La pandemia è stata solo l’inizio

La generazione che si credeva fortunata e si è vista cadere il mondo addosso

 

Quando rimanemmo tutti chiusi in casa per la pandemia da Covid19, noi boomer, oltre a vivere il disagio che coinvolse tutto il mondo, provammo anche una particolare sensazione di stupefatta incredulità che ci spingeva a chiederci: “Ma davvero sta succedendo a noi? Com’è possibile?
Nati nei primi decenni dopo la fine della seconda guerra mondiale, in pieno boom economico, abbiamo vissuto un mondo in cui il pericolo di due eserciti che si scontrassero in territorio europeo pareva scongiurato per omnia saecula saeculorum, visto che non c’erano dubbi sul fatto che gli Stati Uniti d’Europa sarebbero divenuti una realtà.

È vero, c’erano stati gli anni di piombo, in Italia, in Francia e in Germania soprattutto, c’erano stati l’omicidio di Moro e le stragi di stato, i giornalisti gambizzati,  la dittatura dei colonnelli in Grecia; e non è che non sapessimo nulla della guerra in Vietnam, dell’apartheid in Sudafrica, delle violazioni dei diritti civili in Unione Sovietica ed in Cina, del regime di Pinochet e delle altre feroci dittature in Sud America. E non è che non se ne parlasse, anzi; volenti o nolenti nelle scuole e nelle università italiane  si mangiava pane e politica, ma per chi volesse rimanere fuori da scioperi, cortei e manifestazioni, di destra o sinistra che fossero, la possibilità c’era.

Non si era ben visti, ma si poteva. E non è che la maggioranza silenziosa, come allora si chiamavano coloro che non partecipavano ai collettivi del Movimento Studentesco o non alzavano il braccio nel saluto fascista nei ritrovi del Fronte della Gioventù, non avesse a sua volta un’idea; i più semplicemente rifuggivano dalla violenza della P38 in via De Amicis a Milano e da qualunque altra arma che uccise in quegli anni tanti ragazzi di destra e di sinistra. Poi le acque, almeno in Italia, si placarono, e vivemmo tutti la stagione “edonistica” degli anni ottanta, ormai avviati sulla strada della sicurezza che la nostra era una generazione fortunata, destinata a continuare a non vivere guerre sulla propria pelle e tanto meno pestilenze. Avevamo studiato tutti a scuola la peste di Atene  del V secolo a.C., quella del  1348 raccontata da Boccaccio, quella del 1628 nei Promessi Sposi, ma eravamo sicuri che noi mai avremmo vissuto qualcosa di simile.
E invece ci ritrovammo a combattere contro un virus sconosciuto che si diffuse in tutto il mondo, facendo milioni di vittime.


Già nel 2016, con la vittoria della brexit nel Regno Unito, per molti di noi era accaduto qualcosa di impensabile, esattamente come l’ascesa al potere di Trump, l’anno dopo, negli USA.

E, per arrivare ai nostri giorni, l’invasione russa in Ucraina e il feroce scontro arabo israeliano a Gaza, seguito al vile attentato di Hamas del 7 ottobre 2023, ci ha portato due guerre fuori dalla porta di casa. In entrambi i casi si tratta di zone già di fatto in guerra da tempo, anzi fra arabi ed israeliani non mi risulta ci sia mai stata una vera convivenza pacifica, ma oggi Putin sembra deciso a non parlare di pace se prima tutta l’Ucraina non diventerà territorio russo; quanto ad arabi e israeliani, nessuno dei due sembra disponibile ad accettare neppure l’esistenza di uno stato governato dalla parte avversa.

Insomma tanto fuoco che covava sotto la cenere in questi anni  pare proprio cominciare a bruciare e a diffondersi dovunque. Per alcuni di noi, la generazione ex-fortunata, alcuni di questi eventi non sono così inconcepibili, magari anche condivisibili, ma per molti non è così.

Personalmente continuo a rimanere esterrefatta di fronte al dilagare di cifre su sondaggi, statistiche e stanziamenti che hanno percentuali e soprattutto numeri di zeri clamorosamente diversi a seconda della parte politica da cui provengono; è sempre successo, è vero, e chi ha studiato anche solo due paginette di storia sa bene che la manipolazione dell’informazione è una costante in qualsiasi epoca e ad ogni latitudine, ma oggi mi sembra che l’arroganza e la supponenza  con cui si dicono le più evidenti falsità o assurdità, come fanno i terrapiattisti o anche coloro che sostengono che la proposta di riforma costituzionale del nostro  governo non intacca i poteri del Presidente della Repubblica, stia superando ogni limite.


Quindi? Sinceramente non ho soluzioni, magari ne avessi, ma forse sarebbe bene che tutti coloro che non condividono la piega che sta prendendo il mondo si facessero sentire un po’ di più, anche noi, la generazione ex-fortunata. Direi che non prendere posizione, non far in qualche modo sentire la propria voce  mi sembra un’opzione  né intelligente né percorribile, specie considerando che la maggior parte di noi ha figli e nipoti, ai quali sono certa che, ovviamente ognuno a modo suo, tutti desiderano fornire un esempio di coerenza con le proprie idee e l’ insegnamento che di fronte ad un cambiamento che si considera pericoloso non bisogna avere paura ad esprimere il proprio dissenso, sempre naturalmente rispettando le regole della democrazia. Soprattutto finché c’è la possibilità di farlo.

 

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Articolo pubblicato il 07/02/2024