Sembra assurdo da dirsi ma pare che in Italia il nuovo sport nazionale sia diventato lo stupro.
In questi giorni tutti gli organi d’informazione hanno dedicato ore del loro palinsesto per lo stupro compiuto da sette egiziani ai danni di una ragazza minorenne, in quel di Catania.
Oggi, invece, siamo a parlare di una ragazza di 20 anni che dopo più di un anno ha trovato il coraggio di denunciare i suoi aguzzini.
Il tutto si è svoto nel bagno di casa della ragazza, in provincia di Genova.
Ne parliamo solo oggi perché la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, nelle persone del Pubblico Ministero del pool fasce deboli, Luca Scorza Azzarà, e del Procuratore Aggiunto, Vittorio Ranieri Miniati, in questi giorni hanno diramato le informazioni alla stampa.
Secondo quanto trapelato “i fatti risalgono all’aprile 2021 e sono successi a Genova. Si tratta di un 23enne e un 27enne. A uno dei due è stato contestato anche un altro episodio di violenza sessuale ai danni di una giovane minorenne”.
Le indagini – com’è doveroso in questi casi – sono state lunghe, articolate e meticolose. La Procura della Repubblica ha voluto avere la certezza prima di spiccare i dovuti mandati d’arresto.
Detto questo “entrambi sono stati arrestati e portati in carcere dopo le indagini della Procura, poi rilasciati e sottoposti a misure più blande, in attesa che il Pubblico Ministero formalizzi la richiesta di rinvio a giudizio”.
I giornalisti di “FanPage” fanno sapere che “Secondo quanto ricostruito dalle indagini, lo stupro è avvenuto in un bagno di casa e, dopo la violenza, i due se ne sono andati lasciando la vittima in stato di choc”.
A leggere certe cose non si può nascondere un certo prurito alle mani. Nel 2024 è davvero indecente che vi sia ancora gente che ricorre alla violenza fisica per possedere una donna – o peggio ancora una minorenne – che non ha dato il consenso al rapporto sessuale.
Non appena il Pubblico Ministero presenterà la Richiesta di Rinvio a Giudizio per i due stupratori, il Tribunale di Genova, Sezione Penale, fisserà la data della prima udienza.
La speranza che ha la maggior parte degli italiani è che i due – se ritenuti colpevoli al termine del processo – finiscano in carcere e ci rimangano il più a lungo possibile.
Quando una donna dice “NO” non c’è altro da aggiungere!
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