La speranza natalizia nella rete

L'augurio è quello di auspicarsi che l'anno venturo sia migliore del precedente, come accade da cinque anni, ma con pochi risultati

E così anche quest'anno volge al termine e come ogni anno tante promesse di cambiamento, grandi speranze e qualche regalo in meno per ammortizzare la crisi cronica che ci portiamo dietro.

Nell'ultimo quinquennio, quello della grande crisi globale dell'Occidente iniziata con la bancarotta della Lehman Brothers, abbiamo assistito alla crisi di Stati Uniti e soprattutto dell'Europa, in particolar modo quella dei paesi affacciati sul Mediterraneo.

Le lobby di potere, la finanza che ha la meglio sulla politica, la speculazione finanziaria e l'enorme forbice sociale che si avverte nel vecchio continente ci hanno consegnato un mondo che ci appare peggiore di quello degli anni '70 e '80, e allora in cosa possiamo sperare per un anno che potrebbe incarnare l'ennesima recessione?

La tecnologia degli ultimi anni ci ha portato a una maggiore condivisione dei problemi e delle informazioni su scala mondiale, il che rappresenta, forse, il lato più benevolo della globalizzazione, intesa non come quella standardizzazione e omologazione delle diversità del mondo, ma come forma di empatia e condivisione dei saperi che grazie al web si è resa via via più possibile.

Oggigiorno, il post di un filmato su youtube, la condivisione di un articolo su un social network, il salvataggio di un qualsiasi documento in clouding, l'accesso a qualsiasi tipo di informazione e i brevi ma efficaci messaggi su twitter, ci rendono partecipi di una forma di empatia globale che mai era potuta avvenire in passato.

In questo scorcio di XXI° secolo, siamo più consapevoli di cosa accade in ogni parte del globo mediante l'ausilio di una tecnologia, quella della rete, che ci consente di comprendere più approfonditamente quanto accade in ogni angolo del pianeta, che ci consente di attuare una forma di e-democracy in cui gruppi e forum su web condividono i medesimi problemi e ne danno risposta, che ci consente di vedere e sapere ciò che, talvolta, non ci viene divulgato dai tradizionali organi di informazione.

Quando pensiamo al Natale, pensiamo a quel particolare momento dell'anno in cui vogliamo e dobbiamo essere più disponibili ad ascoltare e ad aiutare gli altri. Dutante questo Natale, dobbiamo augurarci che l'empatia supportata dalla tecnologia della rete divenga la vera arma in più per una consapevolezza dei problemi che più ci toccano tale da farne una cassa di risonanza che raggiunga anche chi ha gli strumenti per risolverli, rendendoci capaci di dare un nuovo corso alla nostra storia occidentale già attraverso il grande appuntamento delle elezioni europee del 2014, quando empatia e soluzione dei problemi troveranno un punto di incontro tra chi vota e chi viene votato, o almeno si spera.

 


Marco Pinzuti

 

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Articolo pubblicato il 24/12/2013