Torino. Lo stop agli Euro5 diesel preoccupa i cittadini e vivacizza la coalizione regionale
Alberto Cirio

Rimaniamo in attesa di un provvedimento in extremis da parte del governo

La settimana scorsa nella sonnacchiosa canicola agostana è giunta una laconica comunicazione dalla regione Piemonte che annuncia il blocco della circolazione per le auto con motore diesel euro 5° a partire dal 15 settembre e sino al 15 aprile 2024.

Il governatore Cirio, solitamente loquace, tace e continua a tacere.

Si tratta di una misura che boccherà la circolazione dei mezzi diesel meno recenti (e di quelli a benzina fino a Euro 2 incluso e i Gpl e metano fino a Euro 1) dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 19. Si calcola che saranno coinvolte oltre 300 mila vetture da questo stop, con commercianti e artigiani che sono scesi già sul piede di guerra

Dapprima si sono preoccupate, avanzando soluzioni alternative, le associazioni dei benzinai, quelle datoriali del commercio e dell’agricoltura. Ora anche la politica all’interno della colazione che governa la regione Piemonte, sta strepitando, a pochi mesi dalle elezioni regionali.

Interviene Salvini, che promette interventi governativi e chiarimenti in Europa, la Lega novarese, sconfessando nei fatti l’assessore Marnati, autore della delibera regionale, chiede proroghe e incentivi. Seguono sulla medesima linea assessori regionali ed esponenti di FdI.

Il consigliere comunale di minoranza Pino Iannò, ha parlato invece di 'ciliegina sulla torta' a proposito del blocco degli Euro 5. "In pratica si pensa esclusivamente a far cassa, non si prendono mai provvedimenti strutturali seri.  Forse chi ci amministra pensa che da 0 a 90 anni utilizziamo tutti biciclette o monopattini, o forse carrozze con cavalli?”.

Notizia dell’ultima ora, ci risulta che il ministro Pichetto abbia "chiesto ai tecnici di poter avere sul tavolo, a inizio della prossima settimana, tutte le possibili strade da percorrere per fermare o rimandare questo provvedimento che finirebbe per creare enormi difficoltà a migliaia di professionisti, famiglie e imprese".

Al fine di studiare un intervento valido e da applicarsi anche per altre città o Regioni.

Il dibattito, anche se con poca professionalità e conoscenza, sta invadendo i social. Se ne rammarica Mino Giachino che analizza la situazione partendo dalla carenza delle vie di grande comunicazione ad iniziare dai ritardi mostruosi nella costruzione dalla TAV, per poi planare sulla mancanza di iniziative preventive da avviarsi sul territorio regionale.

C’è chi addebita ogni responsabilità all’Europa, dimenticando che gli europarlamentari italiani sono i più assenti a Bruxelles. Così, se poi ci arrivano provvedimenti mal scritti o che non inquadrano le nostre situazioni ed interessi, le carenze hanno paternità ben definite.

Di rimando, “L’ Europa non c’entra nulla, è il fallimento ventennale della politica nostrana a obbligarci oggi allo stop degli Euro 5. Ribalta la narrazione della Regione Piemonte e del governo, il comitato Torino Respira, autore dell’esposto che ha prodotto l’inchiesta che vede oggi indagati ex amministratori regionali e comunali per l’inerzia con la quale è stato affrontato il tema dello smog.”

La sinistra gongola per il provvedimento e l’inconcludente Daniele Valle che alcuni danno per designato dal PD nella corsa alle regionali, se la prende con Cirio, che non avrebbe messo in opera misure alternative. Dimentica però di precisare che sono i sindaci, responsabili nel progettare ed attuare le modalità ritenute idonee per ridurre l’inquinamento. Ma andiamo con ordine.

L’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, dopo la procedura di infrazione aperta dalla Commissione per il periodo 2010-2018. Per questo è stato chiesto alle regioni del bacino padano di anticipare di due anni le misure che erano già state previste per il 2025 e la Regione Piemonte si è attivata per rispettare la prescrizione dell’Europa prevedendo il blocco dei motori diesel Euro 5 dal prossimo 15 settembre.

Le misure non riguardano solo le auto, di recente è stato approvato anche il piano di riduzione dell’ammoniaca in agricoltura, che è fonte di Pm 10 secondario, al fine di impedire l’evaporazione dei liquami. Sono misure necessarie per garantire la qualità dell’aria e la salute che è un bene assoluto su cui l’attenzione della Regione è massima. I dati dimostrano che il lavoro che si sta facendo dà risultati: a parità di condizioni siccitose, nei primi 5 mesi 2023 le giornate di sforamento del Pm10 sono state meno rispetto al 2022.  Consapevoli dello sforzo che viene chiesto ai cittadini e proprio per questo, la giunta regionale, di recente ha quasi triplicato le risorse destinate alla lotta allo smog nella nuova programmazione di fondi europei. Inoltre è stato varato il bonus per gli abbonamenti ai mezzi pubblici e ad altri, ci risulta stiano lavorando.

La regione Piemonte ha anche dato fondi ai Comuni per la costruzione di ciclabili e sta continuando il sostegno economico per il cambio delle caldaie inquinanti e la rottamazione delle stufe a biomassa, oltre a sistemi come il Move-in per il monitoraggio dei veicoli più inquinanti e le risorse ai comuni per le telecamere e il potenziamento dei vigili per controlli.

Quest’anno la Regione ha scelto di investire 470 milioni di euro sulle misure per i trasporti, l’efficientamento energetico, le green community, l’idrogeno.

Per la prossima stagione il Piemonte sta inoltre concordando con il Ministero dell'ambiente nuovi incentivi, proprio per aiutare le famiglie prima della partenza delle nuove restrizioni chieste dall’Europa.

Per la serenità dei cittadini e degli operatori economici, attendiamo che il presidente della regione scenda sul piano concreto e parli di provvedimenti e scadenze.

Ma nella preoccupazione generale quel che sconcerta è constatare come le scelte ideologiche di PD e Grillini alla guida di Torino e in gran parte dei comuni interessati ai provvedimenti, abbiano sempre puntato a misure penalizzanti nei conforti delle auto e dei trasporti di merci, rivelatisi poi inefficaci. In molte occasioni, nonostante il blocco della circolazione delle auto è stato dimostrato come il calo dell’inquinamento era appena percettibile.

Perchè i sindaci non hanno agito per individuare ed aggredire altre forme di inquinamento ad iniziare dalle caldaie?

Ci attendiamo che, in particolare i sindaci di Torino, da Chiara Appendino a Stefano Lo Russo, parlino del loro impegno in tal senso, dati inconfutabili alla mano.

Invece, quali misure per ridurre il traffico privato. Lo Russo dai prossimi giorni inaugura la stangata sui mezzi di trasporto. Capolavoro!

Con il PD si continua la politica del tanto peggio, tanto meglio per poi addossare colpe e responsabilità a Governo e regione.

 

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Articolo pubblicato il 26/08/2023