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Il mistero del sacro nell’antico Egitto
Sacro indica qualcosa di legato, avvinto, aderente alla divinità
Articolo di Massimo Centini
Pubblicato in data 25/11/2023

Non è facile fornire una definizione univoca del termine sacro: entrano infatti in gioco aspetti molteplici. Partiamo da un assunto condivisibile dalla maggioranza: l’esperienza del sacro è un’istanza connaturata, una necessità che da sempre accompagna l’esistenza dell’uomo. Dopo secoli di letture in chiave mistica, dopo le affabulazioni del positivismo e le stroncature del materialismo, il sacro si pone come un valore che si presenta all’individuo come fatto esterno e che questi trova difficoltà a negare.

 

Globalmente, con sacro si intende ciò che è variabilmente connesso con la divinità, con la religione e con quanto è degno di venerazione. È un concetto fondamentale nella storia delle religioni, come dimostra brillantemente Alfredo Luvino nel libro Il mistero del sacro nell’antico Egitto: un testo ricco di spunti adattissimo anche per i non addetti ai lavori.

 

Il libro ha il suo focus nell’Egitto dei faraoni, ma estende la sua analisi anche al di fuori di quel contesto storico e geografico. Infatti Luvino, noto egittologo, ovviamente si trova a suo agio parlando della sacralità del popolo del Nilo, ma possedendo conoscenze archeologiche anche di altre culture – per esempio quella mesoamericana – è nella condizione di fare comparazioni calibrate e sempre equilibrate, suggerendo approfondimenti e letture.

 

Sacro deriva dal latino sacer, e indica qualcosa di legato, avvinto, aderente, alla divinità. Quindi ne presuppone l’esistenza, già dall’origine dell’uomo. Senza questa radice, sacro è solo un concetto che non può trovare aderenze nella realtà e quindi finisce per essere un termine esule nel  macrocosmo concettuale. Virgilio parlava di “aura sacra fames”: questa antica ricerca ha la sua forza nel senso etimologico del termine, che indica di fatto ciò che appartiene a dio e si contrappone a profanum (quanto è esterno al tempio).

 

Luvino ci spiega che l’uomo del mondo antico era in grado di avvertire è capace di avvertire intensamente il ruolo del sacro all’interno della sua esperienza vitale; in tale dinamica orientata alla celebrazione della spiritualità anche la natura non era solo “naturale”, ma era colma di sacralità. Tale atteggiamento nasce dalla consapevolezza che la realtà non è mai così come appare, ma intrisa di presenze spirituali.

 

Il sacro, trascende questo mondo, e l’uomo religioso, per esempio attraverso il rito, passa dalla dimensione profana a quella religiosa, dando sostanza alle credenze che sono l’elemento cognitivo destinato a collegarci con il trascendente.

 

L’autore, avendo come referenti gli autori dei principali studi sul sacro, analizza gli ambiti all’interno dei quali, maggiormente, il sacro si manifestò: dall’arte alla scrittura, calando la civiltà faraonica in un ambito essenzialmente pervaso dalla religiosità e dalla sacralità nel tentativo, da sempre umano, di trovare il senso dell’esistenza e del rapporto con il trascendente.

 

Alfredo Luvino, Il mistero del sacro nell’antico Egitto, Edizioni Yume, pag. 160, Euro 17,00.

 

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