Dietro e davanti

Dietro, il 2020 bisesto e funesto. E davanti?

Dalla conta dei morti contagiati, verso la conta dei vivi vaccinati, nel tunnel della speranza c’è l’Italia in cammino. Non si arrende. Lo raggiungerà, quel bagliore lì in fondo. E nel fermento del traguardo si leveranno intensi Alleluia consolatori ed esplosivi Vaffa liberatori, quando Rt=0 segnerà la fine d’una pandemia da Giudizio Universale. Sì, ma quando? Il tempo del nostro desiderio non coincide con quello dei virologi. Noi vorremmo: domani. Loro pensano: in autunno inoltrato… forse.

Arriveranno in Italia oltre 200 milioni di dosi vaccinali: dovrebbero essere sufficienti per la “immunità di gregge o di branco”. Una espressione usata dalla scienza, per sostenere che, immunizzando il 60-70 percento della popolazione con una vaccinazione di massa, si può interrompere la pestifera catena del contagio. Insomma, come capre, a cornate abbiamo aperto varchi nel recinto delle norme profuse a nostra difesa contro il virus esiziale e come capre ci dovremo adesso vaccinare in branco per riprenderci la libertà di circolare e tutto il resto? Ebbene, sì: è la legge del gregge. E riprenderà anche la circolazione del danaro, dopo i “ristori” ammanniti dal Governo, che ben poco vigore hanno dato alla nostra economia agonizzante. D’altro canto, cosa ci si poteva aspettare da un termine a dir poco irritante come questo?

Entreremo nel 2021 lasciando alle spalle, senza alcun rimpianto, una destabilizzazione nella quale l’Italia è stata coinvolta con buona parte del resto del mondo. Lo tsunami pandemico epocale ha fatto danni incommensurabili, non ancora tutti censiti. Ma le onde ritornano sempre al mare dal quale sono partite e sulle rovine loro, cosparse di salsedine, gli uomini, da sempre costruttori, ricostruiranno tutto e meglio, con in zucca un poco di quel sale.

Questo dannato virus è con noi e in noi e non demorde dinanzi alle minacce d’una vaccinazione di massa. Il popolo/gregge, quindi, vedrà ancora staccionate, che cercherà di abbattere impunemente, connivenze detestabili e disagi da convivenze in ambiti ristretti, dove ancora ci saranno scambi a baratto, con altre aziende commerciali e di produzione ad ingrossar la fila di quelle appena scomparse. Ma in un prossimo domani cambierà tutto con la transumanza, attesa per istinto dalle greggi e praticata per scelta dai bucolici accudenti. Armiamoci dunque di pazienza e di ottimismo, popolo/gregge, e di freddezza nel ragionare e nel decidere, lungo i tratturi non agevoli che portano a prati erbosi da zone rese inospitali.

Non tutto sarà come prima, né tutto sarà diverso prima. Saremo quindi chiamati ad inventare ogni giorno qualcosa ed ogni giorno a richiamare alla mente qualcosa d’un passato che ci ha visti protagonisti, per continuare ad essere protagonisti d’un presente da costruire ogni giorno, ricordando l’antico senza fermarsi a quel tempo, guardando al futuro senza nutrire soverchie illusioni.

E quando saranno nelle teche dei musei i campionari delle mascherine, che per la loro abbondanza costituirono da subito un grosso problema per lo smaltimento come rifiuti, questo lungo tempo del nostro soffrire, con tante lapidi a segnarne la via dolorosa, sarà solo un attimo nella storia del mondo, per chi ne leggerà sui libri.

Il gregge intanto oggi, in agitazione per la lunga chiusura negli alpeggi transennati, attende che il buon pastore lo meni ai nuovi pascoli liberi. I pastori d’Abruzzo, cari al nostro D’Annunzio, rinnovavano le loro verghe d’avellano prima di mettersi in cammino. Per la transumanza che ci attende nel nuovo anno, qualcuno consiglia invece di rinnovare i pastori. Qualcun altro ritiene che occorrano anche bravi cani per tenere qualche caprone a bada. C’è, poi, chi ritiene che si possa mediare sull’una e sull’altra cosa. Intanto, potremmo incominciare a confidare nelle buone aspettative della “Grande congiunzione celeste Giove/Saturno in ingresso nel segno dell’Acquario”: si verifica ogni 20 anni, dice l’astrologa Simonetta Chierici su “torinosette” della Vigilia di Natale e lascia presagire “una vera e radicale rinascita”. Crederci non costa nulla e ci costerà poco fare anche quel che ci sarà da fare per venir fuori dal guano… scusate… dal guado. Auguri, dunque, per un 2021, a misura delle aspettative di ognuno. Si vales, vàleo.

armeno.nardini@bno.eu

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Articolo pubblicato il 01/01/2021