Chivasso (TO) - "Le Mondine" al teatrino parrocchiale di via Don Dublino 12

Anna Barbaro per Civico20News

Senza storia non c’è memoria:  nulla di più vero in questa semplice considerazione che sottolinea l’ importanza di tramandare la storia attraverso le generazioni. Ma quali modalità usare per affidare alla nuova generazione l’esperienza di un passato ormai trascorso?

Le Mondine, trio canoro chivassese, da qualche anno punta ad ottenere tale risultato in maniera indiscutibilmente piacevole, semplicemente cantandone la storia. Domenica 26 gennaio l’esibizione del gruppo canoro avveniva a Chivasso presso il teatrino parrocchiale di via Don Dublino 12 realizzando Sold out ed oltre come spesso succede ai loro concerti che, sino ad oggi, sono stati oltre seicento, in Italia ed all’ estero.

Le mondine del tempo erano lavoratrici stagionali nelle risaie- durante il periodo di allagamento dei campi- quando veniva richiesto loro di trapiantare le delicate piantine di riso per proteggerle dallo sbalzo termico; le stesse, nello svolgimento delle loro mansioni, intonavano insieme allegre canzoni.

Sarebbe proprio a queste lavoratrici- icone del lavoro femminile faticoso quanto dignitoso- che si  ispirano le tre ragazze che costituiscono il gruppo folk canoro omonimo : Letizia Borgaro, Barbara Leva e Giulia Zingales.

Tra l’esecuzione di un brano e l’attacco del prossimo le accattivanti mondine, in abito tradizionale, rievocavano situazioni e momenti legati alla giovinezza di un pubblico che gioiosamente rivolgeva loro spontanei applausi in un atmosfera di assoluta serenità.

Su basi ballabili si alternavano La vendemmia dell'amore, Lo spazzacamino, Rosamunda, Il mugnaio, Medjugorje, Il Cacciator del bosco; alcuni dei brani che dal nostro settentrione ripercorrevano tutta la tradizione italiana e che “Da Trieste fino a Zara”  e “Quel mazzolin di fiori” – entrambi dalle origini trentine -  passavano  attraverso “L'uva fogarina”  per raggiungere la napoletana “Reginella campagnola”.

Non mancavano chiaramente i brani i cui argomenti accomunavano tutti gli italiani con le esperienze belliche di O' surdato ‘Nnammurato, Penna nera, Cumbia alpina o specificatamente partigiane con brani quali “Bella Ciao” senza escludere quelle ad argomento espatrio attraverso le avvilite parole di “Emigrante che vien, emigrante che và”.

Un pomeriggio all’insegna della rievocazione storica e della quotidianità di un tempo che solo la musica è apparsa in grado di realizzare offrendo ad un pubblico assolutamente partecipe la magia della comunanza dell’ antico vissuto.

Anche questa volta la dimostrazione che la musica è un aggregante mezzo di comunicazione atto a generare convivialità. Sull’ onda del buonumore arrivava  il cavallone Magna Angiolina ad  incrementare l’ inclinazione all’ allegria del pubblico: l’ ingresso dell’ attrice Carlotta Iossetti, personificandosi nella macchietta con la quale ha debuttato in ambito teatrale,  non ha fatto altro che perfezionare la vivacità dell’atmosfera.

Artista a chilometri zero (nata a Montafia  nel 1972)  Carlotta Iossetti , pur esordendo con la danza, intraprende gli studi teatrali divenendo a tutt’oggi una vera e propria cabarettista. Regina Odessa nella Melevisione Carlotta, interagendo col pubblico in sala, dava vita a molteplici sketch di assoluta unicità e dimostrava inoltre grandi capacità di travestimento, alte doti di mobilità  e versatilità di adattamento nell’ ottima interpretazione di disparati ruoli.

Nell’ utilizzo di equivoci sottofondi musicali quali Mi vendo, La trombata e Mazurka Ciularina, gli esilaranti  personaggi proposti al pubblico hanno riscosso la meritata ovazione da parte dell’ unanimità che ha poi assistito, con “Tu scendi dalle stelle” in sottofondo,  alla maldestra creazione di un presepe artigianale costituito da una parte di attoniti spettatori che ben si prestavano al gioco.

La conclusione non poteva non prevedere la presentazione de “La Bela Tolera” che, collettivamente, vedeva il coinvolgimento dell’ intera sala  i cui primi posti venivano orgogliosamente occupati dai rappresentanti de L’Agricola, la ProLoco chivassese.

Lo spettacolo, promosso dalla Città di Chivasso, ha riscosso un notevole successo offrendo un pomeriggio di svago a parte della cittadinanza che, proprio in un contesto di bruttura globale, ha voluto regalarsi uno spicchio di positività  probabilmente con l’ auspicio di intravvedere finalmente un orizzonte migliore.

 

Anna Barbaro

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Articolo pubblicato il 04/02/2020