L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Sara Garino: La logica del buon padre di famiglia

La necessaria prevalenza del buon senso sul politicamente (s)corretto

In quest'epoca così fluida, nella quale molti dei valori che dovrebbero continuare a essere i costitutivi fondamentali della nostra cultura occidentale vengono invece sacrificati sull'altare di non meglio precisati principi, sono due i sentimenti antitetici che si fronteggiano. Da una parte il cosiddetto politically correct, ovvero quel tanto sbandierato politicamente corretto in nome del quale (e sorvolando sui titanici interessi di parte che esso nasconde) si è oggi disposti a negare persino l'ovvietà. Dall'altra, il buon senso: il così vituperato buon senso, che pure c'è, perchè in qualche misura rientra fisiologicamente nella forma mentis umana ma che, proprio come scritto dal Manzoni, di certo ora se ne sta ben rintanato e quatto, per paura del senso comune (ergo proprio del politicamente (s)corretto, dizione voluta).

E dove si scontrano questi due yin e yang? Su quale terreno? In quali forme? Per la verità il politicamente (s)corretto prevale ogni qual volta la discussione sull'attualità è viziata da narrazioni di parte, le quali - confutando persino le evidenze più logiche e incontrovertibili - ci presentano un paese dei balocchi che in realtà è ben lungi dall'esistere. Esso soverchia il buon senso quando si presta orecchio agli strilloni, che parlano per dare fiato alla bocca spandendo parole e promesse come se fossero manna, però senza che poi germoglino effetti concreti.

É politicamente (s)corretto affermare che l'immigrazione senza controllo rappresenti un'opportunità, mentre non produce che effetti negativi a catena tanto per i popoli europei quanto, soprattutto, per quelli dei Paesi di provenienza. Paesi a cui di fatto viene negato un futuro, se passa la logica per cui le forze migliori possono decidere di andarsene e alzare i tacchi, attirati dalle sirene di un assistenzialismo che l'Occidente non è nei numeri in grado di offrire, invece che rimanere sul Territorio provando a innescarne l'economia.

Buon senso implicherebbe di guardare alla realtà per quella che è, producendo soluzioni fattive in grado, in Italia, di aiutare per esempio la moltitudine di micro e piccoli Imprenditori in difficoltà i quali - fuori da certa logica giallorossa che li considera semplicemente "prenditori" - danno lavoro e sostentamento a oltre 12 milioni di famiglie.

Ancora, raziocinio e Costituzione prevederebbero le elezioni come un fulgido momento di Democrazia, in cui il popolo fornisce la più alta manifestazione delle proprie istanze. Non certo un collo di bottiglia inviso a chi detiene il potere, proprio perchè - dopo le elezioni - potrebbe non detenerlo più. E in questo il buon senso vorrebbe non prendere lezioni da alcuno, men che meno da certi Filosofi francesi stante i quali (Bernard-Henry Lévy dixit) poichè il popolo potrebbe scegliere contro il politicamente s(corretto), allora è meglio che non scelga affatto.

Pare si debba essere Avvocati o Professori per partorire idee così micidiali.

Forse ciò di cui si avrebbe davvero bisogno sarebbe, invece, il lume del buon padre di famiglia.

 

SARA GARINO
Vicedirettore
CIVICO20NEWS

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Articolo pubblicato il 16/08/2020