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Cronaca Nazionale
L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Giancarlo Guerreri: gli scheletri nell’armadio
Reperti umani e non, nascosti o distrutti perché scomodi?
Articolo di L'Editoriale
Pubblicato in data 18/09/2022

Dai tempi di Erodoto, fino ai giorni nostri, vennero alla luce reperti fossilizzati di esseri “umani” dalle dimensioni assolutamente sconcertanti.

Nel 1964 il prete cattolico padre Carlos Vaca Alvarado, affermò che in una zona remota nota come Changaiminas, aveva rinvenuto dei misteriosi scheletri.

Nel 2021 giornale la “Pravda online” pubblicò  la notizia che in Ruanda, vicino alla città di Kigali, nella foresta Centro-Africana, erano stati trovati resti umani giganteschi.

 

Nel 1936 Marcel Griaule e Jean Lebeuf, due antropologi francesi, raccontarono di aver trovato in Ciad altri scheletri umani grandissimi.

 

L’elenco è veramente lungo e rimando il lettore ai link presenti in calce all’articolo per la lettura completa.

 

Dai dati raccolti emerge il sospetto che la Scienza ufficiale cerchi o abbia cercato in tutti i modi, di occultare le prove di un racconto evolutivo diverso da quello darwiniano, accettato e consolidato nella sua struttura fondamentale.

 

Da darwinista convinto non mi sognerei mai di mettere in dubbio la teoria che ha santificato il meccanismo della Selezione Naturale, ampiamente confermata da prove paleontologiche, filogenetiche, geologiche, biologiche…

 

Tuttavia osservo, con il dovuto rispetto, come affermati studiosi di indubbia fama e competenza, si siano posti alcune domande molto serie che riguardano l’evoluzione dell’Uomo.

 

Uno tra tutti il naturalista Alfred Wallace che inviò a Darwin un saggio sui meccanismi della Selezione Naturale, che lo scienziato inglese pubblicò nel 1859, insieme al suo notissimo “The Origin of  Species”.

 

Wallace era assolutamente in sintonia con Darwin sui meccanismi e le cause che avrebbero costruito il percorso evolutivo di ogni essere vivente fino all’Uomo, ma proprio quest’ultimo Essere sembrava porre dei problemi difficilmente spiegabili sulla sua evoluzione.

In altre parole: i dubbi di Wallace erano legati alla possibile azione di qualche “legge superiore sconosciuta, indipendente da tutte quelle leggi di cui siamo a conoscenza.”

 

Il testo qui proposto, di cui inserisco il link e la traduzione italiana, è una parte del capitolo in cui Alfred R. Wallace manifesta le sue riserve circa l'idea che la selezione naturale possa spiegare interamente l'evoluzione umana, al pari di quanto riesca a fare per l'evoluzione degli altri animali.

Il testo è del 1870, e andrebbe naturalmente contestualizzato alla sua epoca.

Molti degli argomenti usati da Wallace non sarebbero infatti più adeguati al contesto contemporaneo, ma la sua idea centrale circa l'insufficienza della selezione naturale resta un tema ancora attuale. 

 “…Pertanto, probabilmente susciterà qualche sorpresa tra i miei lettori, scoprire che non ritengo che tutta la natura possa essere spiegata sui principi di cui sono un fervente sostenitore; e che ora io stesso mi accingo a sollevare obiezioni, e a porre limiti, al potere della "selezione naturale". Credo, infatti, che ci siano tali limiti; e che, così come sicuramente possiamo tracciare l'azione delle leggi naturali nello sviluppo delle forme organiche, e possiamo chiaramente concepire che una conoscenza più completa ci permetterebbe di seguire passo dopo passo l'intero processo di tale sviluppo, così sicuramente possiamo tracciare l'azione di qualche legge superiore sconosciuta, al di là e indipendentemente da tutte quelle leggi di cui siamo a conoscenza. Possiamo rintracciare questa azione più o meno distintamente in molti fenomeni, i due più importanti dei quali sono: l'origine della sensazione o coscienza e l’evoluzione dell'uomo dagli animali inferiori. In primo luogo, considererò quest'ultima difficoltà come più immediatamente connessa con gli argomenti trattati in questo volume.”

