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Voci e cose dal Piemonte
31 gennaio, San Giulio d’Orta (NO)
Immagine di san Giulio d'Orta
E il fratello San Giuliano: due santi o uno solo?
Articolo di Ezio Marinoni
Pubblicato in data 31/01/2023

Il culto di san Giulio è molto vivo nella zona del Lago d’Orta, nell’Alto Novarese, dove esiste una basilica, che sarebbe stata da lui edificata, nella quale è sepolto.

Sulla sua figura storica non abbiamo notizie certe. Secondo una affascinante leggenda, intorno al 390 San Giulio raggiunge l'isola navigando sul proprio mantello e la libera da draghi e serpenti (immagine simbolica della sconfitta del paganesimo?), edificando una piccola chiesa, dedicata ai dodici apostoli. Nell'Alto Medioevo la posizione strategica rende l'isola un importante centro difensivo, sede dapprima di un Ducato longobardo, in seguito munita di un castello appartenente al re d'Italia Berengario II.

La vicenda umana di San Giulio si intreccia con quella di un san Giuliano. Alcune fonti li indicano come fratelli, altri studiosi ipotizzano una confusione di nomi sulla stessa persona.

I documenti che riferiscono dei due santi, San Giulio e San Giuliano, non sono molto antichi, anche per questo la loro storia risulta incerta. Nel Martirologio Romano, alla data del 31 gennaio, è commemorato il solo Giulio, introdottovi dal Baronio (1), con la generica indicazione topografica: in provincia Mediolanensi.

La Vita dei due santi è stimata "antica e degna di riguardo" dal Savio (2), mentre Lanzoni (3) la considera intrisa di " parecchie esagerazioni e leggende ". In realtà, questo testo storico risale al secolo VIII e contiene alcune notizie strane ed inverosimili.  Riferisce che Giulio e Giuliano erano fratelli oriundi della Grecia (l’isola di Egina); educati alla religione cristiana dai genitori, abbracciano la vita religiosa: Giulio è ordinato presbitero, Giuliano è diacono. Espatriati dalla natia Grecia per sfuggire alle persecuzioni, si presentano all'imperatore Teodosio, dal quale ottengono l'autorizzazione a distruggere altari e boschi pagani per edificare chiese cristiane. Arrivati in Italia, dimorano per qualche tempo nei pressi di Roma, ad Aqua Salvia; attraverso il Lazio, raggiungono l'Italia settentrionale predicando, convertendo molti alla fede e si impegnano a edificare un. cospicuo numero di chiese, fino ad arrivare a cento. Le ultime due chiese le costruiscono nei pressi del Lago d’Orta: la novantanovesima a Gozzano, dedicata a san Lorenzo, dove Giuliano rimane fino alla morte e vi verrà sepolto; la centesima, Giulio la costruisce sull’isola al centro del lago, dedicandola agli apostoli Pietro e Paolo e nella quale verrà sepolto (4).

Quando l'autore scriveva questa Vita il culto di Giulio doveva essere già fiorente nell'isola, poiché afferma che la chiesa era frequentata da molti pellegrini, e Dio vi operava anche miracoli; nel secolo VIII, Paolo Diacono attesta che al suo tempo l'isola era detta “Sancti Iuliani”. Avrà, l'autore della Vita scambiato il luogo di sepoltura dei due santi, o essi erano una sola persona chiamata indifferentemente con l'uno o l'altro nome?

Savio afferma anche che nella Diocesi di Milano molte chiese erano dedicate a Giulio ed il suo nome era recitato nel Canone Ambrosiano dei secoli V-VI; Lanzoni contesta quest'ultima affermazione e pensa si trattasse del papa Giulio, poiché quel nome è unito a quelli di altri vescovi (Martino di Tours, Eusebio di Vercelli e Ilario di Poitiers), che si distinguono nella lotta contro gli ariani.

Le reliquie di San Giulio sono tuttora conservate nella basilica del lago; quelle di Giuliano sono trasferite nel 1360 nella nuova chiesa di Gozzano, a lui dedicata sulla rocca, e deposte sotto l'altare maggiore, mentre nella vecchia chiesa di San Lorenzo è rimasto il suo cenotafio.

San Giulio rappresenta l’ideale del ministro del Vangelo radicato, secondo l’insegnamento paolino, nella fede e nella carità. Fondatore di chiese e di comunità cristiane, rifulge soprattutto come padre dei poveri, efficace protettore contro le insidie del male, taumaturgo e consolatore degli afflitti. La sua memoria propone alla chiesa novarese la missione del prete dedito all’evangelizzazione ed in grado di essere guida autentica della comunità con la parola e con la vita, un esempio valido ancora oggi, nei nostri tempi tormentati e inquieti.

Note

(1) Cesare Baronio (Sora, 30 ottobre 1538 – Roma, 30 giugno 1607), storico e religioso. Membro degli Oratoriani di San Filippo Neri, nel 1596 Papa Clemente VIII lo innalza alla dignità cardinalizia: il suo nome è legato alla redazione dei primi volumi degli Annales ecclesiastici (storia del cristianesimo dalle origini al 1198) e alla revisione del Martirologio Romano (1586 - 1589). Il 12 gennaio 1745 papa Benedetto XIV lo ha proclamato Venerabile. Apparteneva a una ricca famiglia di origini napoletane: il suo vero cognome era Barone, poi latinizzato in Baronius da cui è derivata la forma Baronio. Viene anche nominato Cardinale Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ponendosi a capo della Biblioteca apostolica vaticana.

(2) Fedele Savio, storico (Saluzzo 1848 - Roma 1916). Sacerdote, entra nella Compagnia di Gesù (1873); professore di storia ecclesiastica nell'Università Gregoriana (1906). Autore di numerosi studî sulla storia d'Italia e della Chiesa, è ricordato soprattutto per Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300 descritti per regioni (incompleta, 2 voll., 1898-1913; altri 2 postumi, 1929-32).

(3) Francesco Lanzoni. Storico e agiografo, nato a Faenza il 10 luglio 1862, morto l'8 febbraio 1929. Studia nel seminario di Faenza, e dal 1880 al 1890 nel seminario Pio a Roma, ove si laurea in teologia, diritto, filosofia, e lettere. Dal 1890 al 1917 è rettore e insegnante di storia nel seminario di Faenza, e nel 1924 vicario capitolare di quella Diocesi. Tra i suoi lavori più importanti si segnalano Le origini delle diocesi d'Italia, in Studi e Testi della Biblioteca Vaticana, Roma 1923 (fino al 313) e 1927 (fino al 604), studio critico fondamentale sulle origini del cristianesimo in Italia, esclusa Roma; Genesi, svolgimento e tramonto delle leggende storiche, in Studi e Testi, Roma 1925, prima sintesi italiana sull'argomento.

(4) La basilica di San Giulio d’Orta, sebbene l'isola faccia parte del comune di Orta San Giulio (nato nel 1928 dalla fusione dei comuni di Orta Novarese e Isola di San Giulio) appartiene alla parrocchia di San Giacomo, che comprende l'isola e una parte della costa occidentale del lago, nel territorio del comune di San Maurizio d'Opaglio.

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