i quali si ricordano: Fu Helmoltz veramente l'ideatore della teoria dell'audizione che porta il suo nome? in Arch. italiano di otologia, rinologia e laringologia, XXVII (1916), pp. 485-495; Una grave epistassi di Ugo Foscolo, ibid., XXXI (1920), pp. 276 e segg.; Le allucinazioni uditive di un visionario del secolo XVIII, ibid., pp. 277-279.

Nel 1917 il professor Gradenigo lascia Torino per Napoli, dove è nominato direttore della cattedra di otorinolaringoiatria.

Nel suo testamento si legge: «Voglio che il mio Ospedale venga conservato come di specialità otorinolaringoiatrica, che porti il nome di Ospedale Gradenigo e che alla sua direzione rimangano le Figlie della Carità che con tanta bontà, amore e intelligenza lo reggono dal 1900 in poi».

Il professor Gradenigo ha dato il proprio nome alla sindrome di Gradenigo, o sindrome di Gradenigo - Lannois: una complicazione dell'otite media, conseguenza di una infiammazione purulenta dell'apice dell'osso temporale. Si caratterizza per una triade sintomatologica che consiste in: otorrea mucopurulenta; paralisi del VI nervo cranico (che innerva il muscolo retto laterale dell'occhio); interessamento del nervo trigemino con nevralgia.

Figura di primo piano in campo clinico e scientifico, fu uno dei pionieri dell'otorinolaringoiatria mondiale; studioso di tutte le branche della specialità, sarà autore di circa 400 pubblicazioni, molte delle quali accolte in autorevoli periodici stranieri. Per i suoi grandi meriti scientifici, è nominato Commendatore della Corona d'Italia e della Corona di Romania, Cavaliere Ufficiale dei Ss. Maurizio e Lazzaro, Commendatore dell'Ordine di San Tommaso d'Aquino.

Dopo la sua morte, l’Ospedale Gradenigo, durante la Seconda Guerra Mondiale, è gravemente colpito dal bombardamento del 13 luglio 1943, che di fatto ne blocca l’attività.

Nel 1948 la Superiora Suor Vittorina Clerici avvia la rinascita del Gradenigo, con la ricostruzione dei laboratori, degli ambulatori e della chiesa; in questi lavori, la struttura di via Porro viene sopraelevata di un piano e si costruisce una moderna sala operatoria. Un documento del 30 novembre 1952 descrive il Gradenigo come una struttura «di 80 letti divisi in camerette da 1 – 2 – 3 al massimo sei letti, che cura ammalati di ORL, Oculistica e Chirurgia generale», dove «gli ammalati vengono volentieri a farsi curare perché con la carità solita a ogni Figlia della Carità trovano un ambiente familiare che fa loro dimenticare la pena della lontananza dalle loro case».

L’Ospedale registra altri ampliamenti: sotto la direzione di Suor Claudia Monghisoni, tra il 1964 e il 1968, viene costruito quello che ancora oggi è il suo corpo principale, struttura rinnovata all’inizio degli Anni Novanta che, nel nuovo secolo, va a espandersi sull’area ex Atm concessa dal Comune di Torino. A fronte della crescita di superficie e dipendenti, si registrano le prime difficoltà economiche dell’Ospedale, che verrà infine affidato a un soggetto esterno, in grado di rilanciarlo: dal 2014 registra il progressivo ingresso di Humanitas che, dal 1° gennaio 2016, prende in carico l’intero ospedale e il suo pronto soccorso.

Da qualche tempo sono terminati gli ultimi lavori di ampliamento e, in fondo al corridoio che conduce al reparto della libera professione, si può ammirare la lapide che ricorda i tranvieri torinesi caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale. Come mai si trova qui? Perché in questi locali l’A.T.M. (Azienda Tranvie Municipali, poi G.T.T.) ha avuto la sua direzione, prima del trasferimento nel nuovo palazzo di corso Turati. E questa sarebbe una storia torinese, da declinare fra Vanchiglia e Vanchiglietta.

 

Note

1) L’otologia è la branca della medicina che si occupa dello studio dell’orecchio e delle sue patologie; costituisce una parte dell’otorinolaringoiatria, dedicata alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento delle patologie dell’orecchio, del naso e della gola.

2) Antonio Carle (Chiusa Pesio, 3 maggio 1854 – Torino, 23 febbraio 1927), medico e docente universitario, ricopre una lunga serie di incarichi: libero docente di Propedeutica chirurgica (1885), professore incaricato di Patologia speciale dimostrativa chirurgica all'Università di Torino (29 agosto 1893), chirurgo primario dell'Ospedale Mauriziano di Torino (1888); membro del Consiglio Superiore di Sanità e presidente della Società medico-chirurgica di Torino (1919-1921). Sarà nominato Senatore del Regno d’Italia il 3 giugno 1908.

3) Amedeo Herlitzka (Trieste, 1872 – Torino, 1949) fisiologo. Docente all'università di Torino dal 1909, durante la Prima guerra mondiale presiede l'Istituto per gli esami psicofisici degli aviatori e successivamente ottiene la direzione dell'Istituto Angelo Mosso. Si occupa di fisiologia della vista e dei muscoli, inventando accurati strumenti, tra cui il pletismografo. In seguito all'adozione delle leggi razziali fasciste del 5 settembre 1938, in quanto ebreo, dove lasciare l'insegnamento ed emigra in Sudamerica.

Fonte delle illustrazioni: cartoline collezione privata.

 

 

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Articolo pubblicato il 29/01/2024