 

Oggi sappiamo che vi sono molti dubbi relativi a dissonanze genetiche, e soprattutto al fatto che i circa 3 milioni di anni che separano l’Homo sapiens dall’Australopithecus afarensis, siano troppo pochi per giustificare, con la sola causa selettiva, le enormi differenze biologiche che si riscontrano tre la due specie.

 

La scoperta delle centinaia di scheletri di uomini dalle proporzioni gigantesche, rinvenuti in tutti i luoghi del Pianeta, Italia compresa, alimenta molte teorie alternative che prendono in considerazione la possibilità che quanto scritto in antichi testi possa corrispondere alla verità.

Di giganti parlano i testi sacri di molte antichissime culture nutrendo puntuali interrogativi sulle origini del genere umano.

Riportiamo alcuni passi tratti dalla Bibbia.

 

Nella Genesi (6:1-4) si legge: “quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte… In quel tempo c’erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi". Secondo una versione imperante questi giganti sarebbero i Nephilim.

 

Per Zecharia Sitchin, noto esperto di storia sumera e scrittura cuneiforme, Nephilim  deriverebbe dalla radice  Naphal  ovvero  cadere, per cui i Nephilim sarebbero coloro che caddero o discesero dall’alto.

 

Alle stesse conclusioni di Sitchin giunge invece il traduttore ed esegeta biblico Mauro Biglino, per il quale la radice ebraica del verbo nafàl, da cui deriva il termine Nefilim, indica cadere, scendere, venire giù.

 

Quindi il versetto sopracitato potrebbe essere più correttamente tradotto: in quel tempo sulla Terra c’erano quelli che erano venuti giù.

 

Secondo queste interpretazioni i figli di Dio non sarebbero altro che i figli degli Elohim dell'Antico testamento o degli Anunnaki cari ai sumeri. I Nephilim, sarebbero i giganti – appunto - presenti sulla terra al tempo dei fatti citati negli antichi testi.

 

Inutile ricordare che gli studiosi canonici si dissocino da tali interpretazioni.

 

Come afferma Ignazio Dessi nel suo articolo presente sul Web:

 

“Di giganti parla anche il libro ebraico dei giubilei (5,1) e lo stesso fa l’apocrifo Libro di Enoch (Libro dei vigilanti). Senza contare il testo, anch’esso non accettato dalla Chiesa, rinvenuto tra i manoscritti di Qumran e denominato, non a caso, Libro dei giganti.

La Bibbia riporta come gli israeliti fossero terrorizzati dall’idea di combattere contro tali colossi che dormivano in letti di 4 metri. Nel Libro dei numeri (cap 13) si legge di quando Mosè mandò 12 esploratori in terra di Canaan e questi tornarono raccontando di aver visto i giganti figli di Anak. Ci sentivamo - dissero - come locuste al loro cospetto e così dovevamo sembrare loro.”

 

Come sappiamo nella Scienza non esistono certezze consolidate ma teorie ospitate da una “Visione del mondo” in perenne evoluzione.

 

Quando Darwin pubblicò la sua Opera fondamentale ricevette valanghe di critiche da parte di moltissimi uomini di Chiesa che vedevano snaturati i contenuti e le cronologie bibliche.

Subì anche l’attacco di eminenti scienziati, più propensi ad accettare una visione di stampo creazionista.

Ora i testi biblici vengono addirittura reinterpretati secondo visioni che comprendono la presenza di Annunaki, quindi di Alieni.

 

La prudenza, che può diventare autentica saggezza, ci suggerisce di dubitare tanto di coloro che propongono ipotesi bizzarre, quanto di coloro che le rifiutino a priori.

Dubitare non significa respingere, ma verificare accuratamente le prove a sostegno di idee che potrebbero essere credibili o vicine alla verità.

 

Le teorie si modificano col tempo, la Visione del Mondo evolve costantemente, e coloro che studiano con onestà intellettuale devono reggersi in un precario equilibrio da provetti trapezisti, per evitare di sposare ipotesi sconsiderate o di rifiutare qualsiasi novità venga proposta, rischiando gettare via il bambino con l’acqua sporca.

 

Accettare che i testi sacri possano aver descritto fatti reali, confermando una possibile “accelerazione evolutiva” da parte di esseri alieni, non significa condannare Darwin e la Selezione Naturale.

