2022 - Speme… è un attender certo della gloria futura (Paradiso – XXV: 67/68)

Pur se terminate nel 2021 le celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, per introdurre questo articolo attingo ancora dalla sua Divina Commedia il verso, che mi sembra bene stigmatizzi il 2022: i molti brindisi indirizzati all'anno nuovo parlano, infatti della speranza di poter debellare questa pandemia e, vincitori, cingere il nostro capo con corone d’alloro, simbolo di gloria.

Paolo Fox, tra i più seguiti astrologi italiani, per il 2021 vaticinò la caduta del governo Conte, e ci azzeccò; per il 2022 il suo oroscopo prevede cose buone per tutti i segni zodiacali: viene incontro, così, alle tante aspettative di chi proprio non ne può più e certamente ci azzeccherà anche questa volta: ne son convinti i suoi estimatori.

Chi crede agli astri, nel 2022 vede Giove protagonista e trae la conclusione che saranno i suoi fulmini e le sue saette a liberarci dal male del secolo. Ma se ragioniamo con la testa e non col cuore, la realtà prospettica si palesa in modo un poco diverso.

Alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, del novembre scorso abbiamo sentito molti “bla bla bla”, come ha detto Greta Thunberg: per contenere il riscaldamento del nostro pianeta si continuerà purtroppo a far poco e avremo ancora tanto caldo. Non fa bene al virus, che ci ammorba e trarrà non poco giovamento dai nostri condizionatori, i quali saranno un salasso per le nostre tasche, coi costi della energia elettrica in crescita sconsiderata.

Omicron viaggia alla grande e qualche Regione in Italia abbandonerà la bandiera bianca, che sarebbe segno di resa del virus, per un colore diverso, in segno di difesa dal virus, che sta riprendendo vigore bellico, e qualche Stato chiuderà le proprie frontiere.

Ci saranno vaccini meno ostici per i no-vax e medicinali più efficaci per chi si ammala di COVID-19, ma le astanterie degli ospedali continueranno ad essere a disagio per i tanti ricoveri dei contagiati dal virus, che rubano i posti già destinati ai grandi malati, i quali restano senza assistenza.

Il lavoro agile si sta dimostrando spesso pesante e la curva dell’Irpef non sarà in discesa ma semplicemente rimodulata. Si andrà in pensione a 62 anni - un poco più vecchi o meno giovani? - avendo però versato contributi per ben 38 anni.

Continueranno i nostri rapporti sociali attraverso i mezzi informatici: li usiamo ormai con maggior destrezza ma con essi affidiamo all’etere contatti a distanza, che il nostro dna esige ravvicinati.

A rendere meno titubante il nostro avvenire è però la constatazione che la fiducia nella scienza sta soppiantando la fiducia nella politica, e questo è il messaggio positivo che tinge d’un pallido azzurro l'intero scenario del 2022.

Poiché “l’importante non è prevedere il futuro – come ha detto Antoine de Saint-Exupéry - ma renderlo possibile”, e poiché questo, dipende da noi, rimbocchiamoci dunque le maniche e diamoci da fare per poter dire, tra un anno:

È STATO UN BUON 2022.

Si vales, vàleo.

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Articolo pubblicato il 31/12/2021