(D)elusione fiscale

Se ne parla da decenni, ma si fa sempre troppo poco per combatterla

Nel nostro Paese, potremmo dire da sempre, il problema dell'evasione fiscale è un antico vizio che non riusciamo, o forse non vogliamo, combattere adeguatamente, e dire che con l'arrivo della tecnologia che ci constentirebbe di escludere quasi del tutto la circolazione dei contanti e favorire la tracciatura di ogni transazione effettuata con carte di credito e bancomat non sarebbe poi così difficile sconfiggere definitivamente questa piaga sociale.

L'Italia resta ai primi posti in Europa per l'utilizzo del contante invece che delle carte e visto che siamo anche in testa alle classifiche dell'evasione fiscale non è difficile mettere assieme le due cose e dedurne che politiche che limitassero al minimo l'utilizzo della carta moneta potrebbero portare nelle casse dell'erario più denaro.

Negli ultimi anni, qualsiasi fosse il colore del governo in carica, è sembrato che le cose non migliorassero.

Con l'esecutivo di centro-sinistra presieduto da Matteo Renzi si era alzato l'utilizzo dei contanti da 1.500 euro a ben 3.000 euro senza comprenderne il motivo, dal momento che verrebbe da chiedersi chi ha bisogno di avere in tasca 3.000 euro per effettuare acquisiti più sicuri con carte magnetiche.

Poi c'è stato il breve governo giallo-verde che ha attuato l'ennesimo condono, della (solita) serie se non avete pagato tutto vi perdoniamo e magari vi facciamo pure uno sconticino, alla faccia di quelli che invece le tasse le pagano tutte e subito.

Negli ultimi giorni vi è stata una proposta di quelle che non ti aspetteresti mai da chi l'ha proposta. Confindustria, che per il ruolo che ha parrebbe dover stare dalla parte degli imprenditori tra i quali si nasconde la maggior parte degli evasori, ha avanzato all'attuale esecutivo una proposta decisamente interessante.

L'idea sarebbe quella di applicare una tassazione del 2% ai prelievi da bancomat superiori a una certa cifra che al momento è indicata nei 2.000 euro, allo scopo di disincentivare l'inutile e spesso furbesco prelievo di denaro da far circolare in modo non controllabile e tracciabile.

Probabilmente non se ne farà nulla, poiché l'ala liberale e liberista di questo nostro Paese leverà gli scudi in difesa della libertà individuale, della società che non deve soggiacere ai controlli dello stato padrone e comunista e così, come sempre, saranno i soliti a sottostare al prelievo forzato delle buste paghe da cui è impossibile evadere, mentre gli altri, i liberali di convenienza continueranno a fare i propri comodi all'insegna dell'individualismo che di liberale ha ben poco.

 

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Articolo pubblicato il 18/09/2019