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Roma – I muri raccontano la politica italiana e non solo
Oltre cento manifesti per documentare la politica italiana dal 1945 ad oggi, analizzati da Edoardo Novelli per Carocci Editore
Articolo di Gianfranco Piovano
Pubblicato in data 12/12/2021

I manifesti sono stati, assieme ai comizi, il principale strumento della comunicazione politica della seconda metà del Novecento. “Oltre cento manifesti per ripercorrere la storia recente del nostro paese documentarne l’evoluzione  e le stagioni della comunicazione politica, dell’iconografia e della grafica politica italiana dal 1945 a oggi”.   Scrive  nell’’introduzione del nuovo libro che il professor Edoardo Novelli  a dedicato “Manifesti politici, storie e immagini dell’Italia Repubblicana” – Carocci Editore ( pp.263 €24.00, foto copertina libro).

Attingendo ai diversi repertori simbolici della politica , alle avanguardie  artistiche, alla propaganda bellica, alla pubblicità, al fumetto e ai linguaggi della protesta, hanno raccontato le stagioni e gli avvenimenti salienti dell’Italia repubblicana, del ritorno alla democrazia all’avvento della seconda Repubblica, sino a oggi.

Intrecciando il piano storico all’analisi del linguaggio iconografico di più di cento manifesti, realizzati dal 1945 al 2018 da alcune delle firme più importanti  dell’illustrazione, della grafica e della   pubblicità italiana – tra cui Dudovic, Steiner, Jacovitti, Crepax ma anche da ignoti militanti,  il volume ricostruisce l’evoluzione della grafica e della comunicazione politica seguendo il filo di parole simboli, personaggi e slogan che hanno alimentato i sogni e le paure di milioni di italiani, rivelandone origini e significati, plagi e trasformazioni.

Il libro, di alta cultura e riflessione  è piacevole nel leggerlo,  ogni manifesto riportato ha  la scheda che  inquadra il contesto storico dell’epoca, catturando l’attenzione del lettore, coinvolgendolo  nell’elettore del tempo  che era rivolto il messaggio comunicato dal manifesto trattato. Il volume  si apre subito dopo gli anni di repressione e con il ritorno alla democrazia, ai nuovi protagonisti della vita pubblica italiana  che si ponevano  la questione come la politica poteva comunicare con gli elettori, di quanto rifarsi ai linguaggi e ai registri visivi del passato, efficaci poiché conosciuti e condivisi ma anche fortemente connotati, o se invece percorrere strade differenti e alternative. Il quarto manifesto trattato.

Il manifesto è il mezzo che la politica italiana sceglie, per comunicare con il popolo e lo fa  contattando illustratori famosi, già molto attivi nei decenni  precedenti nel campo pubblicitario: Dudovich, Cavazzoni e Canonico; in quello della satira e dell’illustrazione: Guareschi e Jacovitti; della propaganda politica: D’Ercoli; ma emergono anche i futuri protagonisti della grafica, quali Steiner e Veronesi, e della pubblicità italiana, come Baldi. In questi anni il manifesto politico è un’attività pittorica più che grafica, sul modello di quello pubblicitario e cinematografico.

Il decennio degli anni  cinquanta si apre in totale continuità con i linguaggi e gli stili propagandistici messi a punto negli anni immediatamente successivi alla liberazione. E in questo periodo il manifesto politico ed elettorale avvia un percorso di definizione del proprio statuto e delle proprie caratteristiche formali. Gli anni Sessanta rappresentano un netto spartiacque fra l’Italia del dopoguerra e una fase del nostro Paese segnata da nuovi temi e questioni. In questo processo di trasformazione del manifesto è il fatto che, sul finire del decennio, esso assurge a principale strumento politico ed espressivo dei molti nuovi protagonisti che si affacciano sulla scena pubblica.

