Un cammino di crescita in cui Popoli e Nazioni possano identificarsi
Ogni buona storia necessita di un eroe.
Che sia prode e valoroso nell’affrontare un’impresa epica e commendevole, spinto dal e al raggiungimento di un obiettivo nobile: fruttifero per sé, utile ed esemplare per gli altri.
Nondimeno, a ogni c’era una volta che si rispetti, tanto la narrativa quanto la vita (che è poi narrativa vissuta nel quotidiano) sono solite contrapporre un ma purtroppo, con ostacoli e avversità spesso gravose da superare. E così il viaggio del condottiero si infittisce di pericoli, agguati, trabocchetti e scontri più o meno agguerriti con l’avversario.
Supportato dal consiglio di volenterosi aiutanti, durante il suo percorso verso l’auspicato lieto fine egli valica diversi stadi di consapevolezza, che lo portano a conferire maggior organicità al proprio innato potenziale, estrinsecandolo e facendone un viatico per migliorare il benessere generale della collettività.
Questo attraverso l'ausilio di doti, specificità, virtù, meriti, i quali, alla stregua di oggetti magici, spianano per fortuna la strada verso il tesoro, inteso come positivo coronamento della sfida. Dove la traiettoria percorsa è un ramo ascendente di parabola, che non solo caratterizza il cammino dell’eroe-uomo dalla caverna più recondita sino al vertice della piramide esistenziale, ma individua con essa anche il simbiotico sviluppo della società, trainata per l’appunto dall’esempio dell’eroe.
Cosicché il cammino di crescita personale delinei anche un desiderio di cambiamento, in cui ciascuna persona possa in ultima analisi identificarsi, con la vivida sensazione di aver imparato qualcosa a proposito sia di se stessa sia della società in cui è immersa.
Al di là delle infinite sfumature e declinazioni per cui ognuno di noi dovrebbe diventare l’eroe della propria esistenza, è chiaro come
Obiettivo che si raggiunge con l’impegno, l’abnegazione, la coerenza e una convinzione salda e irremovibile. Ma anche col sostegno di un mentore, di una solida e radicata figura cui anche l’eroe possa guardare e ispirarsi.
Se l’epica del capitano è quella di risollevare l’Italia, in questo la gente del Belpaese è facilitata.
Infatti, da stivale terracqueo che nella Storia (quella con la “S” maiuscola) ha fatto innegabilmente più passi di chiunque altro, l’Italia può contare su un numeroso stuolo di agguerriti mentori: i Territori. Quegli stessi da cui ogni figura politica trae origine e ispirazione, e che del resto forniscono il primo e più diretto metro paradigmatico per valutare tanto i problemi quanto le prospettive dell’intera Nazione.
Come soleva affermare Benedetto Croce, prima ancora che onesto un vero Politico deve essere capace: in quest’ottica, la capacità si tramuta allora nella propensione a leggere il Territorio, nella volontà di sondarne le dinamiche intime, nella piena empatia verso i protagonisti che lo popolano.
Cioè noi.
Noi con le nostre famiglie, con i problemi di un lavoro che deve tornare a essere il motore propulsivo dell’esistenza, con la cura e il debito riconoscimento nei confronti delle generazioni più anziane, con il sostegno all’iniziativa e allo slancio dei singoli, con i resti di un risparmio sudato ma distrutto da anni di austerità predatoria, con le macerie di intere città e paesi che – da un decennio – giacciono ancora lì a ricordarci la rovinosa involuzione della consapevolezza di quanto abbiamo. Di quanto avremmo…
Perché il tesoro cui l'Italia aspira è chiuso in un forziere che si trova già in nostro possesso: un forziere fatto di borghi, natura, eccellenze culturali e imprenditoriali che tutto il mondo ammira e ci invidia.
Alla fine ogni buona storia necessita di un eroe, e la storia di un eroe è quello che serve per assicurare all’Italia non un lieto fine, ma un lieto nuovo inizio.
SARA GARINO
Direttore Editoriale
CIVICO20NEWS
(Immagine in copertina tratta da Leonardo.it News)
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Articolo pubblicato il 07/04/2019