Il trumpismo che ferisce l'America

Con l'assalto al Congresso di alcuni eversivi, la democrazia statunitense subisce un duro colpo

Un paio di mesi fa, ebbi modo di scrivere un articolo contro Trump dal titolo "Il peggio(re) è passato". Alla luce dei fatti accaduti ieri con l'assalto alla Capitol Hill contro l'ufficializzazione della vittoria di Joe Biden, ritengo di non aver fatto una previsione corretta: il peggio doveva ancora venire!

Populista, sessista, illiberale e xenofobo, capace di spaccare le istituzioni, gli Americani, sino a spingersi con una telefonata a "trovare" dei voti in Georgia per vincere le elezioni, a tal punto anche di trovarsi ormai quasi solo, visto che pure un guerrafondaio come Bush ha preso le distanze dagli atteggiamenti del Presidente uscente, il repubblicano Trump è ormai giunto al punto più basso del suo mandato.

Persino nella giornata di ieri, con un pacifismo e buonismo di facciata, è arrivato a dire "anche se ci hanno rubato le elezioni, tornate a casa", il che se da una parte sembra voler spegnere il fuoco, dall'altro continua imperterrito a sbandierare il complotto con cui i Democratici avrebbero fatto di tutto per farlo perdere ingiustamente.

In Italia, Giorgia Meloni ha preso le distanze da quanto accaduto, dimostrando così come parte del mondo di Destra sia ben lontano dagli atteggiamenti tutt'altro che democratici di Trump, uno dei peggiori Presidenti che abbia mai avuto l'America, un uomo solo al comando che non accetta dissensi (si pensi a quanti uomini del suo enturage ha licenziatpo durante il suo mandato), che non accetta l'indirizzamento internazionale sul cambiamento climatico, che avrebbe voluto togliere i finanziamenti all'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha imitato sfottendolo in pubblico un giornalista portatore di handicap.

Dopo un anno di pandemia, il mondo ha certamente più che mai necessità di una sinergia mai vista prima, e da un Trump arrivato quasi a negare il contagio non ci si poteva aspettare nulla di buono nemmeno nelle ultime settimane del suo mandato, eppure è accaduto quel che è successo, dopo l'anno del Black Lives Matter che aveva riempito le piazze per quel che era accaduto con l'efferatezza con cui la polizia aveva ucciso un uomo di colore, nel più classico low and order di stampo repubblicano!

Per Biden l'operazione più difficile sarà ricucire il Paese, sarà cercare di essere il Presidente di tutti, come normalmente ci sia aspetta da chi vince, in un'America in cui si rischia che il nuovo Presidente non venga visto da parte degli elettori repubblicani come un avversario che ha vinto, ma come un nemico, un truffatore, un impostore.

Non si è vista tanta assurdità nemmeno in altri contesti in cui governa la Destra in Europa, come nel caso dell'Ungheria di Orban o della Turchia di Erdogan, piccole democrature silenziose, e la speranza è proprio che dall'Europa possa iniziare un nuovo percorso delle Destre che non strumentalizzi il populismo più becero per infiammare le piazze, ma che sia in grado di proseguire quella politica dell'alternanza nella quale non ci sono nemici da abbattere ma solo avversari da rispettare.

 

 

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Articolo pubblicato il 08/01/2021