L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza – : Il Grande Mattarello

Mentre il Presidente si smazza l’onere d’inventare un governo, qui a Roma Capitale della Mondezza, nel mondo digitale Qualcuno (magari del 1984) controlla le nostre idee: chi va veramente a comandare?

Who controls the past controls the future;

who controls the present controls the past.”

 

Grandissimo fardello, o sfracello.

 

Da un lato, al termine del vespertino viatico d’una carnascialesca quaresima elettorale, quasi bestiale, placatosi quel pazzerello venticello serale della fanfarona ebbrezza campagnola, ridestandosi dall’euforia onirica o d’incubo, all’alba residua dell’equinozio di iniziale primavera pasquale, in curiosa coincidenza coll’ellittico ittico aprile in-erba, riecco piombarci addosso l’ineluttabile concretezza della dura fattualità quotidiana: come previsto (e, addirittura, voluto dal legislatore), l’esito delle urne del 4 marzo affida un semi-insolubile rebus d’ingovernabilità al Capo (dello Stato) nella Caput (Mundi, mo’ della Mondezza) che fu. Driblato lo scoglio delle Presidenze delle Camere, tra veti incrociati, sgarbi interni e bluff pokeristi, i vincenti pentastrali grillini sparlanti troveranno un accordo coi salvinici berlusconati o con il perdente pidì? Arduo. Nonostante proprio i nazionalrenzisti e i forzisti, così a rischio estinzione, temano tale opzione più della peste bubbonica, risulta alta la probabilità che la Penisoletta del loro Stivaletto si appresti a compiere un nuovo salto nel v(u)oto.

 

Nel frattempo, dall’altra, là-fuori, uscendo dall’indecidibile ed irrilevante hortus inconclusus del pantano nostrano, si scopre l’acqua-calda sporca, ossia che, in aggiunta ai soliti cruenti conflitti globalocali tra macro e micro imperi, dannati democratori e dittatori vari avariati, fenomeni paranormali o termonucleari, con premesse/promesse d’apocalisse, nonché recenti rigurgiti o colpi-di-coda d’uno squilibrato stragismo terroristico islamista, c’è Qualcuno – magari dell’84 – che si gioca a piacimento, commercializza e manipola digitalmente i preziosi, delicati dati personali di miriadi d’utenti di Facebook, vendendoli, ad esempio, “per scopi scientifici”, alla Cambridge Analytica (per l’omologa struttura di Oxford lavorava il povero Regeni, rapito, torturato, ammazzato e dimenticato), presso la quale il consulente trumpiano Steve Bannon progettava di “profilare” le preferenze politiche dei cittadini americani e dell’intero Pianetucolo plastificato, per instradarne le scelte… e andare a comandare.

 

A suscitare ilarità, però, è l’inaudito scandalo scoppiato intorno a un simile segreto-di-Pulcinella, specialmente se si considera che, in base al comma 215 del Patriot Act e al 702 del FISA Amendment, la NSA (l’Ente responsabile della sicurezza USA), insieme a CIA ed FBI, s’incarica di raccogliere, filtrare, archiviare, “trattare” e scambiare ogni informazione di contenuto o di funzionamento metasistemico, che obbligatoriamente fluisce, indifesa, tanto dai media tradizionali (telefono, tivù, radiocomunicazioni eccetera) quanto dal web. Super orecchiocchio.

 

Insomma, siamo social o SocIng (acronimo del Partito Unico dominante nel dispotico distopico regime dell'Oceania immaginata da Orwell nel celebre romanzo Nineteen Eighty-Four, scritto nel 1948 postbellico), il cui motto è citato in testa a questo articolo editoriale?

 

Colui che controlla il presente controlla il passato;

colui che controlla il passato controlla il futuro.”

 

Anche invertendo l’ordine degli enunciati, la domanda non muta: Quis custodiet ipsos custodes?

 

Esprimendoci nell’artificiale newspeak (che i banalizzanti emendatori ortografici automatici del computer, del tablet e del cellulare un po’ evocano, no?), arriveremmo a concepire ed accettare l’insensato senso dei tre slogan fondamentali del Big Brother: “War is Peace”, “Freedom is Slavery”, “Ignorance is Strenght”; poi, in ossequio all'ambiguo doublethinking o biscognizione, dovremo dimenticarne l’ossimorica scorrettezza scordata e dimenticarci d’averla dimenticata, cancellando il processo stesso e dunque pure l’oblio dell’oblio. Frattalmente. Fatalmente. All'oscuro dell’ammonimento storico di George Santayana e a imitazione di Leonard Shelby, il protagonista amnesico di Memento (racconto e pellicola dei fratelli Nolan), saremmo condannati a ripetere sempre il medesimo errore, credendoci nel giusto.

 

Irretiti e persi nei neurolabirinti internautici, senza un Morpheus a svegliarci dalla sonnolenza mentalmente mortale del diabolico ciberspazio di Matrix (sorta di film-ex-machina di Andy e Larry Wachowski), o di ipnotici, esizialmente noiosi e stupidissimi blog, chat e snack, o del demenziale pomeriggio dei talk-show, quiz e gossip pseudoanglofili per casalinghe disperate, chi ci garantisce che persino il megariccone Mark Zuckerberg, libraio-sfacciato, spacciato per trentatreenne uomo vivente in-carne-ed-ossa, non sia invece una creazione oloriflessa puramente virtuale?

 

E voi?

Esistete?

 

E io?

Sono?

 


Enrico S. Laterza (o no?)

 

 


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Articolo pubblicato il 25/03/2018