La vena poetica di Beppe il Matto
Beppe il Matto ci racconta l'ispirazione da cui scaturì la sua poesia, semplice ma colma di sentimenti, delicatezza e Amore.
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Correva l’anno 1955.
Facevo il militare nel 24° artiglieria pesante campale , di stanza in Sicilia
Era il mese di luglio, e facevamo una esercitazione di tiro, a 14 Km con piazzamento degli obici In un bosco, denominato bosco di “ficuzza”. Eravamo 30 militari più 6 graduati e 4 ufficiali
Questo bosco si trova a circa due Km in linea d’aria, da un paesino della Sicilia chiamato Corleone. Un paesino bello da vedersi anche da due Km. distanza, con le sue case ordinate e tutte in pendio.
I nostri superiori prima di farci andare in libera uscita, ci hanno tenuto un corso di comportamento sottolineando il fatto che ci trovavamo in un paesino dalle antiche tradizioni, al centro della Sicilia . Per cui ci veniva espressamente ordinato 1°non attaccare briga per nessun motivo 2° salutare sempre tutte le persone che imbattevamo, anche se ovviamente non li conoscevamo 3° non guardare con insistenza le persone (pochè poteva arrecare offesa) 4° non posare lo sguardo sulle donne per più di tre secondi ( siano esse giovani o anziane) ma incrociarle a testa bassa e salutare con educazione e senza accenti ironici.Con queste premesse, 15 militari scelti in ordine cronologico, andavamo in libera uscita per visitare il paese.
CORLEONE: Come si entra in paese c’e una bella piazza con una bella cattedrale sulla destra e un bel bar. A sinistra, c’è una stradina leggermente in salita, a sinistra della stradina e perciò a monte ci sono le case,Tutte con balcone che si affaccia sulla piazza. Tutti i balconi sono adornati di bellissimi fiori è uno spettacolo della natura una vista da cartolina. Io con due miei amici ci incamminammo su per quella stradina da incanto. Dopo circa 50 metri in uno di questi balconi c’era affacciata una bella ragazza bruna sorridente i miei amici continuarono a camminare mentre Io contravvenendo agli ordini mi fermai a guardarla per oltre un minuto. Ero come incantato da tanta bellezza. Rimasi fulminato dal suo sguardo, era AMORE a prima vista senza averle rivolto una parola.
Tornammo sulla piazza erano verso le 11 di mattina ,c’erano in piazza trenta o quaranta persone,tutti uomini e tutti con una mantella scura dalla cui estremita’ fuoriuscivano per buoni venti centimetri le canne di una doppietta. Formavano dei gruppetti di tre’ quattro o cinque persone. Avevano accompagnato a messa le donne che erano tutte in chiesa. Con stupore notammo che nella piazza c’erano anche due carabinieri in divisa, e con sottobraccio il mitra. Rimasi un po’allibito nel vedere questa particolare cartolina
Mi ero seduto su un muretto al’ombra di una pianta, e da li vedevo sia la piazza che la stradina con i balconi tutti in fiori, in uno dei quali ogni tanto si affacciava la fanciulla del mio cuore. Intanto le donne uscivano dalla chiesa, e scortate dagli (uomini a gruppetti) si avviavano verso le proprie abitazioni, rimasi ancora per qualche minuto a contemplare il paesaggio che era meraviglioso
ma il mio cuore era rimasto su quel balconcino in fiore. Non potevo fare a meno di ritornare per rivederla, quindi con molto “timore” mi incamminai da solo per quella stradina. La ragazza era ancora affacciata al balcone. Contravvenendo ancora una volta agli ordini, mi fermai ad ammirarla per diversi minuti, avrei voluto parlarle e forse l’avrei fatto, se nel frattempo non mi avessero raggiunto i miei commilitoni che prendendomi sottobraccio dissero andiamo ( non è roba per noi)
La domenica successiva andarono in libera uscita i restanti quindici marmittoni. Poi il lunedì smontammo il campo(l’esercitazione era finita) . Non vidi più il paese di Corleone, né tanto meno la ragazza che mi era rimasta nel cuore è che ancora a distanza di anni ricordo, e alla cui, una settimana dopo il rientro in caserma ho dedicato una poesia, sarà bella sarà brutta - ma ammè piace.
AMORE CON TIMORE
Tu mi apparisti un dì bella più dei tuoi fiori
No, tu non fosti ladra ma ammè rubasti il cuore
A te detti quel giorno tutta l’anima mia
Rimasi senza cuore ferito in quella via
Son rimasto un relito nel mondo senza vita
Solo tu puoi donarmi una gioia infinita
Oh! Se tu vuoi donarmi l’anima tua e il tuo cuore
Assieme a te la vita sarà gioia d’amare
Per me tu sei la luce del mondo e del domani
Sei l'amor più profondo che il ciel mi può donare
Beppe il Matto
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Articolo pubblicato il 10/01/2013