Migranti

Il Bel Paese: gente che viene, gente che va

Migranti, che hanno davanti agli occhi le spiagge mediterranee del nostro Sud, attratti dalla speranza di trovare qui quello che manca nelle loro terre. Una marea, di cui si parla tanto.

Migranti, che hanno dietro alle spalle la chiostra alpina, compulsati dalla speranza di trovare altrove quello che manca qui. Un esodo, di cui si parla poco.

La pandemia ha peggiorato le nostre condizioni di vita e ha incrementato il numero delle persone che continuano a lasciar l’Italia.

La nostra disoccupazione giovanile è la più alta d’Europa; gli abbandoni scolastici sono in aumento e i laureati diminuiscono. Le persone sotto i trenta anni che non studiano e non lavorano, i Neet (Not in employment education or training), in Italia sono poco più di 2 milioni; nella UE, in cui sono poco meno di 10 milioni, il nostro è un primato di cui non si può essere orgogliosi.

Abbiamo esportato in un recente passato braccia robuste, che hanno lasciato in Paesi stranieri i segni tangibili della nostra operosità. Da qualche tempo, stiamo esportando invece cervelli talentuosi, che stanno lasciando nel mondo intero i segni evidenti del loro sapere: una per tutti, Fabiola Gianotti, la scienziata romana che presiede il Centro di organizzazione europea per la ricerca nucleare,  il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, quel CERN di Ginevra da cui, nel 2012, annunciò la scoperta del bosone di Higgins, la "particella di Dio", il collante dell’universo, cui il mondo dava la caccia da mezzo secolo; direttore di ricerca e calcolo scientifico era Sergio Bertolucci, fisico di La Spezia.

Per la formazione di una persona – crescita, scolarità, università - dalla nascita all’età di 25 anni, gli studi OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) stimano che in Italia si spendano circa 300 mila euro. L’ISTAT (Istituto nazionale di statistica), ci dice che un terzo dei nostri migranti d’oggi ha una laurea in tasca e gli altri sono per lo più diplomati. Ci dice inoltre che sono state circa settantamila le persone non ancora quarantenni emigrate dall’Italia nel 2019. Così, una elementare moltiplicazione ci darebbe il valore del patrimonio umano esportato in Paesi stranieri dove avrebbe prodotto utili.

Per la ripresa dell’Italia, la Commissione europea ha previsto la erogazione di 200 miliardi di euro, sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto e di prestiti da restituire con interessi. Sono danari da utilizzare nell’abito del nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ci auguriamo che possano (ri)creare anche le agognate condizioni economiche ed assistenziali nella prospettiva del benessere sociale, che possano bloccare la fuga dei nostri cervelli, che possano incentivare quelli fuggiti a ritornare nel loro, nel nostro “Bel Paese”: così cantato da Petrarca (1) e così consegnato dal sommo Dante (2) alla storia del mondo (3).

Si vales, vàleo.

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(1)“Il Bel Paese / ch’Appennin parte e ‘l mar circonda et l’Alpe”: Canzoniere – CXLVI – 13/14.

(2)“Ahi Pisa, vituperio delle genti / del Bel Paese là dove ‘l sì suona”: Inferno - XXXIII – 79/80 .

(3)La “Divina commedia” è stata tradotta integralmente in una sessantina di lingue europee, asiatiche, africane e sudamericane.

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Articolo pubblicato il 02/11/2021