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Coronavirus in Piemonte. La prudenza di Cirio, ma i decessi sfiorano le 2.000 unità ed i contagi non arretrano. In crescita i guariti
AGGIORNAMENTO DEL 15 APRILE. I mancati soccorsi ai pazienti con sintomi Covir-19.Le prese di posizione delle organizzazioni di medici e infermieri. Il dato nazionale. I decessi di infermieri e medici
Articolo di Francesco Rossa
Pubblicato in data 15/04/2020

Il presidente Alberto Cirio in una recente intervista ha dichiarato che “stiamo vivendo quello che Lombardia, Veneto ed Emilia hanno vissuto dieci giorni prima. Abbiamo uno scostamento che ci dice che da noi il virus sta andando via ma in modo più lento, mentre il dato dei ricoveri in terapia intensiva è positivo e continua a dirci che negli ultimi dieci giorni la curva si appiattisce".

Per poi proseguire che "dobbiamo mantenere le misure di contenimento e trovo assurdo permettere di riaprire una libreria. Stiamo lavorando per far stare la gente in casa e riaprire una libreria vuol dire che giustifico il fatto che uno esca per andarsi a comprare un libro. Non l'ho proprio capita".

Sarà così, ma intanto si continua a morire ed oggi sfioriamo i 2000 decessi ed anche i contagi non sono in regresso.

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che  sono 93, (5 più di lunedì) i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19”, di cui 25 al momento registrati nella giornata di ieri. Occorre ricordare che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi covid.

Il totale complessivo è ora di 1.969 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 389 ad Alessandria, 97 ad Asti, 131 a Biella, 137 a Cuneo, 194 a Novara, 803 a Torino, 107 a Vercelli, 88 nel Verbano-Cusio-Ossola, 23 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

Sono 17.773 (+527 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 2.384 in provincia di Alessandria, 870 in provincia di Asti, 703 in provincia di Biella, 1.762 in provincia di Cuneo, 1.640 in provincia di Novara, 8.383 in provincia di Torino, 841 in provincia di Vercelli, 893 nel Verbano-Cusio-Ossola, 205 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 92 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 369, in linea con ieri, mentre quelli non in terapia intensiva sono 3.335.

Il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 1.473 (101 in più di ieri): 85 (+2) in provincia di Alessandria, 73 (+4) in provincia di Asti, 82 (+8) in provincia di Biella, 147 (+17) in provincia di Cuneo, 102 (+3) in provincia di Novara, 792 (+53) in provincia di Torino, 91 (+6) in provincia di Vercelli, 78 (+8) nel Verbano-Cusio-Ossola, 23  provenienti da altre regioni.

Altri 1.266 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo. Le persone in isolamento domiciliare sono 9.361

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 74.060 di cui 38.086 risultati negativi.

Molti osservatori, analizzando i dati del Piemonte, già nelle scorse settimane, denunciavano qualche anomalia di metodo e di organizzazione, soprattutto se comparate con le scelte operate dalla regione Veneto in particolare ed il numero rilevante dei decessi.

Purtroppo, nonostante la volontà di aumentare la disponibilità di posti letto in rianimazione, di cui abbiamo dato atto alla giunta regionale, sta emergendo la inadeguatezza delle scelte e della gestione dell’Unità di Crisi e del comitato tecnico- scientifico.

Considerazioni sprezzanti ed ingenerose nei confronti dei camici bianchi, ingiustamente messi sotto accusa e pronunciate dai componenti dell’Unità di Crisi in una recente conferenza stampa, hanno fatto emergere, oltre alla prosopopea fastidiosa e fuori luogo in questi tempi, tutti i limiti del sistema Piemonte.

Per ritornare su quel che  è successo ieri, il dottor Testi ha dovuto ammettere che le segnalazioni dei medici di base che presentavano i casi di  assistiti  con sintomi riconducibili al Covid-19,  presentanti al Servizio di Igiene e Sanità pubblica, richiedendo il test diagnostico, sono stati cancellati dal sistema.

Da qui la presa di posizione del segretario del Fimmg (Federazione dei medici di medicina generale) che invita gli iscritti a fornire tutti i dati in loro possesso che attestino l’abbandono di fatto dei loro pazienti, da parte dell’Ente che avrebbe dovuto tutelarli. Ci sono stati centinaia di morti in Piemonte che non hanno potuto ricevere assistenza!

La Regione Piemonte ha nel frattempo chiesto all'Asl Città di Torino una relazione sulle comunicazioni dei medici di famiglia ai Servizi di igiene di pazienti con sintomi riconducibili al Coronavirus e la relativa richiesta di test diagnostico, che potrebbero essere andate perse.

“Dalle prime informazioni - afferma l'assessore Luigi Icardi - sembrerebbe evidente che il problema sia stato causato da uno straordinario flusso di e-mail. Se ci sono delle responsabilità verranno accertate”. La richiesta di chiarimento è stata estesa a tutte le Asl.

