Stefano Lo Russo cavalca l'onda mediatica per fare un po' di propaganda femminista

Sempre più acceso il dibattito all'ombra della Mole.

Come volevasi dimostrare, anche il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, “Partito Democratico”, ha preso il fatto di cronaca relativo a Giulia Cecchettin per fare un po’ di “sana” propaganda politica in salsa “dem”.

Coinvolto nella cerimonia d’inaugurazione della nuova sede del “Centro Antiviolenza della Città di Torino”, il 6 dicembre scorso, avvenuta in Corso Unione Sovietica 220/D, Lo Russo ha dichiarato: “La terribile vicenda di Giulia Cecchettin ha scosso il Paese e ci ha ricordato, nel modo più drammatico possibile, l’importanza di contrastare non solo il 25 novembre ma ogni giorno qualsiasi forma di violenza di genere. Per questo assume un’importanza ancora maggiore oggi inaugurare questa sede per il Centro Antiviolenza della Città, che testimonia il nostro impegno concreto verso un fenomeno così odioso e ancora purtroppo presente all’interno della nostra società”.

Parole di circostanza – com’è nello stile del Sindaco Lo Russo – che hanno stizzito molti torinesi dal momento che – come scrive l’Ufficio Stampa della Città di Torino – “il Centro Antiviolenza della Città sarà un riferimento per tutte le donne che hanno necessità di chiedere aiuto sia attraverso il numero telefonico 1522, sia direttamente sul posto dove, in coordinamento con i servizi sociali territoriali, il Centro Relazioni Famiglie e il Progetto Aria potranno rivolgersi anche le vittime del recente fenomeno di cyber stalking”.

Ancora una volta la politica differenzia le forme di violenza e impegna denari e figure professionali pubbliche per la sola violenza che coinvolge il gentil sesso. Perché in questi Centri Antiviolenza non si dà – per esempio – assistenza agli uomini che subiscono violenza fra le mura domestiche?

Lo Russo e i suoi Assessori, corroborati dal Servizio Sociale cittadino, sanno che nella letteratura criminale dell’ultimo decennio vi sono stati anche uomini sfregiati con l’acido, colpiti con fendenti dalle loro compagne o stalkerizzati dalle loro ex fidanzate? A questi cittadini torinesi chi pensa?

Il Sindaco di Torino sa che nel suo territorio comunale vi sono dei cittadini di sesso maschile che – a seguito di sentenze di separazione – dormono all’addiaccio o, quando fortunati, in auto o in qualche dormitorio?

Purtroppo il mainstream dell’informazione – per lo più in mano alla Sinistra – e la politica arrendevole stanno facendo passare il concetto che lo Stato deve educare gli studenti maschi a scuola perché tutti potenziali stalker, violenti o, Dio non voglia, assassini di donne.

Sul tema è intervenuto il fondatore del “Popolo della Famiglia”, Mario Adinolfi (nella foto a destra), che, dopo l’inopportuna comparsata di Gino Cecchettin a “Che Tempo che Fa” di Fabio Fazio, ha detto: “Non affido allo Stato l’educazione sessualrelazionale delle mie figlie, rivendico la centralità della famiglia in quel ruolo e il rifiuto dell’ideologia della moda corrente, che un giorno è “neofemminista”, “antimaschile”, e il giorno dopo Genderfluid con le “carriere alias”. Ad uno Stato così confuso, condizionato e condizionante, io non consento formule polpottiane di “rieducazione” delle menti giovanili”.

Il tema è scottante e quanto mai attuale. Sicuramente il dibattito politico terrà banco per diversi mesi e gli scontri ideologici saranno vari quanto variegati.

Noi ci ripromettiamo di tornare ad affrontare la questione, nella speranza di poter apprendere dalla politica una sincera volontà di contrastare tutte le forme di violenza, e non solo quelle perpetrate ai danni del gentil sesso.

 

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Articolo pubblicato il 14/12/2023