Morto Ettore Scola, il narratore di vizi e virtù del cinema italiano

Il regista aveva 84 anni. Ha raccontato in modo unico un Paese in grado di ridere dei suoi drammi

Si è spento nella serata di martedì al reparto di chirurgia del Policllinico di Roma Ettore Scola, uno dei più importanti registi del cinema italiano.

Il regista, ottantaquattro anni, era in coma da domenica sera e non aveva più dato segni di ripresa. Amante del cinema, che visse in tutte le sue declinazione: da sceneggiatore prima e da regista poi.

Dotato di un grande stile comunicativo in grado di imprimere su pellicola lo spaccato italico del periodo, con i suoi film è riuscito a filtrare la realtà di un Paese che sapeva prendersi in giro in tutte le sue sfumature, a volte ridendo anche amaramente.

Fu in grado di realizzare film che entrarono immediatamente nell'immaginario collettivo dell'italico popolo, ritrovandosi con facilità nelle storie e nei personaggi rappresentati nei film di Scola.

Tra i suoi film più apprezzati vi sono senza dubbio Brutti, Sporchi e Cattivi del 1976, dove viene rappresentato uno spaccato della periferia romana di inizio anni settanta.

Da ricordare l'immensa interpretazione di Nino Manfredi che, nel ruolo del burbero capofamiglia pugliese Giacinto Mazzatella, è riuscito a dare colore ad una pellicola dalla sceneggiatura azzeccata e visivamente ben congeniata.


L'anno seguente il cineasta dirige un nuovo grande capolavoro, Una giornata particolare, del 1976 con Sophia Loren e Marcello Mastroianni intenti a vivere una relazione ai tempi del fascismo.

Negli anni Ottanta arriva l'immenso capolavoro di Scola, una delle pietre miliari del cinema italiano.

Del 1987 è infatti La Famiglia, che vede tra gli interpreti Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant.

Il film è il ritratto di una famiglia borghese italiana, raccontata attraverso il protagonista Carlo dal giorno del suo battesimo fino al momento del compimento del suo ottantesimo compleanno (in un lasso temporale che va dal 1906 al 1986).

Votato inizialmente alla carriera giornalistica, Scola collaborò con la rivista umoristica Marc'Aurelio dove ebbe modo di entrare in contatto con future personalità di spicco del mondo cinematografico quali Federico Fellini, Furio Scalpelli e Steno.

Immenso è il vuoto lasciato da un artista in grado di filtrare la realtà attraverso il suo punto di vista cinico e amaramente lucido, in grado di cucire addosso ai personaggi delle sue storie tutte le paure e le angosce che in fin dei conti non siamo mai riusciti a scacciare via.


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Articolo pubblicato il 20/01/2016