Sulle carenze dimostrate dal sistema sanitario regionale ed a tutela degli infermieri lasciati allo sbaraglio, verte la presa di posizione del segretario del Nursind Francesco Coppolella “Non credo di poter essere smentito da nessuno se dico che molte delle persone che ci stanno lasciando sono anche il risultato dei quei tagli sistematici e costanti che avete operato sui servizi e sul personale, lo stesso personale che in questi giorni ringraziate continuamente e che fino a ieri trattavate solo come una spesa da ridurre, un peso, una zavorra.

Tanti sono morti, prosegue il segretario Nursind, per la letalità del virus ma molti ci hanno lasciati per la mancata assistenza quella di cui voi e vostri predecessori avevate la responsabilità di dover garantire.” Per poi proseguire:” Noi, su questo non abbiamo risparmiato critiche a nessuno e non ci siamo risparmiati nel denunciarlo continuamente, qualunque fosse il colore di chi governava ma a secondo di chi c’era, queste erano polemiche sterili.

Nicoleta Berinde, infermiera di una RSA deceduta a casa sua, in attesa di un tampone, è la ventottesima collega caduta sul lavoro. Resteranno cicatrici indelebili su noi infermieri e non solo sul piano fisico”.

“Ci indigna, ribadisce Coppolella, anche per questo sentire Roberto Testi, pontificare in conferenza stampa sul ruolo sociale e sull’onore dei medici, dimenticando gli altri professionisti caduti in questa emergenza di cui non vediamo la fine.

Ci risparmi Antonio Rinaudo, magistrato in pensione, la retorica di chi chiamato a compiti istituzionali è sottratto ai propri affetti familiari, conosciamo il problema molto meglio di lui; ci spieghi piuttosto perché la Procura di cui fino a ieri ha fatto parte, ha sistematicamente ignorato le nostre segnalazioni sulle irregolarità dei luoghi di lavoro e sulle inefficienze che ne derivavano.

Oggi la mancanza di lungimiranza, di pianificazione, di DPI e le immagini dei colleghi che operano sui mezzi di emergenza, vestiti con i sacchi della spazzatura rendono queste denunce quanto mai attuali”.

Il segretario del Nursind si sofferma anche sui decessi nelle RSA.

In proposito ieri sera è stato comunicato che per fare il punto sulla situazione nelle Residenze socio-assistenziali del Piemonte, l’Unità di Crisi della Regione ha convocato una conferenza stampa virtuale per oggi, mercoledì 15 aprile, alle ore 17.

Avviandosi alla conclusione, Coppolella ribadisce che “Siamo fermamente convinti che si potesse fare meglio e se i componenti dell’unità di crisi regionale non tollerano lo stress delle critiche, tornino alle precedenti occupazioni, i pensionati per primi. L’unica cosa che avete il dovere di fare è chiedere SCUSA, tacere e iniziare a lavorare per programmare il futuro con la speranza che sia servito tutto questo per compiere scelte diverse”.

Pur con ritardo è stato comunicato che Il Fondo assistenza e benessere (Fab SMS) ha offerto in comodato d’uso gratuito alla Regione Piemonte uno dei suoi Camper della Salute per aiutare i sanitari ad effettuare i tamponi presso le case di riposo di tutto il Piemonte a supporto dell’attività svolta delle Asl.

È in arrivo nei Centri Operativi Misti del Piemonte la seconda fornitura di mascherine per i Comuni: la Protezione civile ne sta infatti consegnando in queste ore altre 130.000, che i sindaci potranno ritirare e distribuire secondo le esigenze del proprio territorio. Il quantitativo destinato ad ogni Comune è stabilito secondo un criterio demografico.

 

Il dato nazionale

Tornano a salire oltre quota 600 le vittime del coronavirus: oggi sono 602 più di ieri con la quota totale che arriva a 21.067 morti dall'inizio dell'epidemia. Lo ha comunicato il commissario della Protezione Civile Angelo Borrelli nel corso del bollettino odierno. I contagi totali arrivano invece a quota 162.488: gli attualmente positivi sono 104.291, ieri erano 103.616, 675 in meno. 

Calano ancora i ricoveri in terapia intensiva: sono 3.186 i pazienti nei reparti, 74 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.122 sono in Lombardia, 21 in meno rispetto a ieri. Dei 104.291 malati complessivi, 28.011 sono ricoverati con sintomi, 12 in meno rispetto a ieri, e 73.094 sono quelli in isolamento domiciliare.

Gli infermieri deceduti in Italia, ad oggi per aver prestato assistenza ai malati di Coronavirus-19, in situazioni di rischio oggettivo, risultano 28, mentre i medici sono 116.

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