 

Eventualmente significa integrare una Teoria che presenti delle questioni aperte, con ipotesi tutte da verificare.

 

Personalmente ritengo che non vi sia nulla di eretico o di scandaloso nel proporre ipotesi “coraggiose”.

Mi sembra molto più grave negare alcuni fatti o alcune evidenze solo perché confermerebbero ipotesi non accettate, o forse non accettabili, da coloro che gestiscono le informazioni nel sacro nome del Pensiero Unico, applicato anche in ambito scientifico.

 

Esiste una forma di velato pudore ad accettare le “ipotesi fuori dal coro”.

Le ipotesi fantasiose e azzardate hanno da sempre accompagnato le grandi scoperte, inducendo i pensatori, filosofi, esploratori o scienziati che fossero, a rischiare la propria credibilità nel fare le affermazioni “differentemente canoniche”.

 

Nessuna persona di buon senso prenderà mai in considerazione i terrapiattisti, o i negazionisti della Shoah, ma indagare seriamente su fatti reali e proporre nuove ipotesi è tutt’altra cosa.

 

Tali ipotesi hanno portato l’uomo a scoprire nuove terre, ad inventare nuovi strumenti o a pensare in modo differente, facendo crescere linearmente o per balzi quantici, il sapere in tutti gli ambiti dello scibile.

 

In ogni campo della Scienza gli studiosi si muovono per sollevare il velo dell’ignoto, in Astrofisica la possibilità di intraprendere una via “sbagliata” che rischia di non portare ad alcun risultato è altissima e causa negli studiosi innumerevoli, ma prevedibili, frustrazioni.

 

Non vi è alcun motivo di rinunciare ad indagare in ambito paleontologico, archeologico o biologico, per paura di non ottenere risultati. Heinrich Schliemann andando contro il parere di eminenti archeologi scopri le mura di Troia e il tesoro di Priamo.

 

Lo stesso Cristoforo Colombo scoprì le Americhe per errore, quando il suo obbiettivo era cercare le Indie Occidentali.

A mio parere dovremmo essere molto più umili ed accettare l’idea che l’Universo sia molto più complesso di quanto oggi immaginiamo: noi ne conosciamo appena il 4%, il resto è formato da Energia e Massa oscure. La complessità si estende anche alla dimensione umana, e solo la massima accortezza e la massima prudenza potrebbero aiutarci a non commettere certi errori… forse non del tutto inaspettati.

 

Osservare atteggiamenti eccessivamente prudenziali di fronte a nuove ipotesi o ad ardimentose teorie potrebbe ingenerare il sospetto che vi possano essere delle ragioni precise per negare, a priori, determinate tesi. Si potrebbe anche generare il dubbio che lo status quo non debba essere modificato, per evitare di rivelare realtà troppo scomode o troppo pericolose.

 

Meglio insabbiare tutto e affermare con determinazione che non si possono prendere in considerazione ipotesi strampalate come quella delle presenze aliene sulla Terra o ammettere l’esistenza dei dischi volanti… I palloni sonda possono veramente spiegare tutto? Per qualcuno si.

 

Personalmente non credo ai palloni sonda e non credo neppure che le migliaia di testimoni oculari siano tutti malati di mente…

 

…ma preferisco fermarmi qui per il momento, non vorrei essere definito un visionario complottista…

 

         Giancarlo Guerreri

               Editorialista

         

 

Link:

 

https://www.oltreirestinews.it/18-scheletri-giganti-nel-winsconsin/

 

https://www.universo7p.it/smithsonian-ammette-distruzione-migliaia-scheletri-giganti-umani/ultimi-articoli/

 

https://www.nexusedizioni.it/it/CT/il-segreto-dei-diciotto-scheletri-giganti-del-winsconsin-4643

 

https://disf.org/Wallace-limiti-selezione-naturale#:~:text=Wallace%20manifesta%20le%20sue%20riserve,naturalmene%20contestualizztao%20alla%20sua%20epoca.

 

https://cultura.tiscali.it/news/articoli/scheletri-4-metri-in-tutto-il-mondo-i-resti-dei-giganti/?fbclid=IwAR1zVh_fidvZ7Jk4_UbqTQhX6zN7OsH5_yEGrxmjZQHwx8nIykkQprSbZXw

 

 

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