Torino. La decadenza del PD
Stefano Lo Russo

Con Lo Russo che scivola nella 47° posizione nel gradimento dei sindaci italiani

Non passa giorno in cui, nell’ambito della corsa elettorale per le regionali del 2024, non vengano sottolineate le indecisioni o gli inciampi in casa PD per allargare il campo largo ai grillini che invece dicono di No.

Snobbano la scena, anche gli estremi lembi della sinistra, riottosi e diffidenti ad aggregarsi, per evitare sgraditi abbracci mortali, da parte di coloro che catturano simboli ed ottenendo più voti, si tengono i seggi.

Attendiamo i tempi opportuni per presentare e valutare il designato candidato alla presidenza ed il quadro d’insieme.

Dove invece non c’è necessità di attesa per valutarne l’inadeguatezza totale, lo riscontriamo nella figura e nelle infauste imprese del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo che, non dimentichiamo, nella classifica di gradimento dei sindaci è posizionato al 47° posto.

 

Il nostro sindaco parla e si bea nel farsi ascoltare, ma nel suo conversare non c’è cogito. Dalla fuffa non si giunge alle prospettive concrete, alla vision di una città ove si viva, si produca e conquisti le posizioni del benessere.

 

Ormai, invece di porsi le esigenze di potenziare le infrastrutture e mantenere efficace ed efficiente l’habitat per chi lavora o intende insediare nuove attività produttive, Lo Russo si riempie la bocca di frasi fatte ed inconcludenti quali “agenda digitale, innovazione urbana, sostenibilità ambientale, mobilità urbana sostenibile, servizi per l’inclusione e l’innovazione sociale e per la rigenerazione urbana.”

 

Cosa significano per chi attende anni per ottenere il via libera per ristrutturazioni edilizie importanti e qualificanti per ampie zone della città, come nel caso dell’edificio dell’antica stazione di Porta Susa e la zona circostante, o per chi, per insediare produzioni a Torino, necessita di vie di penetrazione urbana e si ritrova con lo sconcio di piazza Baldissera o di corso Unità d’Italia?

 

Invece il nostro primo cittadino si balocca sulle piste ciclabili pericolose ed omicide, come la cronaca attesta e sul mantenimento delle tante zone degradate che dalle periferie stanno invadendo il centro, riversando orrore e paure anche verso i turisti.

Il disimpegno di Stellantis dalla città ov’è nata la Fiat lo lascia indifferente.

 

La pecca più recente riguarda la pessima gestione della GTT che colpevolmente il sindaco ha fatto ricadere sui Torinesi. Dal primo ottobre non si è solamente verificato puntuale l'aumento dei biglietti GTT e delle strisce blu, ma si è pure generato un errore nei conteggi del carnet e peggio ancora il cittadino continua a viaggiare sui carri bestiame pieni zeppi. Le corse sono state distanziate e non poche scale mobili della metropolitana continuano ad essere impraticabili.

Ma non si vergogna?

 

Ma queste non sono solamente le prese in giro di un’amministrazione di incapaci.

E’ arduo richiedere un cambio di residenza o una carta d’identità, gli uffici anagrafici continuano ad annaspare tra le difficoltà, mentre l’ignavo assessore allarga le braccia, come fa nei confronti delle aiuole piene di erbacce che mettono a rischio la sicurezza dei bambini nei parchi pubblici.

 

La presenza massiccia dei senza tetto non ha trovato soluzione e non si è neppure cercata una via alternativa per ospitarli. Anche in questo caso non esistono progettualità e previdenza.

 

Nonostante la passerella estiva del sindaco in corso Giulio Cesare, sono stati palesemente ignorati i problemi di sicurezza nei quartieri più a rischio della città.

I pochi progetti che riguardano la sistemazione di corso Belgio e parco del Meisino, sono lunari ed hanno provocato solo grande malumore.

 

Non diminuisce il caos della viabilità tra cantieri e ciclabili che continuano a far discutere perché si privilegia, a parole l’ecologia, ma, con assurdi limiti di velocità si favorisce l’aumento dell’inquinamento.

 

Torino avrebbe invece bisogno di programmi chiari, condivisibili e verificabili, con azioni e strategie mirate per ridare un nuovo impulso ad una città in decadenza, indebitata e senza prospettive di crescita economica e turistica.

 

Invece, abbiamo un sindaco presuntuoso che si parla addosso, come nelle scorse settimane, quando ha organizzato una convention dei partiti di maggioranza al consiglio comunale per esaltare i due anni di mandato. Neppure lì, a quanto si dice, ha riscosso entusiasmo ed apprezzamenti.

 

Confidiamo in qualche consigliere di minoranza che gli ricordi le tante carenze della sua amministrazione e gliene chieda conto.

Ciò potrebbe farlo vacillare dal piedistallo delle certezze ed almeno inoculargli la saggezza del dubbio. Forse!

 

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Articolo pubblicato il 07/10/2023