Nel progetto sguardi transfrontalieri avanguardie di modernità nell’arte e nell’architettura dell’Europa ritrovata, celebrata la pittura di un altro grande artista internazionale
Nel progetto sguardi transfrontalieri, assieme all’architetto Max Fabiani( recentemente trattato su queste pagine) è stato celebrato un altro grande artista “Zoran Music. Il viaggio della vita”, con una mostra e un catalogo scientifico, curato da Daniele D’Anza, Isabella Reale, Maurizio Zanei.
L’esposizione era organizzata dal comune città di Monfalcone con l’Associazione Ponti d’Europa presso la Galleria d’Arte Contemporanea di Monfalcone e presso il Muca – Museo della Ccantieristica di Monfalcone.
L’obiettivo primario era quello di promuovere i valori artistici e architettonici del territorio che hanno arricchito la cultura regionale della più ampia dimensione.
La mostra era accompagnato da un esauriente e illustrato catalogo (che andremo analizzarlo per proporlo al lettore).
“Entrambi, Zoran Music e Max Fabiani - scrive nel saluto istituzionale Anna Maria Cisint, Sindaco di Monfalcone - nella loro esperienza artistica e architettonica, hanno lasciato segni prestigiosi meritando il giusto riconoscimento della loro opera nella vasta area nella quale hanno operato e acquisendo meritatamente fama nella dimensione europea e internazionale pur rimanendo legati alle radici della nostra terra”.
La figura di Zoran Music è stata scelta come rappresentativa della reciprocità di influenza tra il grande artista e i diversi luoghi della cultura europea in cui Music ha vissuto e che hanno ispirato nella realizzazione delle sue più importanti opere.
“Dipingo per me, perché lo devo fare. Per me è come respirare. Se mi vietassero di dipingere mi toglierebbero l’aria … Per me la pittura deve essere un’emozione, deve avere cioè alla sua origine una specie di choc.
Sono le considerazioni di Zoran Music, riportate nel saggio di Lucio Gregoretti “L’incanto visionario di Zorac Music”. Si tratta di un fatto fisico che vorrei si trasformasse in apparizione. La realtà si trasfigura o, almeno, cerco di trasfigurarla in fatto poetico. Ma come si fa a spiegare ? Un quadro è qualcosa che non si sa come nasca: viene fuori da di dentro come un momento irripetibile”.
Anton Zoran Music, nasce il 12 febbraio 1909 a Bukovica (Boccavizza) a pochi chilometri da Gorizia, territorio appartenente all’Impero austro-ungarico, da una famiglia di possidenti terrieri e produttori vinicoli nel Collio. I genitori sono maestri elementari, e il padre Anton direttore scolastico.
Durante la Grande Guerra il padre è inviato sul fronte in Galizia e con la madre e il fratello è profugo in Stiria. Nel marzo 1915 torna con la famiglia a GoriŠka dove il padre riprende l’insegnamento e quindi nell’estate del 1919 l’occupazione italiana costringe la famiglia a trasferirsi in Carinzia da dove vengono nuovamente allontanati dopo il Plebiscito della Carinzia nell’ottobre del 1920.
Frequenta il liceo artistico di Maribor e soggiorna a Vienna dove è attratto dall’arte di Klimt e di Schiele mentre nei musei di Praga stia i maestri dell’Impressionismo, diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di Zagabria dove è allievo di Ljubo Babi?.
Trascorre le vacanze in Dalmazia dove dipinge scene di mercato all’aperto iniziando a dedicarsi al paesaggio, intraprendendo viaggi di studio a Madrid, alla scoperta di Goya e di El Greco, e completa la sua formazione tra Lubiana, Venezia e Trieste.
Inizia la sua carriera espositiva tra Belgrado e Lubiana inserendosi nel gruppo Brazda e Neodvisni (indipendenti) e nell’ottobre del 1943 è per la prima volta a Venezia dove nel luglio 1944 tiene la sua prima personale alla Piccola galleria di Roberto Nonvellier.
Arrestato dalla Gestapo e internato a Dachau, disegna di nascosto su piccoli fogli la morte quotidiana nel campo di concentramento.
Nel 1945 si trasferisce a Venezia, eleggendola sua stabile dimora, anche in virtù del matrimonio con Ida, figlia del pittore Guido Cadorin.
Inizia quindi una intensa attività espositiva e dopo aver conseguito il premio Parigi, nel 1952 si trasferisce nella capitale francese, raggiungendo ben presto un successo internazionale.
La città di Gorizia gli ha dedicato nel 1979 e nel 2003 due mostre allestite presso i Musei provinciali.
Tra le mostre principali, si ricordano l’antologica nel 1985 al Museo Correr di Venezia, nel 1995 a Parigi al Gran Palais, e la più recente, tenutasi alla Galleria d’Arte Moderna di Lubiana del 2009, in occasione del centenario della sua nascita.
L’artista si è spento a Venezia il 25 maggio 2005 all’età di 96 anni.
Il volume dopo i saluti istituzionali del Sindaco Città di Monfalcone Anna Maria Cisint, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il Presidente della Fondazione CARIGO Alberto Bergamin e del Presidente Associazione Ponti d’Europa Mario Salvalaggio passa poi ai testi redatti dagli studiosi : Lucio Gregoretti, Daniele D’Anza, Isabella Reale, Maurizio Zanei, Chiara Mistelli, Gojko Zupan, Giovanni Granzotto, Katia Toso e Hervé Bordas.
Descrizione immagini
Foto copertina volume Zoran Music , particolare “Cavallo rosso” (1954) Olio su tela, cm 81x60,5, Trieste, collezione privata
Foto 1 Zoran Music, “Paesaggio roccioso”(1980) Olio su tela, cm73,5x92
Foto 2 Zoran Music”Censimento appenninico”(1969) Olio su tela, cm 73x92 Collezione Regione Friuli Venezia Giulia
Foto 3 Zoran Music “Interno di cattedrale”(1984) tecnica mista su carta cm39,4x26,4, Trieste collezione privata
Foto 4 Zoran Music “Cavallini”(1952) olio su tela cm58x79 Trieste, collezione privata(da Collezione Estori, Londra)
Foto 5 Zoran Music “Pannello ricamato ispirato alla storia di Marco Polo”(1951),
Foto 6 Zoran Music “Autoritratto (1932) Linoleografia cm 19x12,3 Umetnostna galerija Maribor
Foto 7 Zoran Music “Gonfalone per la colomba”(1962-1970) Olio su tela di cotone Sinclor Rossari e Varzi, cm 114x69 Trieste, collezione Zanei
Foto 8 Zoran Music “ Manifesto2
Foto 9 Zoran Music “Motivo dalmata (1948) Olio su compensato, cm71,5x 58,5, Schio, collezione privata
Le immagini che documentano il testo sono tratte dal volume:
“Zoran Music. Il viaggio della vita”
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