L' ultimo " Rapporto sulla stabilità finanziaria" emesso da Banca d' Italia

Alcune note positive ma prevalgono le preoccupazioni sull' esito del referendum costituzionale

Nella comunicazione di Banca d' Italia di quest' ultima settimana “ Rapporto sulla stabilità finanziaria” appaiono evidenti le preoccupazioni sull'instabilità politica in Italia, con particolare riferimento al prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Nonostante si continui a dire, da parte degli osservatori più qualificati, che cambierà poco o nulla nell' economia della nazione nel caso vincesse il si o il no, tuttavia i mercati finanziari sono particolarmente sensibili alla situazione del governo per motivi facilmente comprensibili, come la sua continuazione, l' eventuale cessazione, o gli eventuali rimpasti e cambi al vertice dopo l' esito del referendum.

In ogni caso, dovremmo assistere al rally della Borsa italiana di fine anno, con oscillazioni più forti del normale. Inoltre, a fine anno vi sono le prese di beneficio in borsa, e quindi in questo periodo  i volumi delle transazioni sono particolarmente elevati.

Nel Rapporto della Banca d' Italia si evince quanto segue:

Le scadenze elettorali dei Paesi occidentali attese per i prossimi mesi, fra cui il referendum costituzionale italiano, hanno fatto aumentare la volatilità dei mercati con un andamento che segnerà per il nostro Paese "un forte aumento a ridosso della prima settimana di dicembre, in corrispondenza con il voto". È quanto avvisa la Banca d'Italia nel Rapporto sulla stabilità finanziaria dove sottolinea come l'indicatore del mercato azionario abbia subito un'impennata nella seconda metà del 2016.

Il voto Usa ha fatto già crescere i rendimenti dei bond privati e lo spread.

Le banche italiane migliorano il capitale e vedono rallentare il flusso di sofferenze ma restano "esposte a shock di origine interna e internazionale che possono riflettersi sui mercati dei capitali e sulla crescita economica". BDI rileva fra i fattori positivi la continua crescita del patrimonio con l'indice di capitale Cet1 salito al 12,4% mentre migliora la qualità del credito. Il flusso dei crediti deteriorati passa dal 3,3% di fine 2015 al 2,6% a giugno, avvicinandosi ai livelli pre-crisi mentre le consistenze si riducono dal 10,9 al 10,4.

Redditività banche in calo, pesano le rettifiche dei crediti; negativi anche bassi tassi e costi per esodo personale. Rettifiche dei crediti, debolezza della ripresa e i fortissimi cambiamenti del modello bancario con taglio filiali e del personale pesano e continueranno a pesare sulla redditività degli istituti di credito italiani che hanno visto l'indice Roe (return on equity) in calo nel primo semestre 2016. È la stima della Banca d'Italia nel Rapporto, secondo cui il Roe si è dimezzato nel semestre al 2,5% a causa dei bassi tassi di interesse e dei volumi stabili, fattori che hanno pesato sul margine di interesse (-4,6%) e che si sono aggiunti ai costi per l'esodo dei dipendenti e ai versamenti al fondo di risoluzione.

In prospettiva, rileva Via Nazionale, "la debolezza del ciclo economico e un'efficienza operativa inferiore a quella media europea continueranno a esercitare pressioni sulla redditività" oltre ai tassi bassi. Vi sono poi le rettifiche sui crediti che le banche hanno continuato ad attuare con una politica definita dall'istituto centrale "saggia" e che ha portato il tasso di copertura sopra la media Ue.

I bilanci famiglie restano solidi, i debiti contenuti. Crescita mutui e credito al consumo ma bassi tassi interesse La situazione patrimoniale delle famiglie "rimane solida" nonostante le turbolenze dei mercati finanziari abbiano fatto calare il valore nominale della ricchezza in azioni e titoli nel primo semestre, sottolinea la Banca d'Italia nel Rapporto, secondo cui il debito è salito anche a seguito della crescita dei nuovi mutui che hanno toccato il valore più alto dal 2009. Il debito delle famiglie "resta contenuto" nel confronto internazionale e sostenibile grazie ai bassi tassi di interesse e alla crescita del reddito disponibile (+2,6% nel semestre).

Via Nazionale stima come nel 2017 la quota di famiglie 'vulnerabili' (ovvero quelle che hanno un rapporto fra le rate da pagare e il reddito disponibile superiore al 30% e un reddito disponibile inferiore alla media) rimarrà sostanzialmente stabile. Il tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie, si legge nel rapporto, "è tornato per la prima volta sui livelli precedenti la crisi finanziaria (1,7%)".

Il piano di risanamento di MPS

Il piano Mps di cessione dei crediti in sofferenza e aumento di capitale presenta "rischi di attuazione che derivano principalmente dall'elevata volatilità che ha di recente caratterizzati i mercati azionari" per le scadenze elettorali in Europa. È quanto si legge nel Rapporto di Banca d'Italia che ricorda come Mps abbia avviato il piano di risanamento a seguito dell'esito negativo degli stress test Eba di luglio di cui lo stesso istituto centrale ha criticato a suo tempo "alcune assunzioni metodologiche". "L'indice generale della Borsa italiana continua a risentire della debolezza del settore bancario, per il quale le valutazioni degli investitori sulla redditività si mantengono sfavorevoli".

La turbolenza prevista  a dicembre 2016 del mercato finanziario italiano 

L'istituto centrale segnala come "il differenziale fra la volatilità implicita del mercato italiano e quella dell'area dell'euro è elevato; gli indicatori segnalano un forte aumento della volatilità attesa per il mercato italiano a ridosso della prima settimana di dicembre in corrispondenza con il referendum sulla riforma costituzionale".

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Articolo pubblicato il 19/11/2016