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Musica
Il Concerto della Memoria “E ciononostante io prego…”, a Torino
In occasione della Giornata Mondiale di Commemorazione delle Vittime dell'Olocausto, presso il Duomo di San Giovanni Battista
Articolo di Milo Julini
Pubblicato in data 22/01/2023

Nell’ambito del progetto “Lo spirituale nell’arte”, l’Accademia della Cattedrale di San Giovanni, il Duomo di Torino, Il Rotary Club Torino Duomo Distretto 2031 e Solo Classica Channel propongono, in occasione della Giornata Mondiale di Commemorazione delle Vittime dell'Olocausto, a Torino, presso il Duomo di San Giovanni Battista, in piazza San Giovanni, venerdì 27 gennaio, alle 21:00, il concerto della memoria “E ciononostante io prego…” con Leonardo Moretti al violino e Giacomo Fuga al pianoforte.

PROGRAMMA

Heinrich W. Ernst (1814 – 1865) Èlegie Juive

Aldo Finzi (1897 – 1945) Pastoralina e Berceuse

Ernest Bloch (1880 – 1959) Stimmungen B. 83 (from Poème mystique)

Vidui B.47a (from Baal Schem)

Riccardo Joshua Moretti (1951 − ) Niggun

Recitativo e Danza (dai Songs Ebraici)

Kurken M. Alemchah (1907 – 1947) Lamento «Preghiera»

Henryk Wieniawski (1835 – 1880) − Romance «Legenda»

Anton Rubinstein

Arnold F. W. Schönberg (1874 – 1951) Stück für Klavier und Violine

Joseph Achron (1886 – 1943) Stimmungen op. 32

Darius Milhaud (1892 – 1974) Le Printemps op. 18

Charlie Chaplin (1889 – 1977) Smile (dalla colonna sonora per il film Modern Times)

John Williams (1930 − ) Tema dalla colonna sonora per il film Schinder's List

Jerry Bock (1928 − 2010) − John Williams Suite dalla colonna sonora Il Violinista sul Tetto

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Per informazioni contattare il numero 011.4522721

 

Leggiamo nella Nota di Sala, di Danilo Karim Kaddouri: Il concerto che state per ascoltare propone un ricco programma che intende commemorare le vittime dell’Olocausto.

Il concerto si apre con un momento di raccoglimento e di preghiera affidato alla malinconica e struggente Elegia ebraica di Heinrich Ernst. I due brani successivi sono stati composti da due compositori ebrei vissuti a cavallo tra Ottocento e Novecento. Il primo, Aldo Finzi, è stato un compositore milanese la cui promettente carriera musicale fu stroncata dalla promulgazione delle leggi razziali, che di fatto gli impedirono di prendere parte ufficialmente alla vita musicale italiana e di vedere eseguite le proprie composizioni. Dopo essere fortunosamente riuscito a scampare alla deportazione, morì per cause naturali nel 1945, ma si dovette attendere la fine della guerra affinché alle sue spoglie fosse data degna sepoltura; oggi riposa presso il padiglione centrale del Cimitero Monumentale di Milano. Il secondo, Ernest Bloch, è stato un compositore svizzero di origini ebraiche. Divenuto cittadino americano al termine delle sue peregrinazioni in giro per l’Europa, egli ha infuso nella sua musica l’ispirazione derivante da tematiche legate alla sua religione. Titoli quali Schelomo, Israel, Baal Shem, Avodath Hakodesh (scritto per il culto del sabato), così come il ricorso a moduli melodici e ritmici di origine ebraica testimoniano questo interesse, che per il compositore rappresentava l’unica via per esprimersi in maniera autentica e personale. Il concerto prosegue con due composizioni di Riccardo Joshua Moretti chiaramente ispirate a tematiche ebraiche: il Niggun (che prende il titolo da una forma di canto religioso ebraico) e il Recitativo e danza dai Songs ebraici. Dopo la Romanza di Henrik Wieniawski e Arthur Rubinstein, la prima parte del concerto si chiude esattamente nello stesso modo in cui si era aperta e cioè con una preghiera: la composizione di Alemchah è stata infatti inserita nel programma per commemorare le vittime di un altro impressionante genocidio, quello perpetrato nei confronti del popolo armeno all’inizio del Novecento.

La seconda parte del concerto è aperta dalle musiche di due compositori ebrei emigrati in America con l’emergere dell’ondata di antisemitismo e di instabilità che si manifestarono in Europa prima della Seconda Guerra Mondiale. Arnold Schönberg è stato un compositore chiave del Novecento, che ha raccolto l’eredità della tradizione tardoromantica e l’ha traghettata verso la modernità dapprima con l’emancipazione della dissonanza e la conseguente dissoluzione del sistema tonale e poi con l’adozione della tecnica a dodici suoni. Il pezzo per violino e pianoforte in programma non è tuttavia testimone di questi fermenti rivoluzionari essendo stato composto in età giovanile. Joseph Achron è stato un compositore russo naturalizzato statunitense la cui poetica ha dei tratti di comunanza con quella del suo collega Ernest Bloch: anch’egli, infatti, desiderava sviluppare un suo personale linguaggio armonico e contrappuntistico usando elementi tipici della tradizione musicale ebraica. È un musicista oggi un po’ dimenticato, nonostante lo stesso Schönberg lo avesse definito, nel suo necrologio, come uno dei più dotati compositori del suo tempo.

La seconda parte del programma prosegue, dopo una breve pagina di Darius Milhaud, con musiche di derivazione cinematografica. Tra queste, una pagina di straordinaria bellezza (anche se poco o per nulla conosciuta) uscita dalla penna di uno più grandi registi di tutti i tempi, Charlie Chaplin.

Il concerto è chiuso con due encores che intendono fornire un focus sul folklore gitano e quindi commemorare il popolo dei roma, anch’esso vittima dell’Olocausto. I due brani in programma, di George Enescu (uno dei più importanti compositori romeni) e Béla Bartok (senza dubbio il più importante compositore ungherese del Novecento se non di tutti i tempi), testimoniano infatti l’interesse di questi due compositori per la musica popolare e tradizionale delle loro nazioni.

Leonardo Moretti inizia lo studio del violino sotto la guida di Luca Santaniello (Primo violino dell’Orchestra dell’Auditorium di Milano) conseguendo il diploma preaccademico in violino a 15 anni, consegue successivamente il diploma di laurea triennale presso il Conservatorio di Milano. Suona un Violino del 17° Secolo gentilmente concesso dalla Fondazione Monzino.

Giacomo Fuga si è diplomato in pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino a diciassette anni, con il massimo dei voti e la lode ed ha compiuto studi di Composizione e di Direzione d’orchestra. Premiato in alcuni concorsi pianistici internazionali, da molti anni ha costituito con la sorella Carlotta il Duo Fuga (pianoforte a 4 mani) con il quale svolge una rilevante attività concertistica. È docente di pianoforte principale al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e tiene regolari masterclass di perfezionamento a Bardonecchia per l’Accademia di musica di Pinerolo e presso la Scuola Athenaeum di Finale Ligure.

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