È finita ma indosseremo ancora mascherine

L’OMS dichiara la fine dello stato di emergenza da pandemia ma esistono ancora timori

Ad oggi in Italia, con molta approssimazione, questi sono i numeri di vittime della pandemia, che ci ha posto in ginocchio col mondo intero: contagiati, 26 milioni; morti, 190 mila.

Tedros Ghebreyesus, Drettore generale della Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS, ha dichiarato nei giorni scorsi la fine dello stato di emergenza sanitaria mondiale per il Covid-19, che durava da più di tre anni; ma questo, ha aggiunto, non significa che il Covid sia finito in termini di minaccia alla salute globale.

I sogni svaniscono all’alba e resta ancora un tempo per l’incubo di questa lunga notte.

In Italia, per contrastare il rischio di nuove varianti del virus, che possono causare altre ondate di contagi e di morti, il Ministro della Sanità ha emanato una tempestiva ordinanza.

L’obbligo di mascherine all’interno degli ospedali resterà in vigore fino al termine di questo anno nei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura. L’obbligo è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque le strutture residenziali di cui all’art. 44 del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017.

In certi luoghi le Direzioni Sanitarie possono ampliare l’obbligo.

Per quanto riguarda gli ambulatori medici la disposizione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.

La decisione sulla esecuzione del tampone diagnostico per infezione da SARS-CoV-2 per l’accesso al pronto soccorso è rimessa alla discrezione delle Direzioni Sanitarie e delle Autorità Regionali.

Non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie i bambini di età inferiore ai sei anni.

Eravamo impreparati e siamo stati colpiti duramente. Abbiano reagito energicamente e siamo pervasi dall’orgoglio. Ma non dobbiamo lasciarci prendere dal pregiudizio di ritenere non giustificata questa ordinanza nella quale, per Nino Cartabellotta Presidente della Fondazione GIMBE, prevalgono le evidenze scientifiche e il buon senso.

Si vales, vàleo.

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Articolo pubblicato il 08/05/2023