Il senso del credere

Un bisogno essenziale dell’essere umano

L’essere umano ha bisogno di credere in qualcuno di cui fidarsi, che gli sia guida e compagno nella maratona della propria esistenza; di credere in qualcosa, che gli illumini la strada della vita. Anche chi non sa in chi credere, in cosa credere, sente comunque il bisogno di credere, perché credere è una necessità di vita, è un bisogno essenziale per la nostra pochezza: per colmarla, abbiamo il dovere di credere. Eppure, c’è chi non crede di credere e chi crede di non credere e c’è anche chi crede di credere, come Gianni Vattimo, che siede tra i massimi esponenti del postmodernismo europeo, teorico del suo “pensiero debole” caratterizzato, come si legge nella Enciclopedia Treccani “dall’abbandono delle pretese di fondazione della metafisica tradizionale e della relativizzazione di ogni prospettiva filosofica o ideologica che intenda presentarsi come definitiva o assoluta”.

Su questo assioma del credere, verità evidente di per sé, nel complesso momento degli sbandamenti politici della cronaca di oggi, che per la Storia di domani saranno epocali, un leader particolarmente attento agli umori della gente ha basato la propria campagna elettorale. Credo, infatti, è la scritta che campeggia nel suo manifesto, definito “furbamente mistico” da Huffingtonpost.it e che ha indotto la Chiesa ad accusare Matteo Salvini di “strumentalizzare la religione a fini elettorali”. Ma questa non sarebbe una novità, giacché così è sin dal tempo di Lucio Anneo Seneca il quale, prima di togliersi la vita sotto Nerone, scrisse che “la religione è considerata utile dai governanti”.

Nel nostro Paese di eminente tradizione cristiana, vedere Credo sui manifesti elettorali, come per propaganda commerciale, “è certamente singolare e interessante”, dice il presbitero Giuseppe Lorizio, professore di teologia presso la Pontificia Università Lateranense, il quale aggiunge che “questo porta a interrogarci sul senso del credere”.

In senso religioso, dunque, il Credo è la formula di professione della fede cristiana. In senso politico, Salvini dice che il suo Credo è “un atto di fede laica” e lo spiega in una lunga lettera pubblicata il 17 scorso da “Avvenire”, quotidiano di ispirazione cattolica, cui l’aveva indirizzata in risposta alle critiche ricevute da oltre Tevere.

“Vorrei individui pensanti - disse un tempo Carlo Maria Martini – Questo è l’importante. Soltanto allora si porrà la questione se siano credenti o non credenti”. Per questo Cardinale, dunque, in un contesto religioso, prima viene il pensiero e solo dopo la fede. Come ai suoi tempi, pertanto, e come sempre, anche oggi quindi, pur in un contesto laico, dovendo votare in chi credere e in cosa credere per l’avvenire dei nostri figli più che nostro, a chi affidarsi e in cosa confidare, siamo dunque chiamati innanzitutto ad essere “individui pensanti”.

Si vales, vàleo.

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Articolo pubblicato il 28/08/2022