Il riscatto delle fasce medio basse

Rimodulazione IVA, cuneo fiscale, evasione fiscale: il Governo alla prova dei fatti

Dopo un mese dall'insediamento del nuovo Governo, l'esecutivo di Giuseppe Conte si avvia verso un piano di rimodulazione della tassazione con l'ambizione di aiutare maggiormente le fasce deboli e contestualmente dare un giro di vite all'evasione fiscale.

Da sempre l'Italia è vittima di una evasione fiscale devastante, una metastasi che passa dal piccolo commercio, agli artigiani sino ai liberi professionisti, pur rilevando che non tutti sono evasori, ma, a differenza del dipendente e del pensionato che non possono sfuggire al Fisco, gli altri hanno immense opportunità di fare i furbi.

Per l'evasione non si è fatto mai veramente molto, tanto che deteniamo uno dei record europei in tal senso, ma a sentire quanto promesso dal Conte bis, forse qualcosa si può fare.

L'altro record di cui certamente non ci si può vantare è quello dell'utilizzo della carte, sie di credito che di debito, il classico bancomat, dal momento che siamo uno dei paesi europei in cui ci utilizza ancora il vecchio contante.

Certamente, un terzo record, che è quello di essere il secondo paese più anziano al mondo dopo il Giappone, farebbe pensare che molti pensionati non siano avvezzi all'utilizzo delle carte (tutto da vedere, mio padre di 85 anni le utilizza quasi sempre), ma dietro a un uso molto parsimonioso dei bancomat si nasconde evidentemente la furbizia di farsi pagare in nero senza emettere fattura, cosa solo possibile in contanti visto che le carte lasciano tracce digitali indelebili.

L'idea, dunque, di premiare chi le utilizza dovrebbe aiutare non solo a farci diventare un paese più avanzato tecnologicamente (qui c'è ancora gente che vorrebbe farci tornare alla Lira e chissà magari ai Sesterzi) ma anche a combattere l'evasione fiscale, costringendo sempre più professionisti a utilizzare le carte (pensate al vosto caro idraulico che viene in casa e si lamenta di non avere il POS quando sono anni che esistono quelli portatili).

Resta comunque un fatto: l'evasione fiscale si combatte a partire anche dall'educazione civica di richiedere la fattura quando si paga e da un maggiore controllo da parte degli organi preposti come la Guardia di Finanza.

Sul fronte dell'iva, una sua eventuale e auspicabile rimodulazione non è solo un facile eufemismo per aumentare in maniera flat l'imposta su tutti i prodotti, ma un modo per rivedere magari qualche palese ingiustizia, come ad esempio quella per cui l'iva sul tartufo e sulle opere di antiquariato è dal 10% mentre per gli assorbenti femminili è al 22%, alla faccia delle pari opportunità di facciata date alle donne come con i neologismi di sindaca o ministra.

Per finire, si riapre per l'ennesima volta la questione sul cuneo fiscale, per il quale si sta pensando di ridurlo per le fasce di reddito sotto ai 30.000 euro e non per tutti, benché l'attuale Conte bis sembri intenzionato a mantenere l'aliquota fissa del 15% per gli autonomi con reddito sotto i 65.000 euro, visto che quegli autonomi non si possono giustamente considerare ricchi da tartassare.

Il tutto, come al solito, è valutato dall'oliera di Bruxelles che di condimento ce ne concede sempre poco, benché il piatto per diminuire la forbice sociale e stanare gli evasori potrebbe apparire saporito.

 

 

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Articolo pubblicato il 03/10/2019