A Modest Proposal

Un’idea per contribuire alla salute mentale del pubblico dibattito

Considerando che ormai la discussione pubblica e privata sui temi vaccinali sta assumendo toni e contenuti incompatibili con la ragione e la funzionalità cerebrale, ci permettiamo di avanzare qualche semplice proposta di igiene intellettuale per impedire il diffondersi della pandemia di stupidità che sta mettendo in serio pericolo la salute mentale della popolazione, e di quella italiana in particolare.

La ragione di questa proposta sta nel recente  e drammatico aumento dell’IS (indice di stupidità), già abbozzato dall’economista Carlo Maria Cipolla (1922-2000) in un suo fondamentale saggio del 1988. Lascio ai vaccinisti acculturati di approfondire questo testo, che sicuramente conosceranno. Purtroppo non c’è tempo per valutare  se le considerazioni di Cipolla sono fondate oppure no (se presentano cioè delle “evidenze” scientifiche): è necessario intervenire subito per fermare questa pandemia devastante e salvare la gente dal contagio.

L’indice IS della stupidità ormai sta passando sopra la soglia dell’unità: ogni stupido ormai può contagiare uno stupido e mezzo o -presto- anche due o addirittura tre. Dunque, lasciamo da parte l’articolo 21 della Costituzione che tutela la libertà di pensiero e di espressione e procediamo a debellare la pandemia: c’è una gerarchia nei diritti costituzionali, e deve prevalere l’articolo 32 che tutela anche il diritto alla salute mentale.

Bene, fatta questa premessa teorica, passiamo alla parte operativa, da affidare magari a un colonnello dei paracadutisti che notoriamente sa come trattare coi terroristi intellettuali.

Si formi innanzitutto un comitato tecnico-scientifico di filosofi, logici, linguisti, pedagogisti in grado di valutare la coerenza e la razionalità di un ragionamento discorsivo stabilendo dei parametri -eventualmente da gestire con un apposito algoritmo digitale- sulla base dei quali approvare la consistenza razionale di un qualunque discorso, da quello del Capo del governo a quello del verduriere sotto casa.

Fatto questo, si emani un decreto-legge che autorizzi una serie di DPCM con cui si dettaglieranno  meglio i criteri di approvazione e applicazione dei suddetti strumenti di valutazione. In pratica, chiunque dica delle idiozie potrà essere multato o costretto al silenzio. Dopo due trasgressioni, i responsabili potranno esser assoggettati a TIO (trattamento intellettuale obbligatorio) e costretti a seguire, presso strutture autorizzate, appositi corsi di grammatica, dialettica, retorica, filosofia della scienza e del linguaggio.

Ma, considerando il drammatico progredire della pandemia, saranno sicuramente necessarie misure ulteriori.

Il governo deve subito pensare -magari seguendo l’esempio sovietico degli anni trenta o cambogiano degli anni settanta-  a una vaccinazione culturale obbligatoria in cui ogni persona presente sul territorio della Repubblica, dovrà necessariamente seguire un corso di tre-quattro settimane (a seconda del titolo di studio), e per otto ore giornaliere, di logica formale, a cui seguirà un richiamo dopo due mesi di altre tre-quattro settimane (sempre secondo il titolo di studio) di filosofia teoretica, teoria del linguaggio, ed etica pubblica per ottenere il PC (pass-culturale) che permetterà loro di parlare in luoghi pubblici, aperti al pubblico, studi televisivi, giornali o social media. Sarebbe opportuno un terzo corso per chi riveste cariche pubbliche o di governo.

Le forze dell’ordine avranno il compito di vigilare, controllare, valutare, e sanzionare ogni discorso effettuato da chi non è in possesso del suddetto pass e applicare le relative pene pecuniarie ed eventualmente quelle accessorie, che potranno consistere anche nell’interdizione fino a quindici giorni della facoltà di esprimere opinioni pubbliche.

Ci rendiamo perfettamente conto che questa normativa può contrastare col dettato costituzionale e con la legislazione europea, finendo per accostarci a Orbàn o al governo polacco, ma riteniamo che la salvaguardia della salute mentale dei nostri concittadini debba essere al di sopra di tutto. Ci sono momenti, nella vita dei popoli, in cui bisogna saper scegliere e prendere le decisioni necessarie, anche se dolorose.

Ai nostri concittadini ci sentiamo di dire: chi non si vaccina contro l’idiozia, può contagiare gli altri e il pass-culturale è un atto di responsabilità verso la società e i nostri figli, già resi cerebralmente fragili dalla DAD,  ma anche verso i nostri anziani a cui la televisione ha sottratto tali e tanti neuroni che ormai sono aperti a ogni possibile infezione, e comunque verso tutti quelli che incontriamo per strada e nei parchi, all’aperto, i quali girano con la mascherina e lo sguardo perso nel vuoto.

Chi non si vaccina contro l’idiozia  e chi non si dota di un PC (sempre il pass culturale) è un irresponsabile. Segnalatelo all’autorità e convincetelo a vaccinarsi.

Un dubbio: ma se è già affetto dal virus, e non capisce più una fava, come fate a convincerlo?

Non importa. L’importante è vaccinare.

Come ci hanno dimostrato in questi mesi, se una cosa non serve a niente serve a qualcos’altro, e comunque l’importante è perseverare.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 21/07/2021