Al decennio del boom economico segue quello del boom creativo. Gli anni Settanta rappresentano un momento eccezionale nella storia del manifesto politico, sia per il grande utilizzo che ne viene fatto a sostegno di una mobilitazione e uno scontro senza eguali per intensità e durezza nella storia dell’Italia repubblicana sia per la pluralità dei linguaggi e dei formati utilizzati. Gli anni Ottanta segnano il passaggio dal decennio dell’impegno e della dimensione pubblica, sino alle forme estreme della violenza politica e della lotta armata, al decennio del riflusso nel privato e del disimpegno, risultante di fenomeni di portata sovranazionale e altri specifici del  nostro Paese.

Il confronto tra due immaginarie istantanee del quadro politico istituzionale italiano nel 1990 e nel 1999 rende bene l’entità dei cambiamenti che segnano il decennio. De notatore del cambiamento è l’inchiesta “Mani Pulite” avviata dal pool di magistrati di Milano in seguito all’arresto, nel 1992, dell’amministratore del Pio Albergo Trivulzio di Milano Mario Chiesa, dal quale discende una serie di arresti che mina la stabilità dei principali attori del sistema politico.

I manifesti del movimento della Pantera che  nel 1990 inaugura il decenni, hanno in comune con quelli degli anni precedenti il tono ironico, gioioso e provocatorio della comunicazione, privata di quegli aspetti verbali e iconografici più marcatamente politico-ideologici che ne costituivano una componente importante. Il simbolo della pantera strizza l’occhio all’interno del quale il movimento si muove con logiche e strumenti originali.

I primi vent’anni del nuovo millennio possono essere considerati per il manifesto politico e la sua evoluzione un’unica fase, nella quale si accentuano temi e tendenze già emersi.  Sfogliando queste pagine del libro, suggestione e un velo di nostalgia,  ti assalgono  e guardi  come la politica sapeva  comunicare con l’elettorato. Un libro per sapere sempre di più del passato, ma anche dove vogliamo andare.

 

Edoardo Novelli, professore ordinario all’Università degli Studi Roma Tre, dove insegna e fa ricerca nel settore della comunicazione politica, della sociologia dei media e dei visual studies. Sui linguaggi della propaganda e sulle campagne elettorali ha coordinato progetti di ricerca internazionali, pubblicato saggi e articoli, firmato programmi televisivi, curato mostrre.

Responsabile dell’Archivio degli Spot politici italiani, è autore, tra l’altro, di 2Le campagne elettorali in Italia. Protagonisti o, strumenti,teorie(Laterza 2018) e curatore, con D.Lilleker, I. A. Coman e M. Gregor, di Political Communication an COVID-19:Governance and Rhetoric in Times of Crisis (Routledge, 2021). Per Carocci editore ha pubblicato “La democrazia del talk show (1, rist.2018).

 

Descrizioni immagini

Foto copertina libro

Foto 1”Donne italiane”Partito Comunista Italiano  1946, Luigi Veronesi

Foto 2 “Per l’avvenire dei vostri figli votate per la Democrazia Cristiana”, Democrazia Cristiana 1948, Marcello Dudovich

Foto 3 “Fuori dai blocchi, verso la libertà e la pace”Partito repubblicano italiano 1948. Augusto Cavazzoni

Foto 4 “Salva la tua vita. Vota contro l’atomica”, Comitato provinciale milanese dei Partigiani della pace 1950”, Albe Steiner

Foto 5 “Mamma non avere dubbi”, vota Partito socialista democratico italiano, Partito socialista democratico italiano 1953, Berthelet

Foto 6 “Troppo in alto!” Il manifesto del 1958 del Partito comunista italiano si ispirò alla canzone di Modugno “Nel blu dipinto di blu”

Foto 7  “Profumo di libertà” Democrazia cristiana 1975,Benito Jacovitti

Foto 8 “ Maggio ’90. La pantera chiama”. Movimento studentesco  romano 1990.

La fonte  è stata tratta dal volume:

“I manifesti Politici. Storie e immagini dell’Italia repubblicana”, di Edoardo Novelli,pp.263 ill. col. b/n , Carocci Editore, Roma, 2021,E 24.00.  

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