Dignità

Il termine che ricorre nel discorso di insediamento del tredicesimo Presidente della Repubblica italiana

Per 18 volte Sergio Mattarella ha pronunciato la parola “dignità” nel suo messaggio di 37 minuti, che ha meritato 55 applausi corali, rivolto al Parlamento riunito in seduta comune con i delegati regionali nella cerimonia del giuramento per il suo secondo mandato presidenziale.

Per i mezzi di informazione che lo hanno diffuso e per tutte le volte che è stato scaricato da internet sui portatili e sui computer privati e delle redazioni, questo “discorso della dignità”, è diventato un “meme” dal contenuto virale.

Per la Costituzione della Repubblica italiana “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge” (art. 3). Per la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo proclamata dall’O.N.U. “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti” (art. 1). Il testo dell’Italia è di gennaio e quello dell’O.N.U. è di dicembre del 1948, un anno profondamente diverso dal “quarantotto” di cento anni prima, che aveva visto l'Europa sconvolta dall'ondata dei moti rivoluzionari contro i regimi assolutisti dell’epoca e che è passato dalla storia alla quotidianità come detto popolare per stigmatizzare il caos di certi eventi.

Per Mattarella, dignità è azzerare le morti sul lavoro, è opporsi al razzismo e all’antisemitismo; dignità è impedire la violenza sulle donne, che è un a piaga profonda e inaccettabile; dignità è nell’ascolto degli interrogativi posti dalla migrazioni; dignità è diritto allo studio; è  contrastare le povertà; dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità; dignità è carceri non sovraffollate che assicurino il reinserimento sociale dei detenuti; è non essere distratti di fronte alle persone con disabilità; dignità è un Paese libero dalle mafie e dal ricatto della criminalità; dignità è garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente.

Per lui, in sintesi, “la dignità è pietra angolare” del suo “impegno”, della sua “passione civile”.

Per noi, la dignità è valore morale intrinseco della persona e si estrinseca nel rispetto di sé e degli altri; e questo rispetto, diritto civile e allo stesso tempo dovere giuridico, impone a ognuno di consentire ad ogni altro di conservare la propria dignità. “Il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della razza umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”. Così recita il Preambolo della citata Dichiarazione dell’O.N.U.: prendiamone atto.

La dignità, comunque, distingue anche perché, nata con l’essere umano, è riverbero della immagine di Dio, che ha creato l’uomo a propria immagine e somiglianza e questo impone, nella vita, di essere sempre degni della propria dignità.

Si vales, vàleo

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Articolo pubblicato il 08/02/2022