... quelli migliori, i gioielli storici dello stile subalpino: in (s)vendita la sola Ferrari quattro-porte mai costruita e le vetture del Museo di Caprie, ottanta al prezzo di una
Dopo la dipartita della fu Fabbrica Italiana Automobili Torino (ovvero FIAT, oggi FCA) verso lidi lontani, da Detroit a Londra ad Amsterdam, il territorio motoristico subalpino, un tempo fiorente, continua a inaridire e impoverirsi.
Quasi contemporaneamente son messi all'asta gioielli storici dello stile quali la Ferrari "Pinin" e l'intera collezione del Museo Bertone di Caprie.
La prima è più unica, doppiamente unica, che rara: prodotto senza repliche, il solo esemplare a quattro porte a fregiarsi del mitico Cavallino Rampante nacque quale concept-car da esposizione, presentata nel 1980 al Salone di Torino (ennesima prestigiosa istituzione scomparsa nel nulla), per celebrare il cinquantenario di Pininfarina (attualmente in predicato di passare agli indiani di Mahindra), nonché il fondatore Battista Farina, soprannominato appunto Pinin; venduta dal suo costruttore nel 1993 all'ex pilota belga Jacques Swaters (Garage Francorchamps), vecchio amico del "Drake" e adoratore dei ruggenti o nitrenti bolidi di Maranello, poi ceduta nel 2008 a Gabriele Candrini, torna ad esser battuta all'incanto - da Hemmings - per la "modica cifra" di 795mila dollari (725mila euro circa). Linea - non eccelsa, benché elegante - dovuta alla matita di Piero Ottina e progetto operativo diretto da Leonardo Fioravanti, l'esclusiva inusuale ammiraglia, inizialmente non marciante, fu in seguito dotata da Mauro Forghieri del propulsore cinque litri boxer dodici cilindri a 180° della "512", con 360 hp per correre veloce. Adesso dove finirà?
Il caso della Bertone è pure emblematico. Vari fallimenti societari hanno condotto in ultimo il tribunale ad offrire sul mercato un'ottantina - 79, per la precisione - fra famosi modelli di fuoriserie (tra cui un'Alfa Romeo "Giulia" SS e una Sprint, una "Montreal", una Lancia "Stratos", una Lamborghini "Countach" e una "Espada") e prototipi memorabili ("Nivola", "Rainbow", Aston Martin "Jet2", Chevrolet "Ramarro", Jaguar "B99" GT e tanti altri), oltre a maquette e cicli, ad un prezzo di stima scontato, inferiore ad 1.060.000 euro (+ commissioni e diritti), valutazione che forse non basterebbe per la singola "Miura", ch'è un po' la perla della raccolta. Per l'eventuale acquirente che sborsasse un tale malloppo, sicuramente non eccessivo, c'è comunque il vincolo di conservare insieme il lotto - ossia di non alienare separatamente ciascuna macchina - e di mantenerne la sede nella Penisola. Ma non necessariamente in regione. E sarebbe perciò auspicabile che qualche lungimirante amministrazione od ente locale si prodigasse per tentarne in extremis il recupero, onde evitare che ci venga sottratto anche questo tesoretto, no?
Insomma, a quanto pare il carrozzone del Piemonte - e del Paese Stivale - non "va avanti da sé", per dirla con le parole dell'arcinota canzone di Zero, anzi s'arresta in panne (e qui si cita Dürrenmatt) ad ogni piè sospinto. Perde i pe-z-zi.
(e.s.l.)
MAUTO
Museo Nazionale dell'Automobile "G. Agnelli"
di Torino
C.so Unità d'Italia, 40 – Torino
Info: 011-677666
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Articolo pubblicato il 28/07/2015